Diocesi di Calahorra e La Calzada-Logroño

Diocesi di Calahorra e La Calzada-Logroño
Dioecesis Calaguritana et Calceatensis - Lucroniensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Pamplona
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoSantos Montoya Torres
Presbiteri243, di cui 170 secolari e 73 regolari
1.218 battezzati per presbitero
Religiosi158 uomini, 612 donne
Diaconi3 permanenti
 
Abitanti320.000
Battezzati296.000 (92,5% del totale)
StatoSpagna
Superficie5.033 km²
Parrocchie257
 
ErezioneV secolo
Ritoromano
IndirizzoCalle Obispo Fidel García 1, 26004 Logroño [La Rioja], España
Sito webwww.iglesiaenlarioja.org
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Spagna
La cattedrale di Santo Domingo de la Calzada.
La concattedrale di Santa María de la Redonda di Logroño.
Un tratto del Cammino di Santiago di Compostela nei pressi di Santo Domingo de la Calzada.
Il seminario diocesano di Logroño.
Il palazzo vescovile di Calahorra.
Il monastero di Santa Maria la Real di Nájera.

La diocesi di Calahorra e La Calzada-Logroño (in latino: Dioecesis Calaguritana et Calceatensis - Lucroniensis) è una sede della Chiesa cattolica in Spagna suffraganea dell'arcidiocesi di Pamplona. Nel 2021 contava 296.000 battezzati su 320.000 abitanti. È retta dal vescovo Santos Montoya Torres.

Territorio

La diocesi comprende il territorio della comunità autonoma e provincia spagnola di La Rioja.

Esistono due cattedrali diocesane, la cattedrale di Santa Maria Assunta a Calahorra, e la cattedrale di San Domenico a Santo Domingo de la Calzada. A Logroño sorge invece la concattedrale di Santa Maria de La Redonda. Mentre Calahorra ospita la curia, Logroño ospita gli uffici amministrativi, la maggior parte dei vicariati e la residenza del vescovo.

Il territorio si estende su 5.033 km² ed è suddiviso in 257 parrocchie, raggruppate in 9 arcipresbiterati: Alhama-Linares, Ebro-Cidacos, Iregua-Leza, Logroño est, Logroño centro, Logroño ovest, Najerilla, Oja e Tirón.[1]

Storia

Incerte sono le origini della diocesi di Calahorra. Tradizioni leggendarie attribuiscono all'apostolo san Giacomo e al suo discepolo san Torquato l'evangelizzazione del territorio; le stesse tradizioni, senza alcun fondamento storico, elencano una serie di 18 vescovi precedenti al V secolo, epoca in cui sono attestati i primi vescovi storicamente documentati di Calahorra. Questo non esclude l'antichità di questa sede episcopale, forse risalente al III o IV secolo.[2]

Il primo vescovo di cui si abbia notizia è Silvano, le cui prese di posizione furono trattate e discusse durante il concilio romano del 465. Prima di lui, con il beneficio del dubbio, vengono assegnati a Calahorra altri due vescovi: Ianuario, che avrebbe preso parte al concilio di Elvira, agli inizi del IV secolo; e Valeriano, assegnato ai primi anni del V secolo.[2] La diocesi, che faceva parte della provincia ecclesiastica di Tarragona, comprendeva all'incirca gli odierni territori de La Rioja.[3] La maggior parte dei vescovi conosciuti furono quelli che parteciparono ai concili nazionali della Chiesa in epoca visigota, tra la fine del VI secolo e la fine del VII secolo.

A causa dell'invasione musulmana nei primi decenni dell'VIII secolo, la sede di Calahorra dovette patire alcune traversie. La prima occupazione araba della regione non impedì tuttavia la sopravvivenza della diocesi; sono infatti noti almeno altri due vescovi di Calahorra nei primi anni del IX secolo, Teodomiro e Recaredo. Per altri vescovi, l'attribuzione a Calahorra è incerta, dubbia o errata.[4]

