Dušan BordonDušan Bordon (Trieste, 16 dicembre 1920 – Caprese Michelangelo, 13 aprile 1944) è stato un partigiano jugoslavo, ucciso in combattimento in Italia. BiografiaInfanzia e giovinezzaNato a Trieste da genitori istriani, dopo l'avvento del fascismo si trasferisce con la famiglia nel Regno di Jugoslavia, prima a Ptuj e poi a Lubiana. Studente di filosofia, approfondisce gli studi sul marxismo-leninismo e si dedica alla diffusione di idee rivoluzionarie. Dal 1938 avvia la pubblicazione del giornale Gioventù slovena (Slovenska Mladina, poi soppressa nel 1940), dove scrive sotto vari pseudonimi. Gli anni della guerraDopo l'occupazione italiana della Slovenia entra a far parte di una brigata volontaria di studenti in Croazia, mentre più tardi rientra in clandestinità a Lubiana e raccoglie armi per la resistenza. Il 2 luglio 1941 viene arrestato dalla polizia fascista insieme al fratello Rado. Inizialmente i due vengono incarcerati a Lubiana e poi trasferiti in Italia. Nel luglio 1943 vengono entrambi deportati nel campo d'internamento di Renicci. La Brigata GaribaldiDopo l'Armistizio di Cassibile e l'abbandono del campo da parte dei soldati di guardia, i fratelli Bordon si uniscono alla lotta partigiana nell'Appennino, e Dušan diviene commissario politico della 23ª Brigata Garibaldi "Pio Borri" e comandante del reparto slavi che opera nella zona di Caprese Michelangelo[1]. Viene ucciso il 13 aprile 1944 in uno scontro a fuoco nei pressi di Caprese Michelangelo[2][3], quando il reparto slavi viene attaccato da preponderanti forze fasciste, che pure perderanno dodici uomini. Tra i partigiani, che di qui in avanti opereranno come Plotone guerriglieri slavi Dušan Bordon, muore anche Valentino Marinko[1]. MemoriaA Dušan Bordon è intitolata una scuola elementare di Capodistria. Note
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