L'elleborina violacea (Epipactis atrorubens (Hoffm.) Besser, 1809) è una piccola pianta erbacea perenne dai fiori purpurei o violetti, appartenente alla famiglia delle Orchidacee.[1]
Etimologia
Il termine Epipactis si trova per la prima volta negli scritti di Dioscoride Pedanio (Anazarbe in Cilicia, 40 circa - 90 circa) che fu un medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone. L'origine di questo termine è sicuramente greca, ma l'etimologia esatta ci rimane oscura (qualche testo lo traduce con “crescere sopra”). Sembra comunque che in origine sia stato usato per alcune specie del genereHelleborus. L'epiteto specifico (atrorubens = rosso-scuro) fa riferimento al particolare colore dei fiori di queste piante[2].
La specie fu descritta inizialmente da Johann Centurius Hoffmann Graf von Hoffmannsegg (Dresda, 23 agosto 1766 – Dresda, 13 dicembre 1849) botanico, entomologo ed ornitologo tedesco; in seguito il lavoro fu completato dal botanico polacco-austriaco Wilibald Swibert Joseph Gottlieb von Besser (1784-1842) in una pubblicazione del 1809.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Braunrote Sumpfwurz; in francese si chiama Epipactis pourpre noirâtre; in inglese si chiama Dark red Helleborine.
Descrizione
È una pianta erbacea perenne alta normalmente da 20 a 80 cm (minimo 15 cm, massimo 100 cm). La forma biologica di questa orchidea è geofita rizomatosa (G rizh), ossia è una piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno si rigenera con nuove radici e fusti avventizi. Queste piante, contrariamente ad altri generi delle orchidee, non sono “epifite”, ossia non vivono a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni (hanno cioè un proprio rizoma).
Radici
Radici secondarie da rizoma piuttosto carnose.
Fusto
Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un rizoma orizzontale a sezione cilindrica.
Parte epigea: la parte aerea è fogliosa, eretta (un po' sinuosa) e semplice e di sezione cilindrica. La parte superiore è finemente pubescente e lievemente arrossata, mentre quella basale è glabra con alcune squame violacee.
Foglie
Le foglie sono intere a forma ovato-lanceolata (sono più larghe quelle inferiori mentre sono più strette quelle superiori), sono inoltre sessili, ma anche amplessicauli e carenate centralmente. La disposizione delle foglie è distica. Ogni pianta mediamente possiede da 6 a 11 foglie. La superficie delle foglie si presenta con diverse nervature parallele, ed è colorata di verde scuro. Dimensione delle foglie medie: larghezza 2 – 5 cm; lunghezza 6 – 9 cm.
Infiorescenza
L'infiorescenza è un racemo terminale e lineare con fiori (da 10 a 30 e più) penduli (o inclinati, o orizzontali) e pedicellati; la disposizione è leggermente unilaterale. Alla base del pedicello di ogni fiore sono presenti delle brattee erbacee a forma lanceolata. I fiori sono resupinati, ruotati cioè sottosopra tramite torsione del pedicello (e non dell'ovario come nel genereCephalanthera). Tutta l'infiorescenza è pelosa. Dimensione delle brattee inferiori: larghezza 2 mm; lunghezza 15 mm. Dimensione delle brattee superiori: lunghezza 7 – 8 mm.
Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni) di forma più o meno lanceolata, liberi e patenti; il primo verticillo (esterno) ha 3 tepali uguali di tipo sepaloide (simili ai sepali del calice del perianzio) con apice acuto e colorati di viola o purpureo all'interno; nel secondo verticillo (interno) il tepalo centrale (chiamato “labello”) è notevolmente più sviluppato degli altri due laterali che si presentano più o meno simili a quelli esterni e anche questi colorati di purpureo o viola. In genere i tepali sono pelosi all'esterno e glabri all'interno. Lunghezza dei tepali: 2 – 3 mm. Lunghezza dei tepali esterni: 4 – 5 mm.
Labello: il labello è diviso in due sezioni: la porzione posteriore del labello (basale, chiamata ipochilo) è concava e stretta, mentre quella anteriore (apicale, chiamata epichilo) è trigona e si allargata con due increspature di colore roseo. Nel mezzo tra l'ipochilo e l'epichilo è presente una strozzatura. Il labello non è speronato come in altri generi della stessa famiglia, mentre invece possiede due “calli” marrone evidenti e rugosi. La parte nettarifera si trova nel ipochilo. Lunghezza del labello: 4 mm.
Ginostemio: lo stame con la rispettiva antera biloculare è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato ginostemio[5]. L'ovariopubescente è infero su un peduncolo a forma arcuata. È inoltre piriforme-globoso (lungo al massimo 2 volte la larghezza) ed è formato da tre carpelli fusi insieme. Il polline è più o meno incoerente ed è conglutinato in due masse cerose polliniche bilobe (una per ogni loculo dell'antera); queste masse sono prive di “caudicole” (filamento di aggancio all'antera).
Fioritura: da giugno ad agosto.
Frutti
Il frutto è una capsula a forma ellittica con più coste contenente moltissimi, minuti semi. Anche le capsule, come i fiori, sono orizzontali o pendule.
Habitat: l'habitat tipico sono i macereti (ghiaioni e pietraie), i prati aridi (praterie rase, prati e pascoli dal piano collinare a quello subalpino) e le boscaglie (soprattutto schiarite forestali); ma anche arbusteti meso-termofili, pinete, gineprai e faggete. Il substrato preferito è calcareo oppure calcareo-siliceo con terreno a pH basico, bassi valori nutrizionali e mediamente secco. L'"Elleborina violacea" viene considerata una “specie pioniere”, che per prima si installa in aree incolte, argini stradali, rifiuti e discariche.
Distribuzione altudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 2.000 ms.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e subalpino.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale[6]: