EresiologiaL'eresiologia è lo studio delle eresie nell'ambito della teologia o della storia delle religioni.[1] Lo studio dei testi eresiografici è comune sia nell'Islam che nel cristianesimo medievale.[2] Etimologia e concettoL'origine del termine è una traslitterazione del greco classico αἵρεσις: hairesis (atto di scegliere, elezione) che nel mondo classico "si applicava ad una tendenza o a una scuola filosofica, senza connotazioni negative".[3] Flavio Giuseppe già applica questo concetto, con lo stesso senso classico, in riferimento alle tre sette religiose predominanti nella Giudea al tempo dei Maccabei,[4] facendo allusione ai sadducei, i farisei e gli esseni.[5] Il termine viene utilizzato nel Nuovo Testamento quando quando allude ai due primi due gruppi.[3][6][7][8][9] StoriaSecondo "la ricerca moderna" l'eresiologia, comprenderebbe "tutte le opere di letteratura cristiana composta a partire dalla metà del secolo II d.C. e destinate a identificare, descrivere e rifiutare quelle idee e dottrine che non corrispondessero con le promulgazioni della Grande Chiesa".[9] L'eresiologia si è sviluppata come parte dell'emergente definizione di ortodossia cristiana:[3] i teologi e studiosi della Chiesa ricercavano e catalogavano i vari insegnamenti di varie sette cristiane, in modo da distinguere chiaramente le pratiche accettate dall'ortodossia e quelle rifiutate come eretiche.[10] Altre comunioni svilupparono la propria tradizione eresiologica a se stante. Nell'Islam, l'eresiologia è stata presente in molte delle varie sette mussulmane, così come in altre religioni come il giudaisimo. Alcuni autori, come ʿAbd al-Qāhir al-Baghdādī e Ibn Hazm scrissero opere polemizzanti, criticando la falsità delle sette e delle altre religioni rispetto alla propria. Altri, come il persiano al-Shahrastani nel suo Al-Milal wa al-Nihal, si attestarono su posizioni più imparziali e vicine alla moderna scienza delle religioni.[11] Si ricordano come più grandi eresiologi dell'Età antica: Epifanio di Costanza di Cipro, Agostino d'Ippona e Filastrio da Brescia.[2][3] Dagli eresiologi si distinguono i "controversisti": coloro che non hanno considerato e trattato l'eresia come tale, in sé e per sé, ma per confutare e ribattere l'eresia stessa o un'altra.[2] Note
Bibliografia
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