Domus Magna (Bergamo)
La Domus Magna è la sede della Fondazione MIA in via Arena già contrada di santa Grata[1] a Bergamo.
StoriaLa Fondazione MIA sorse a Bergamo nel 1265 per volontà del beato Pinamonte da Brembate e del vescovo Erbondo al solo scopo caritativo. Nel 1447 la congregazione acquistò dal comune di Bergamo un fabbricato già appartenuto alla famiglia Colleoni, facendone poi nel 1449 la propria sede quando dal comune ebbe anche l'incarico di amministrare la chiesa di Santa Maria Maggiore. Il fabbricato necessitava di una importante ristrutturazione, ma subito iniziarono problemi con il confinante Antonio Bonghi che era un noto giurista, esecutore testamentario di Bartolomeo Colleoni, il quale venne brutalmente assassinato nel marzo del 1484, pare da i Davide Brembati e dal conte Trentino Paride da Lodrone, rispettivamente figlio e genero del conte Bartolomeo Brembati, che era l'allora presidente il consiglio della MIA. La cosa venne tenuta segreta per non mettere in cattiva luce la congregazione e le sue attività benefiche, da qui la leggenda che l'assassinio si sia perpetrato ad opera di ebrei provenienti dal Trentino. Gli eredi del Bonghi consentirono il prosieguo dei lavori di costruzione, mantenendone una parte[3]. I locali della fondazione dovevano essere anche luoghi di educazione per le future generazioni con scuole pubbliche e relativo convitto. Nacque così nel 1506 la scuola che dal 1566 venne denominata Accademia Mariana[4] che aveva come scopo primario la formazione di chierici per la basilica di Santa Maria Maggiore[5]. Il desiderio degli amministratori e degli esponenti dell'Accademia degli Eccitati era di mantenere sul territorio cittadino le capacità dei giovani fermando quella che era una migrazione nelle scuole milanesi o pavesi: «...presentati a questo Consiglio da nobili signori deputati dell'Accademia gli'universali desideri delle nobili civili famiglie di questa ragguardevole Patria, di far rivivere cioè come già una volta nel suo proprio seno questo Collegio ad educazione di que' figli, che oggidì o mandansi di ottenerla in più lontani Paesi, o non potendone soffrire la spesa niuna loro se ne dona, a rovinare gravissima d'essi stessi ed a fatale conseguente della Patria stessa» I lavori di ristrutturazione vennero iniziati nel 1485 dopo un accordo con i confinanti, ancora oggi una parte del fabbricato è di proprietà dei Secco Suardo subentrati ai Bonghi. I lavori vennero terminati nel 1570. Il Seicento vide la necessità di ampliare il fabbricato per poter ospitare gli studenti del collegio Mariano che, data l'alta qualità dei suoi insegnanti,[6] non erano solo stanziali, ma erano anche esterni, arrivando a ospitare 300 scolari di cui 53 esterni che necessitavano di alloggio. La situazione piuttosto stretta dell'immobile, chiuso tra via Arena e via san Salvatore, obbligò l'ampliamento in altezza. Serve considerare che la Fondazione MIA avente come scopo sociale l'obbligo di beneficenza nonché di manutenzione della basilica mariana, aveva difficoltà a reperire quanto necessario per lavori edili. I lavori si susseguirono dal 1663-1664 al 1680-1682[7]. Non è dato conoscere chi fossero i progettisti, la documentazione cita come capomastro la presenza di Carlo Messi che lavorò sotto l'assistenza di Ambrogio Mariano, Alessandro Fantoni presente come marengone, i dipinti eseguiti da Domenico Ghislandi mentre gli stucchi realizzati da Giovanni Angelo Sala[8] La grande ala barocca del fabbricato che versa in Via Arena è stata realizzata nel XVII secolo, così come lo scalone con le decorazioni che porta ai piani superiori, mentre l'atrio d'ingresso realizzato su progetto dell'architetto Ferdinando Caccia, è del 1750 così come i lavori di adattamento locali per ospitare il Collegio Mariano, e la scuola pubblica. Il piccolo loggiato che si affaccia sul cortile interno dell'ingresso è opera dell'architetto Giovanni Urbani datato 1666 La Domus, essendo sede della Congregazione della Misericordia, fu il laboratorio per la realizzazione delle tarsie del coro della basilica mariana, e per altre opere, divenne anche il luogo dove venne depositato il battistero di Giovanni da Campione, quando venne dislocato dalla basilica nel XVII secolo. ArchitetturaIl grande portale barocco con fasce in bugnato che induce all'interno del palazzo, risale al 1664. Il macherone con la scritta MIA 1664 che vi era collocato sulla sua cima è andato perduto negli interventi di restauro eseguiti nel tempo, ne rimane alcune fotografie a testimonianza[9]. Il bellissimo loggiato progetto di Giovanni Antonio Urgani, che sostituì quello ligneo, si affaccia sul cortile la cui pavimentazione fu realizzata nel 1760 composta da baloselli racchiusi in griglie di pietra tomboidali, e si contrappone al grande orologio del 1784.
Nel 1682 viene completato il fabbricato con la parte rivolta verso Via Santa Grata. Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
|