Diocesi di Cauno
La diocesi di Cauno (in latino Dioecesis Cauniensis) è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli e una sede titolare della Chiesa cattolica. StoriaCauno, identificabile con le rovine nei pressi di Dalyan nell'odierna Turchia, è un'antica sede episcopale della provincia romana di Licia nella diocesi civile di Asia. Faceva parte del patriarcato di Costantinopoli ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Mira. La diocesi è documentata nelle Notitiae Episcopatuum del patriarcato di Costantinopoli fino al XII secolo.[1] Sono noti cinque vescovi di questa antica sede episcopale. Basilio figura tra i vescovi che presero parte al concilio di Seleucia del 359; il suo nome si trova tra i firmatari di una professione di fede, di tendenza ariana moderata, redatta dai sostenitori di Acacio di Cesarea.[2] Antipatre partecipò al concilio di Calcedonia del 451.[3] Ebbe probabilmente come successore Nicola, che sottoscrisse nel 458 la lettera dei vescovi della Licia all'imperatore Leone I dopo l'uccisione del patriarca alessandrino Proterio.[4] Stefano figura tra i padri che presero parte al secondo concilio di Nicea nel 787.[5] L'ultimo vescovo conosciuto è Michele, che con il nome di "vescovo di Agiopoli", partecipò al concilio di Costantinopoli dell'879-880 che riabilitò il patriarca Fozio.[6] Dal XIX secolo[7] Cauno è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 17 settembre 1972. Gli unici suoi titolari sono stati Juvencio Joan Hospital de la Puebla, vicario apostolico dell'Hunan settentrionale, in Cina, oggi diocesi di Changde; e Angelo Barbisotti, vicario apostolico di Esmeraldas in Ecuador. CronotassiVescovi greci
Vescovi titolari
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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