Donato Donati (mercante)Donato Donati (1550 – Modena, 1631) è stato un mercante e banchiere italiano. BiografiaFiglio di Samuele Donati e fratello di Abraham Donati di Verona, ebreo aschenazita, arrivò a Finale Emilia presumibilmente da Bolzano nel luglio del 1600 “coi suoi servitori ed agenti e con vari cavalli”, come scrisse il Podestà di Finale Virgilio Arlotti al Segretario Ducale Giovanni Battista Laderchi.[1] È il capostipite dei Donati di Finale Emilia e di quelli di Modena.[2] La sua vita è stata studiata da Maria Pia Balboni nel suo libro del 2005 (vedi bibliografia) e dal prof. Benvenuto Donati nella sua ricostruzione della genealogia della famiglia Donati di Modena nel 1940 da Donato Donati ai giorni nostri (vedi immagini). Fu mercante “d'Acqua di Vita” e comperò nel 1602 una casa al Finale. Dal momento che al tempo gli ebrei della zona non disponevano di un luogo dove seppellire i propri morti, poco dopo il suo arrivo a Finale acquistò nel 1600 mezza biolca di terra e ottenne il 23 luglio 1600 dal duca Cesare d'Este il permesso ad usare il terreno come luogo di sepoltura, dando origine in tal modo al cimitero ebraico di Finale Emilia.[2][3] Nel 1613 gestì un banco di prestito, fu banchiere nel 1617 insieme a Simon Borgo, che sposò la figlia Rica,[4] e nel 1621 possedette la privativa del frumentone (granturco). Il 12 maggio 1606, si trasferì a Modena dove si trovano numerosi atti nell'Archivio Notarile. La sua attività si orientò in via primaria nella produzione e importazione del granturco, assistito da Simon Borgo e dal figlio Simone. Fu autorevole membro della Comunità Ebraica di Modena. Nel 1621, dopo che una carestia aveva causato una grave penuria di biade, propose a Cesare d'Este l'introduzione negli Stati Estensi della "semina del formento sarasino", proposta che venne accettata dal Duca con una grida del 15 luglio.[5] L'introduzione nei territori Estensi di tale cereale contribuì a salvare la popolazione dalle carestie e apportò notevoli benefici al Donati e ai suoi successori dal momento che egli ottenne per venticinque anni il monopolio della sua fornitura.[2] Morì a Modena nel 1632 e fu seppellito a Finale Emilia nel terreno che aveva in precedenza acquistato come cimitero ebraico. La studiosa Maria Pia Balboni ha individuato la lapide con iscrizione ebraica sopra la sua tomba e ha potuto decifrarla grazie a una trascrizione effettuata nel 1682 dal medico carpigiano Bernardino Ramazzini e ritrovata nella Biblioteca dell'Università di Lipsia. In tale iscrizione egli viene indicato come Natan della famiglia Natan e si fa riferimento al suo acquisto del terreno dove sorge il cimitero. La lapide, divisa in tre parti, contiene anche l'iscrizione relativa a un nipote e un bisnipote. Note
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