La progressiva riconquista dei territori sotto dominio musulmano portò alla nascita, nei territori della diocesi di Calahorra, di due sedi vescovili, la diocesi di Álava e, a sud, la diocesi di Nájera.[5] Quest'ultima località fu sede dei re che portarono il nome di re di Navarra o di Nájera,[6] mentre i vescovi che accompagnarono la corte si ritennero successori ed eredi dei vescovi di Calahorra. Il primo vescovo noto storicamente con il titolo di "vescovo di Nájera" è Tudemiro, documentato dal 947 al 952.[7] Nel 1052 il re Sancho re di Navarra concesse ai vescovi come sede vescovile e cattedrale diocesana la chiesa del monastero di Santa Maria la Real.[8]

Nel 1045 fu riconquistata la città di Calahorra. I vescovi tuttavia continuarono a risiedere a Nájera, oppure nel monastero di Albelda, portando indifferentemente i titoli di episcopi Calagurritani, Naiarensis oppure in Albelda. Solo nel 1180 dovettero abbandonare Nájera, quando il re cedette il monastero e la chiesa ai monaci cluniacensi.[9]

Verso la fine dell'XI secolo, il re Alfonso VI ampliò i confini della diocesi includendo l'Álava e la sua diocesi, contestualmente soppressa, la Biscaglia, parte della Navarra, parte di Gipuzkoa, parte di Burgos e di Soria. Queste modifiche furono confermate da papa Pasquale II nel 1109 e da papi successivi fino a papa Celestino III (1192).[10]

Pur portandone il titolo, la sede di Calahorra era molto decentrata rispetto al vasto territorio diocesano e inoltre posta in una zona di continui conflitti e guerre tra potentati locali. Per questo motivo, fin dal 1180 i vescovi concepirono il progetto di fissare la propria residenza a La Calzada, cosa che sollevò le proteste del capitolo dei canonici di Calahorra. Il 27 novembre 1229 papa Gregorio IX approvò il trasferimento della sede episcopale da Calahorra a La Calzada,[11] decisione che lo stesso papa confermò il 14 aprile 1232.[12] Tuttavia, l'opposizione e le prepotenze di feudatari locali, resero vane queste decisioni e nel 1235 i vescovi dovettero porre definitivamente la loro sede a Calahorra. Da questo momento, con due cattedrali e due capitoli di canonici, la diocesi assunse il nome di diocesi di Calahorra e La Calzada.[13]

A metà del XIII secolo, la diocesi comprendeva circa 600 parrocchie, raggruppate in 24 arcipreture, a loro volta riunite in 4 arcidiaconati. A questi dati sono da aggiungere almeno altre 100 parrocchie, che dipendevano dai numerosi monasteri presenti nel territorio diocesano.[14]

Nel 1318 entrò a far parte della provincia ecclesiastica di Saragozza, in cui rimase fino al 1574, quando divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Burgos.[15]

La cronotassi di Calahorra si caratterizza per la presenza di numerosi vescovi, spesso trasferiti ad altre diocesi, o prematuramente deceduti in carica, a volte anche dopo pochi mesi di episcopato.

Nel 1779 fu istituito il seminario maggiore a Logroño.[16]

L'8 settembre 1861 una porzione del territorio della diocesi fu ceduta a vantaggio dell'erezione della diocesi di Vitoria, con giurisdizione sulla provincia di Álava. Questa decisione era stata presa con il concordato del 1851,[17] ma trovò attuazione solo 10 anni dopo, per l'opposizione dei vescovi di Pamplona.[18]

Lo stesso concordato prevedeva il trasferimento della sede vescovile nella città di Logroño.[17] L'attuazione di questa clausola concordataria trovò enormi difficoltà, in particolare per l'opposizione degli abitanti di Calahorra e di La Calzada, soprattutto alla fine dell'episcopato di Antonio María Cascajares y Azara (1891). Ciò provocò una crisi nei rapporti tra lo Stato e la Chiesa, che ebbe come conseguenza la vacanza della sede per 35 anni (1892-1927).[16]

Il 2 novembre 1949 cedette l'exclave di Condado de Treviño alla diocesi di Vitoria.[19]

Il 2 settembre[20] e il 22 novembre 1955[21], con due distinti decreti della Congregazione Concistoriale, entrambi denominati Initis inter, furono rivisti i confini della diocesi per farli coincidere con quelli della provincia civile della Rioja, in applicazione del concordato tra la Santa Sede e il governo spagnolo del 1953. La diocesi di Calahorra e La Calzada cedette gli arcipresbiterati di Viana e di Amescoas alla diocesi di Pamplona, quelli di Yanguas e di San Pedro Manrique alla diocesi di Osma e altre 10 parrocchie all'arcidiocesi di Burgos. Contestualmente si ampliò con l'arcipresbiterato di Alfaro, appartenuto alla diocesi di Tarazona, e gli arcipresbiterati di Canales, Ezcaray e Treviana, in precedenza appartenuti all'arcidiocesi di Burgos.

