Gottardo Kettler, l'ultimo Maestro dell'Ordine di Livonia, divenne il primo duca di Curlandia, mentre gli altri membri dell'Ordine divennero i nobili della Curlandia, ognuno col proprio feudo personale. In tutto, Gottardo Kettler ottenne all'incirca un terzo della terra del nuovo ducato. Mitau (Jelgava) fu designata come nuova capitale ed il luogo dove la Dieta veniva convocata due volte all'anno.
Alcune aree della Curlandia non appartenevano al Ducato. L'ex ordine dei cavalieri portaspada aveva infatti ceduto il distretto di Grobiņa (sulla costa del Mar Baltico) al Duca di Prussia. Un altro distretto, il Vescovato di Piltene, chiamato anche Vescovato di Curlandia (nella Curlandia occidentale, nei pressi del fiume Venta), apparteneva al Re Magnus di Danimarca. In teoria, alla sua morte il distretto sarebbe dovuto tornare al Ducato di Curlandia, ma ciò non avvenne se non molto tempo dopo la sua morte.
Come gli altri membri dell'Ordine Livoniano, Kettler era tedesco e prese a governare il ducato come se fosse uno stato tedesco. Nel 1570, istituì il Privilegium Gotthardinum, che legittimava i proprietari terrieri a considerare servi i contadini che nascevano nei propri feudi.[2]
Quando Gottardo Kettler morì nel 1587, i suoi figli, Federico e Guglielmo, divennero i duchi di Curlandia e divisero il Ducato in due parti (1596). Federico controllò la parte orientale (la Semigallia o, in lettoneZemgale, con capitale Jelgava (Mittau). Guglielmo governò invece la parte occidentale, la Curlandia vera e propria (in lettone: Kurzeme), con capitale Kuldīga (Goldingen). Guglielmo aggiunse al suo territorio il distretto di Globina, sposando la figlia del Duca di Prussia, poi riprese il controllo sul distretto di Piltene, ma alla fine dovette entrare a far parte della Confederazione polacco-lituana.
Comunque, le relazioni tra il duca ed i proprietari terrieri erano abbastanza ostili, visto che la stessa Confederazione appoggiava questi ultimi. Quando poi fu allontanato dal trono nel 1616, il fratello Federico rimase l'unico sovrano.
Con l'avvento del duca successivo, Giacomo Kettler, il Ducato raggiunse il suo culmine di prosperità: il nuovo duca infatti possedeva una mente aperta ed indirizzata verso il mercantilismo. Furono aperte rotte commerciali fisse verso il Regno d'Inghilterra, il Regno di Francia e tutti i paesi dell'Europa occidentale. Giacomo fondò anche la flotta mercantile ufficiale del Ducato di Curlandia, i cui porti principali erano Windau (oggi Ventspils) e Libau (l'odierna Liepāja).
Comunque, anche durante questo periodo, il Ducato di Curlandia suscitava l'interesse della Confederazione polacco-lituana e della Svezia. Nel 1655 l'esercito svedese invase il Ducato, dando inizio alla Seconda guerra del nord, che si concluse con la Pace di Oliwa del 1660, che segnò il declino della potenza del Ducato.
La decadenza
Quando Giacomo morì nel 1682, fu nominato Duca suo figlio Federico II Casimiro Kettler. Durante il suo regno, l'economia continuò il declino. Il nuovo duca non seppe porre rimedio a questa situazione, provocando così una sempre più forte influenza polacca sul ducato, su cui ora cominciava ad affacciarsi l'ombra russa.
Il candidato al trono restava ora Ferdinando Kettler, che però risiedeva a Danzica, all'esterno del Ducato e così la Dieta non volle nominarlo duca. Il favorito diventava dunque Maurizio di Sassonia, figlio naturale di Augusto II di Polonia. Eletto duca nel 1726, durò solo un anno: i russi non accettarono questa nomina ed invasero il paese; il neo-duca abbandonò così il Ducato, ed i Russi divennero i protettori del paese. L'ultimo Kettler in vita, Ferdinando, morì nel 1737 ed Anna Ivanovna, diventata intanto l'imperatrice Anna I di Russia, nominò Ernesto Giovanni Biron duca di Curlandia nel 1737.
Uomo di fiducia dell'Impero russo, Biron ottenne una gran quantità di aiuti economici dalla Russia, investendoli in imponenti costruzioni, come il Palazzo di Rundāle, progettato dall'architettoitalianoBartolomeo Rastrelli, e il Ducato ebbe un qualche accenno di ripresa economica. Sul letto di morte, Anna lo designò reggente per il piccolo Ivan VI di Russia, futuro Zar. Dopo 3 mesi di reggenza, Biron venne sorpreso mentre tentava di uccidere un suo vecchio rivale il 19 novembre 1740 e condannato a morte per squartamento, sentenza poi commutata al confino a vita a Pelym in Siberia.
La fine del Ducato
Il re Augusto III di Polonia, approfittando del confino di Biron e dei malumori dei latifondisti, nominò Carlo di Sassonia Duca di Curlandia; ma una parte di questi sosteneva invece il Biron. Per risolvere questa situazione, l'imperatrice Caterina II di Russia richiamò Biron dall'esilio nel 1763, togliendo alla Confederazione polacco-lituana ogni speranza di sostituire la Russia come protettore del Ducato. Ma Biron, deluso dal trattamento ricevuto, abdicò, e salì così al trono suo figlio, Pietro (1769). Ma i tumulti continuavano e alla fine, approfittando della terza spartizione della Polonia, il Ducato venne richiesto ufficialmente dall'Impero russo. Il Duca Pietro, abbandonato da tutti, e non avendo altre alternative, firmò il passaggio di consegne il 28 marzo del 1795. Il Ducato di Curlandia da quel giorno smise di esistere.