Domenico Rossetti nacque a Trieste il 14 marzo 1774. Il padre Antonio, ricco commerciante e aristocratico triestino, aveva ricevuto da Maria Teresa d'Austria il titolo comitale e l'aggiunta del suffissode Scander al cognome nel 1775.
Rossetti studiò discipline umanistiche a Prato dal 1785 al 1790. In quell'anno si trasferì a Graz, al tempo facente parte del Sacro Romano Impero, dove studiò filosofia fino al 1792; infine si spostò a Vienna, dove si laureò in giurisprudenza nel settembre del 1800. Nello stesso anno fece ritorno a Trieste, dove nel 1804 cominciò a esercitare la professione di avvocato. Nel 1813, terminata la dominazione napoleonica sulla sua città natale, Rossetti venne nominato membro del Tribunale delle prede. Nel 1817 fu nominato procuratore civico, incarico che manterrà sino alla morte, divenendo inoltre dal 1839 presidente del Consiglio della città.
A causa dei problemi di rifornimento idrico che interessavano la città di Trieste, Rossetti cominciò a occuparsi di idrografia, esplorando le cavità carsiche maggiormente note a quel tempo e ricercando le sorgive del fiume Timavo. Raccolse pertanto i principali scritti del tempo sull'idrografia carsica, che presentò alla quarta riunione degli scienziati italiani, tenutasi a Padova nel settembre del 1842, insieme con delle note sull'utilizzo idrico delle acque e degli studi sull'abisso di Trebiciano.[1]
La fondazione della Società Minerva (1810), che si proponeva di promuovere l'arte, la letteratura e la storia della città di Trieste. La prima sede della società si trovava al piano terra di Palazzo Pitteri in Piazza Unità d'Italia. Nel 1829, questa fondazione diede vita alla rivista scientifica L'archeografo triestino;[2]
La donazione alla città di Trieste di una collezione su Francesco Petrarca e Papa Pio II, conservata al Museo Petrarchesco-Piccolomineo;
Dello scibile e del suo insegnamento: quattro discorsi e due sogni, (1832)
Pozzi artesiani, sorgenti ed acque correnti per Trieste e suo territorio (1835)
Scritti inediti, pubblicati dal municipio di Trieste nel centenario della morte (1944)
Ricordo
A Trieste gli sono stati dedicati il teatro Politeama Rossetti e un monumento nel giardino pubblico Muzio de' Tommasini, eretto nel 1901, opera dello scultore Augusto Rivalta con l'aiuto di Antonio Garella che eseguì il basamento con le allegorie di Legge, Letteratura e Ragione[3], altrove indicate come Archeologia, Poesia e Giurisprudenza[4].
La città di Trieste gli ha inoltre dedicato una via, citata in una poesia di Umberto Saba:
«Ma la via della gioia e dell'amore
è sempre Via Domenico Rossetti.»
^Domenico Rossetti de Scander, su nuovolitorale.org. URL consultato il 14 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2015).
^Antonio P. Torresi, Antonio Garella, scultore ferrarese a Firenze, in La Pianura, Ferrara, 1, 2003, pp. 49–51
^Marzia Ratti [a cura di], Antonio Garella scultore e i monumenti a Garibaldi: [La Spezia, Palazzina delle Arti, 19 aprile-9 ottobre 2011], La Spezia, Istituzione per i Servizi Culturali, Silvana, Cinisello Balsamo, 2011, p. 85