L'11 agosto 1956 la diocesi entrò a far parte della provincia ecclesiastica di Pamplona.

Il 9 marzo 1959 ha assunto la denominazione attuale in forza della bolla Quandoquidem quaelibet Ecclesia di papa Giovanni XXIII.

Il 23 ottobre 1965, con la lettera apostolica Amor dulcissimus, papa Paolo VI ha proclamato la Beata Maria Vergine di Vallevenaria, patrona principale della diocesi.[22]

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Calahorra

Vescovi di Nájera

  • Benedetto I ? † (documentato dal 938 al 947)[29]
  • Tudemiro † (documentato dal 947 al 952)
  • Munio † (documentato dal 971 al 975)
  • Benedetto II † (documentato dal 977 al 989)
  • Acto (o Vincenzo?) † (menzionato nel 992)
  • Biagio † (documentato dal 996 al 997)
  • Garsia I (o Gansea) † (menzionato nel 1001)
  • Benedetto III † (documentato dal 1001 al 1020)
  • Garsia II † (documentato dal 1021 al 1023)
  • Froila † (menzionato nel 1024)
  • Sancio † (documentato dal 1032 al 1047)

Vescovi di Calahorra (sede restaurata)

Vescovi di Calahorra e La Calzada

    • Mauricio † (31 gennaio 1237 - febbraio 1238 dimesso) (amministratore apostolico)[32]
  • Jerónimo Aznar † (1238 - 1263 deceduto)[33]
  • Fernando Vivián † (1263 - 1273 dimesso)[34]
  • Esteban de Sepúlveda † (1273 - 1280)
  • Rodrigo Jiménez † (1281 - 1282)
  • Martín García † (luglio 1282 - 15 dicembre 1286 nominato vescovo di Astorga)[35]
  • Juan Almoravid † (5 gennaio 1287 - 9 giugno 1300 nominato arcivescovo di Siviglia)
  • Fernando González † (13 giugno 1300 - 6 maggio 1303 deceduto)
  • Rodrigo Ordóñez † (13 marzo 1304 - 20 febbraio 1311 deceduto)[36]
  • Miguel Romero de Yanguas † (25 aprile 1313 - 11 agosto 1326 deceduto)
  • Juan de Santo Domingo † (3 settembre 1326 - 21 gennaio 1346 deceduto)
  • Pedro † (13 febbraio 1346 - 17 settembre 1348 nominato vescovo di Burgos)
  • Lope de Fontecha † (15 ottobre 1348 - 8 giugno 1351 nominato vescovo di Burgos)
  • Gonzalo † (8 giugno 1351 - 1352 deceduto)
  • Fernando Manuel I † (16 luglio 1352 - 6 aprile 1362 nominato vescovo di Burgos)
  • Robert Le Coq † (6 aprile 1362 - 1372 deceduto)
  • Gonzalo Díaz de Mena † (16 novembre 1373 - 11 agosto 1382 nominato vescovo di Burgos)
  • Juan de Villacreces † (29 ottobre 1382 - 28 gennaio 1394 nominato vescovo di Burgos)
  • Juan Ramírez de Guzmán † (28 gennaio 1394 - 30 luglio 1403 nominato vescovo di Avila)
    • Alfonso † (30 luglio 1403) (vescovo eletto)
  • Fernando Manuel II † (31 ottobre 1403 - 1408 deceduto)
  • Diego López de Zúñiga † (15 dicembre 1408 - 1443 deceduto)
  • Pedro López de Miranda † (11 ottobre 1443 - 1453 deceduto)
  • Pedro González de Mendoza † (28 novembre 1453 - 30 ottobre 1467 nominato vescovo di Sigüenza)
  • Rodrigo Sánchez de Arévalo † (30 ottobre 1467 - 6 ottobre 1469 nominato vescovo di Palencia)
  • Juan Díaz de Coca † (13 febbraio 1470 - 12 marzo 1477 deceduto)
  • Pedro de Aranda † (24 marzo 1477 - 1494 deposto)[37]
    • Jaime de Sierra † (1494 - 1499 dimesso) (amministratore apostolico)
  • Juan de Ortega † (6 settembre 1499 - 5 maggio 1503 nominato vescovo di Coria)
  • Fadrique de Portugal Noreña, O.S.B. † (5 maggio 1503 - 22 dicembre 1508 nominato vescovo di Segovia)
  • Juan Fernández Velasco † (22 dicembre 1508 - 22 luglio 1514 nominato vescovo di Palencia)
  • Juan Castellanos de Villalba † (25 maggio 1515 - 23 agosto 1522 deceduto)
  • Alonso de Castilla Zúñiga † (11 marzo 1523 - 8 febbraio 1541 deceduto)
  • Antonio Ramírez de Haro † (27 giugno 1541 - 6 agosto 1543 nominato vescovo di Segovia)
  • Juan Yanes † (24 settembre 1543 - 24 dicembre 1544 deceduto)
  • Juan Bernal Díaz de Luco † (17 aprile 1545 - 14 settembre 1556 deceduto)
  • Diego Fernández de Córdoba Velasco † (1º ottobre 1557 - 15 settembre 1558 deceduto)
