La zebra di Grévy (Equus grevyi), a volte detta zebra imperiale, è un mammifero della famiglia degli Equidi.
Prende il nome da Jules Grévy, presidente della Francia: fu il governo dell'Abissinia, negli anni '80 dell'Ottocento, a volergli dedicare il nome dell'animale.
La zebra di Grévy, sotto molti aspetti, ricorda il mulo, mentre le altre specie di zebra sono più facilmente avvicinabili al cavallo. È la specie di zebra dalle dimensioni maggiori. Alta 1,25-1,5 metri al garrese, è lunga 2,5-3 metri dalla testa alla coda, con quest'ultima che misura tra i 38 e i 75 centimetri. I maschi pesano tra i 380 e i 450 kilogrammi[4], le femmine tra i 350 e i 400. È tra le diverse specie, quella con le orecchie di dimensioni maggiori e con le striature tra loro più ravvicinate.
Equus grevyi var. faurei è una varietà somala di Equus grevyi caratterizzata da peli bianchi sulla coda.[5]
Dagli anni '70, la specie è considerata in pericolo, a causa soprattutto del degrado del suo habitat e della caccia[6], praticata per il suo mantello che, sui mercati mondiali, è valutato ad un prezzo molto elevato. Oggi gode di massima protezione.
Per cercare di aumentare il numero e espanderne l'areale, la zebra di Grevy è stata introdotta nell'ecosistema del Parco nazionale dello Tsavo in due traslocazioni: 22 individui rilasciati nel Tsavo East National Park nel 1964 e 30 individui rilasciati nel Tsavo West National Park nel 1977. Un grosso branco viene allevato anche nel parco privato Lewa Wildlife Conservancy[7].
Tassonomia
Il termine "zebra" indica diverse specie del genereEquus, caratterizzate da un mantello a strisce nere e bianche. Il genere Equus è suddiviso in quattro sottogeneri: Equus, Asinus, Hippotigris e Dolichohippus.
Mentre la zebra delle pianure e la zebra delle montagne appartengono al sottogenere Hippotigris, la zebra di Grévy è l'unica specie del sottogenere Dolichohippus.