Eremo della Madonna di Coccia
L'eremo della Madonna di Coccia è un edificio religioso che si trova nel comune di Campo di Giove, nei pressi della seggiovia "Le Piane – Guado di Coccia", all'interno del parco nazionale della Maiella[1]. StoriaL'eremo si trova lungo la mulattiera che collega Campo di Giove con Palena, passando per il valico di guado di Coccia[2], e costituisce un esempio di chiesa-rifugio-stazzo[1]. Si hanno poche notizie storiche sull'eremo[3], ma si ritiene che sia stato fatto edificare dal futuro papa Celestino V nel XIII secolo[2], sebbene l'unica data certa sia quella incisa nell'architrave del restauro del 1748, probabilmente dopo essere stata danneggiata nel 1706 dal terremoto della Maiella[1]. Notizie più recenti collegano il sentiero alla fuga dei prigionieri dal campo di internamento di Sulmona, diretti al valico per superare la linea Gustav[4]. Legato sempre a queste vicende, sul valico si trova il cippo dedicato ad Ettore De Corti, ucciso dai tedeschi mentre tentava di superare la linea del fronte[4]. Nel 2009 la chiesa è stata sottoposta a lavori di restauro attuati dall'ente gestore del parco nazionale della Maiella[1]. DescrizioneL'intera costruzione è costituita da due corpi appoggiati ad una roccia lungo un ripido pendio: in alto si trova la chiesa e più in basso i resti di una zona abitativa[1]. La chiesa è rettangolare e possiede sulla facciata due finestre ed un portone di accesso[1], sul quale architrave a forma di lunetta si trova l'iscrizione che ricorda il restauro[5]: (LA)
«D. O. M. (IT)
«A Dio, il più buono, il più grande. Sulla parte superiore delle finestre si trova invece la scritta[5]: (LA)
«Refugium peccatorum (IT)
«Rifugio dei peccatori L'interno della chiesa è spoglio[5]. Sulla parete di fondo, al di sopra dei resti dell'altare, si notano i fregi e la cornice che ospitava un bassorilievo della Madonna col Bambino[1]. L'abitazione vicino alla chiesa si articolava su due piani[1]. È allo stato di rudere, ma si conservano i resti delle mura perimetrali[1]. Al primo piano vi erano due stanze prive di finestre, adibite a stalla o legnaia, mentre il piano superiore, pavimentato in mattonelle in cotto, veniva utilizzato come dormitorio[1]. Note
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