  • Juan Quiñones Guzmán † (2 agosto 1559 - 12 settembre 1576 deceduto)
  • Juan Ochoa Salazar † (11 settembre 1577 - 7 agosto 1587 nominato vescovo di Plasencia)
  • Antonio Manrique, O.F.M. † (7 agosto 1587 - 20 gennaio 1589 deceduto)
  • Pedro Portocarrero † (20 marzo 1589 - 12 gennaio 1594 nominato vescovo di Cordova)
  • Pedro Manso Zúñiga † (23 marzo 1594 - 12 settembre 1612 deceduto)
  • Pedro González del Castillo † (17 febbraio 1614 - 5 agosto 1627 deceduto)
  • Miguel Ayala † (5 maggio 1628 - 19 agosto 1632 deceduto)
  • Gonzalo Chacón Velasco y Fajardo † (31 gennaio 1633 - 27 maggio 1642 deceduto)
  • Juan Piñeiro Osorio † (13 luglio 1643 - 21 ottobre 1647 nominato vescovo di Pamplona)
  • Juan Juániz de Echalar † (16 dicembre 1647 - 13 ottobre 1656 deceduto)
  • Martín López de Ontiveros † (18 giugno 1657 - 30 settembre 1658 nominato arcivescovo di Valencia)
  • Fernando Heras Manrique † (2 dicembre 1658 - 1659 deceduto)
  • Bernardo de Ontiveros, O.S.B. † (9 giugno 1659 - 3 novembre 1662 deceduto)
  • Juan García de la Peña † (20 marzo 1663 - 23 maggio 1667 deceduto)
  • Francisco Rodríguez Castañón † (12 dicembre 1667 - 1669 deceduto)
  • Gabriel de Esparza Pérez † (2 giugno 1670 - 10 gennaio 1686 deceduto)
  • Pedro de Lope y Dorantes † (12 agosto 1686 - 5 dicembre 1700 deceduto)
    • Domingo de Orueta y Ceceaga † (1701 deceduto) (vescovo eletto)
  • Francisco Antonio de Borja-Centelles y Ponce de Léon † (18 luglio 1701 - 3 aprile 1702 nominato arcivescovo di Burgos)
  • Ildefonso de Mena y Borja † (8 maggio 1702 - 4 ottobre 1714 deceduto)
  • Antonio Horcasitas Avellaneda † (18 marzo 1715 - 21 dicembre 1716 deceduto)
  • José Espejo Cisneros † (12 luglio 1717 - 8 aprile 1747 dimesso)
  • Diego Rojas Contreras † (6 maggio 1748 - 12 marzo 1753 nominato vescovo di Cartagena)
  • Andrés Porras Termes † (26 settembre 1753 - 16 luglio 1764 deceduto)
  • Juan Luengo Pinto † (17 dicembre 1764 - 17 aprile 1784 deceduto)
  • Pedro Luis Ozta Múzquiz † (27 giugno 1785 - 20 gennaio 1789 deceduto)
  • Francisco Mateo Aguiriano Gómez † (29 marzo 1790 - 21 settembre 1813 deceduto)
  • Atanasio Puyal Poveda † (26 settembre 1814 - 21 ottobre 1827 deceduto)
  • Ignacio Ribes Mayor † (15 dicembre 1828 - 24 febbraio 1832 nominato arcivescovo di Burgos)
  • Pablo García Abella, C.O. † (15 aprile 1833 - 17 gennaio 1848 nominato arcivescovo di Valencia)
  • Gaspar Cos Soberón † (3 luglio 1848 - 15 dicembre 1848 deceduto)
  • Miguel José Irigoyen † (20 maggio 1850 - 18 febbraio 1852 deceduto)
  • Cipriano Juárez Berzosa † (27 settembre 1852 - 23 maggio 1858 deceduto)
    • Sede vacante (1858-1861)
  • Antolín Monescillo y Viso † (22 giugno 1861 - 27 marzo 1865 nominato vescovo di Jaén)
  • Fabián Sebastián Arenzana Magdaleno † (25 settembre 1865 - 9 novembre 1874 deceduto)
  • Gabino Catalina del Amo † (5 luglio 1875 - 11 gennaio 1882 deceduto)
    • Sede vacante (1882-1884)
  • Antonio María Cascajares y Azara † (27 marzo 1884 - 17 dicembre 1891 nominato arcivescovo di Valladolid)
    • Sede vacante (1892-1927)
    • Santiago Palacios y Cabello † (1892 - 1899) (vicario capitolare)
    • Gregorio María Aguirre y García,[38] O.F.M. † (2 dicembre 1899 - 29 aprile 1909 nominato arcivescovo di Toledo) (amministratore apostolico)
    • Manuel San Román y Elena[39] † (24 giugno 1909 - 29 agosto 1911 deceduto) (amministratore apostolico)
    • Juan Plaza y García[40] † (6 settembre 1911 - 16 dicembre 1920 nominato vescovo di Santander) (amministratore apostolico)
    • Fidel García Martínez[40] † (16 dicembre 1920 - 7 settembre 1927 nominato vescovo) (amministratore apostolico)
  • Fidel García Martínez † (7 settembre 1927 - 7 maggio 1953 dimesso[41])
  • Abilio del Campo y de la Bárcena † (7 maggio 1953 - 20 dicembre 1976 dimesso)

