La primitiva sede episcopale si trovava nei dintorni del castello di Lettere: all'interno delle mura sorgeva la cattedrale di Santa Maria Trinitatorum.[1] Il primo vescovo, consacrato dal metropolita Leone II, è stato Stefano nel 987. Il 12 dicembre 1169 il capitolo metropolitano di Amalfi, con diploma al vescovo Pietro II, definì i confini della diocesi di Lettere con le terre e i casali che la componevano.[2] Il vescovo Giovanni prese parte nel 1179 al concilio Lateranense III, convocato a Roma da papa Alessandro III.
A partire dal XIII secolo si fecero tesi i rapporti fra la curia vescovile di Lettere e la chiesa arcipretale di Santa Maria Assunta di Castello di Gragnano, il cui arciprete, fino a quel momento, si credeva esente dalla giurisdizione vescovile. Una prima difficoltà fu superata con l'intervento di papa Onorio III, che destinò l'arcivescovo Alferio di Sorrento a ricomporre le controversie fra i due contendenti (1227), a favore dei diritti episcopali di Lettere. Un altro momento di tensione nel secolo successivo, quando nel 1327 il capitolo arcipretale di Gragnano si oppose inutilmente alla nomina del vescovo Pietro IV. Ancora nel 1485 il vescovo Antonio De Miraballis fece ricorso, contro le pretese di Gragnano, a papa Innocenzo VIII il quale, con la bolla Apud Sanctum Petrum del 15 giugno 1485 dette ragione al vescovo.[3] Le difficoltà tuttavia rimasero finché nel 1732 il vescovo Francesco Castello «spedì il primicerio ed il maestro d'atti con sgherri armati» per sequestrare tutte le carte con cui l'arcipretura di Gragnano poteva vantare e pretendere diritti, per poi distruggerle.[4]
«Il vescovo Giovanni Antonio Pantusa (1547-1562), teologo amico del cardinaleGirolamo Seripando, partecipò al concilio di Trento intervenendo su questioni relative all'eucaristia e al sacrificio della messa (calice ai laici) e sull'obbligo della residenza».[5] Morì a Trento, durante il concilio, e fu sepolto nella cattedrale di quella città.
Il vescovo Bartolomeo Ferro, con il permesso di papa Pio V[6], fece costruire nel 1570 la nuova cattedrale della diocesi intitolata a Santa Maria Assunta, che venne consacrata il 1º maggio 1696 dal vescovo Antonio Molinari.[1] Il capitolo della cattedrale comprendeva in origine dieci canonici, fra i quali le dignità di arcidiacono, primicerio, cantore e tesoriere; in seguito furono aggiunti altri quattro canonici.[7]
A partire almeno dal XVII secolo, sant'Anna divenne la protettrice di Lettere, e contitolare della cattedrale diocesana.
Diverse difficoltà trovarono i vescovi nella fondazione del seminario diocesano, soprattutto a causa della mancanza dei fondi necessari per il suo mantenimento. Finalmente Giovanni Cito (1698-1708) riuscì nell'impresa, destinando alla formazione del clero diocesano i proventi derivati dalla soppressione del convento degli Agostiniani di Lettere e di quello dei Domenicani di Pimonte.[8]
L'ultimo vescovo, Bernardo della Torre, pubblico 1799 una lettera pastorale con la quale dichiarava compatibili i diritti di libertà, fraternità e uguaglianza, sanciti dalla rivoluzione francese, con i dettami del Vangelo. All'arrivo dei francesi fu esiliato a Marsiglia; fece poi ritorno in patria, dove divenne vicario generale dell'arcidiocesi di Napoli, pur restando vescovo di Lettere.
(DE) Norbert Kamp, Kirche und Monarchie im staufischen Königreich Sizilien. Prosopographische Grundlegung. Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194-1266. 1. Abruzzen und Kampanien, München, 1973, pp. 408-410