Nonostante la similitudine, il nome Erica non deriva direttamente dalla pianta (il cui appellativo è d'origine greco-latina) bensì dal nome scandinavo Erik (antico Eirikr; femminile Erika), sebbene in Italia e nei Paesi di lingua tedesca (dov'è frequente la forma maschile Erich) sia stato promosso dall'erronea associazione con il nome della pianta[5].
Descrizione
La maggior parte delle specie è rappresentata da arbusti frutici o suffrutici alti da 20 cm a 1,5 m. Le specie più alte sono Erica arborea ed Erica scoparia che possono raggiungere anche 6–7 m. Tutte le specie sono sempreverdi con foglie piccole ad aghifoglia lunghe 2–15 mm.
La produzione di fiori è in genere abbondante e per questo le piante di Erica sono coltivate come ornamentali. I semi sono molto piccoli e in alcune specie possono rimanere sul suolo per decenni.
Il genere Calluna che comprende attualmente una sola specie (Calluna vulgaris), faceva parte del genere ma è stato separato; si distingue dal genere Erica perché ha foglie più piccole (inferiori a 2–3 mm) e la corolla e il calice divisi in quattro parti (tetramero e non pentamero come Erica). Spesso comunque le due piante vengono confuse: infatti il brugo a volte è chiamato anche falsa erica, o erica selvatica. Spesso viene confusa con l'erica carnea, che è molto simile come portamento, dimensione e colore.
Usi
Tutte le specie di Erica sono piante mellifere, bottinate dalle api; si può ottenere un buon miele monoflorale[6].
Note
^abc(EN) Erica, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 2 novembre 2023.