Vescovi di Calahorra e La Calzada-Logroño

Statistiche

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 320.000 persone contava 296.000 battezzati, corrispondenti al 92,5% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1949 235.000 235.000 100,0 566 442 124 415 260 850 353
1959 234.800 234.990 99,9 538 400 138 436 851 1.070 273
1970 235.020 235.140 99,9 443 336 107 530 197 885 275
1980 250.392 252.110 99,3 442 304 138 566 277 936 263
1990 261.725 265.414 98,6 414 297 117 632 264 855 247
1999 262.743 267.022 98,4 359 249 110 731 222 794 248
2000 263.554 271.134 97,2 354 248 106 744 218 782 248
2001 261.744 270.875 96,6 350 243 107 747 218 769 248
2002 265.027 273.514 96,9 346 239 107 765 1 216 763 248
2003 266.119 296.097 89,9 338 233 105 787 1 226 759 248
2004 261.715 287.000 91,2 329 225 104 795 1 209 750 248
2006 273.101 301.084 90,7 340 236 104 803 178 762 230
2013 291.100 323.609 90,0 280 212 68 1.039 175 600 253
2016 302.203 315.141 95,9 273 208 65 1.106 1 161 613 253
2019 287.047 316.551 90,7 266 195 71 1.079 4 162 620 253
2021 296.000 320.000 92,5 243 170 73 1.218 3 158 612 257

