Enrico II di Babenberg
Enrico II di Babenberg, detto Jasomirgott (1107 – Vienna, 13 gennaio 1177), fu conte palatino del Reno dal 1140 al 1141, margravio d'Austria dal 1141 al 1156 e, come Enrico XI, duca di Baviera dal 1141 al 1156 e duca d'Austria dal 1156 alla morte. BiografiaEra figlio del margravio Leopoldo III e della di lui consorte Agnese di Waiblingen. Dapprima divenne conte palatino del Reno sino alla sua nomina a duca di Baviera e margravio d'Austria alla morte improvvisa del fratello Leopoldo IV. Nel corso della disputa tra guelfi e Hohenstaufen nel Sacro Romano Impero, il ducato di Baviera venne strappato a Enrico X di Baviera dall'imperatore e dato in affidamento alla dinastia dei Babenberg. Il nuovo imperatore Federico I provò a trovare un compromesso con i guelfi e cedette nel 1156 al figlio di Enrico X, Enrico il Leone, la Baviera. Ai Babenberg venne riservato un risarcimento, il cosiddetto privilegium minus, attraverso il quale l'Austria venne elevata a ducato e divenne completamente indipendente dalla Baviera. A differenza del padre, che risiedette a Klosterneuburg per gran parte del suo periodo di regno, Enrico spostò la propria residenza a Vienna nel 1145. Solo grazie a questo atto la moderna capitale austriaca poté essere elevata sopra altre città come Krems, Melk o Klosterneuburg. Da allora Vienna rimase la capitale dello stato. Nel 1147 la cattedrale di Santo Stefano venne completata, divenendo un simbolo tipico di Vienna. Nel 1155 Enrico fondò il monastero di Schottenstift a Vienna, nella quale piazza antistante si trova oggi una sua statua. Sino al 1143 Enrico fu sposato con Gertrude di Sassonia (1115 – 1143), unica figlia dell'imperatore Lotario III e vedova da tre anni di Enrico X di Baviera. Nel 1148, giunto a Costantinopoli dopo il fallimento della seconda crociata, sposò Teodora Comnena, nipote dell'imperatore bizantino Manuele I.[1] Entrambi i matrimoni dimostrano inequivocabilmente il ruolo dei Babenberg nella politica europea di quei tempi. Il fratello di Enrico, Ottone di Frisinga, fu uno dei più importanti cronisti dell'epoca. Sua sorella Giuditta fu moglie di Guglielmo V del Monferrato. Il soprannome di Enrico, Jasomirgott, è documentato per la prima volta nel XIII secolo nella forma di Jochsamergott, il cui significato è ancora oggi poco chiaro. Secondo una teoria, deriverebbe dalla lingua araba che lo metterebbe in relazione con la seconda crociata a cui Enrico partecipò nel 1146. Secondo invece una tradizione popolare, deriverebbe dalla formula Ja so mir Gott helfe (Sì, sia fatta la volontà di Dio oppure, letteralmente, Sì, che Dio mi aiuti). DiscendenzaDa Teodora Comnena Enrico tre figli:
Ascendenza
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
|