Eptifibatide
L'Eptifibatide è il principio attivo di indicazione specifica della profilassi post-infarto. È un antiaggregante piastrinico inibitore della classe degli inibitori della glicoproteina IIb/IIIa. Si tratta di un eptapeptide ciclico derivato da una proteina isolata dal veleno di un serpente a sonagli (Sistrurus miliarius barbouri). Appartiene alla classe dei cosiddetti arginina-glicina-aspartato-mimetici e lega in modo reversibile le piastrine. Ha un'emivita breve ed essendo un farmaco di natura peptidica è inattivato dal pH gastrico pertanto non può essere somministrato per via orale. Storicamente è stato il terzo inibitore della glicoproteina IIb/IIIa a ricevere l'autorizzazione all'immissione in commercio dopo l'anticorpo monoclonale abciximab ed il farmaco non-peptidico tirofiban. IndicazioniL'eptifibatide è usato per ridurre il rischio di eventi cardio-ischemici acuti (infarto del miocardio e/o morte) in pazienti con angina instabile o con infarto NSTEMI sia destinati all'angioplastica coronarica sia assegnati ad una terapia conservativa non chirurgica. Il farmaco è sempre cosomministrato con aspirina o clopidogrel ed eparina (a basso peso molecolare o non frazionata). Possono essere aggiunti al trattamento se necessario anche nitrati, beta bloccanti, lidocaina, analgesici oppioidi e/o benzodiazepine. Prima di iniziare la terapia con eptifibatide dovrebbe sempre essere effettuata una valutazione angiografica o altre procedure diagnostiche. Il farmaco per le sue criticità relative allo stato di salute dei pazienti e dei possibili effetti collaterlai è di uso esclusivo dei pazienti ospedalizzati. Controindicazioni
Dosaggi
FarmacodinamicaGli antiaggreganti piastrinici diminuendo l'azione tipica delle piastrine inibiscono la formazione di trombi dove gli anticoagulanti si mostrano inefficaci visto che i trombi si formano dalle piastrine stesse. Fra le varie tipologie si ritrovano gli inibitori della glicoproteina IIb/IIIa. Effetti collateraliVa ricordato che tutti i pazienti a cui viene somministrato eptifibatide sono gravi, e la gran parte di essi riceve anche altri trattamenti farmacologici noti per i loro effetti collaterali. Pertanto non tutti gli effetti collaterali elencati possono essere attribuiti al solo trattamento con eptifibatide. In ogni caso il rapporto rischio-beneficio resta spesso favorevole proprio alla luce della gravita delle indicazioni terapeutiche. Il principale effetto collaterale nello studio clinico PURSUIT sono state le emorragie gravi.[1] Le emorragie si sono verificate sia al sito d'iniezione sia a livello sistemico, come nel caso di sanguinamento urogenitali. In alcuni casi le emorragie hanno richiesto trasfusioni di sangue o plasma per arrestare l'emorragia ed evitare l'anemia. Emorragie gravi hanno interessato il 4,4 ed il 4,7% dei pazienti rispettivamente in base alla velocità di infusione (0.5 µg/kg/min o 0.75 µg/kg/min). Sono stati registrati anche alcuni casi di morte in seguito ad emorragia grave attribuibile al trattamento farmacologico. Non sono stati osservati ictus emorragici. Nello 0,2% dei casi è stata notata trombocitopenia, per la quale è stata proposta una spiegazione di natura allergica. Inoltre si è verificata di frequente (nel 6% dei casi) ipotensione. È stata relativamente frequente anche l'nsufficienza cardiaca (2% dei casi) e le aritmie serie (fibrillazione ventricolare nell'1,5% atriale nel 5% dei casi). Reazioni anafilattiche che possono mettere a rischio la vita del paziente sono state osservate almeno nello 0,2% dei casi e sono state correlate alla natura peptidica dell'eptifibatide. Altri effetti collaterali sono stati rari o di lieve entità e possono non essere direttamente correlati al trattamento con il farmaco. Note
Bibliografia
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