Note

  1. ^ Dal sito web della diocesi.
  2. ^ a b c Alamo, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, col. 276.
  3. ^ Alamo, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, col. 278.
  4. ^ Alamo, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, col. 281.
  5. ^ Alamo, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, col. 283.
  6. ^ Justiniano García Prado, El reino de Nájera, Biblioteca Gonzalo de Berceo, ed. online.
  7. ^ Alamo, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, col. 285.
  8. ^ Alamo, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, col. 286.
  9. ^ Alamo, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, col. 288-289.
  10. ^ Alamo, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, coll. 283 e 291.
  11. ^ José González Texada, Historia de Santo Domingo de la Calzada... y noticias de la catedral, Madrid, 1702, pp. 204-205.
  12. ^ González Texada, Historia de Santo Domingo de la Calzada... y noticias de la catedral, p. 207.
  13. ^ Alamo, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, coll. 291-293.
  14. ^ Alamo, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, col. 296.
  15. ^ Alamo, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, coll. 298 e 302.
  16. ^ a b Alamo, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, col. 304.
  17. ^ a b Angelo Mercati (a cura di), Raccolta di concordati su materie ecclesiastiche tra la Santa Sede e le Autorità Civili, Roma 1919, p. 773.
  18. ^ Alamo, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, col. 303
  19. ^ (LA) Bolla Quo commodius, AAS 42 (1950), pp. 535-536.
  20. ^ (LA) Decreto Initis inter, AAS 47 (1955), pp. 738-742.
  21. ^ (LA) Decreto Initis inter, AAS 48 (1956), pp. 146-148.
  22. ^ (LA) Lettera apostolica Amor dulcissimus, AAS 58 (1966), pp. 429-430.
  23. ^ a b Fabian D. Zuk, De episcopis Hispaniarum: agents of continuity in the long fifth century, Montreal, 2015, pp. 179 e 182.
  24. ^ a b Vescovo inserito nelle cronotassi tradizionali, ma escluso da España Sagrada (vol. XXXIII, pp. 146 e seguenti).
  25. ^ a b c d e Luis A. García Moreno, Prosopografía del reino visigodo de Toledo, Universidad de Salamanca, 1974, pp. 208-209.
  26. ^ Vescovo che sottoscrisse il diploma di dotazione della nuova cattedrale di Oviedo. Il documento, datato al 792 o all'802, è ritenuto fortemente sospetto. España Sagrada, vol. XXXIII, pp. 173 e seguenti. Sáinz Ripas, Los obispos de Calahorra en la Edad Media, p. 38. Alamo, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XI, col. 281. Martín Viso, Organización episcopal y poder entre la antigüedad tardía y el medioevo, pp. 167-168 (e nota 83).
  27. ^ España Sagrada, vol. XXXIII, p. 177. Sáinz Ripas, Los obispos de Calahorra en la Edad Media, p. 38. Alamo, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XI, col. 281. Martín Viso, Organización episcopal y poder entre la antigüedad tardía y el medioevo, pp. 167-168 (e nota 83).
  28. ^ Dopo Recaredo, alcuni studi inseriscono altri vescovi nella cronotassi di Calahorra, la cui appartenenza a questa sede è tuttavia dubbia. Vivere o Bivere (871) è ritenuto il primo vescovo Álava, Severo è menzionato in un falso diploma (876), mentre il nome di Stefano non è accompagnato dalla menzione della sede di appartenenza. España Sagrada, vol. XXXIII, pp. 178 e seguenti. Alamo, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XI, col. 281.
  29. ^ Secondo alcuni autori, questo vescovo sarebbe uno sdoppiamento di uno degli omonimi successivi. DHGE, vol. VIII, col. 244-245.
  30. ^ La cronotassi da Sancho de Grañón (1109-1116) a Juan de Santo Domingo (1326-1346) è quella documentata da Alamo («Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, col. 306), che integra e corregge quelle tradizionali, pubblicate da Gams e Eubel.
  31. ^ Per i due vescovi eletti Guillermo Durán e Rodrigo de Basín, in competizione fra loro, vedere: Eubel, Hierarcha catholica, vol. I, p. 155, nota 1 di Calahorra. Alamo, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. XI, col. 293
  32. ^ Vescovo di Burgos.
  33. ^ Le cronotassi tradizionali pongono la fine dell'episcopato di Jerónimo Aznar nel 1257 e lo fanno seguire da un certo Arias Lopez, che è da identificare con lo stesso Jerónimo, morto nel 1263.
  34. ^ Questo vescovo è stato sdoppiato nelle cronotassi tradizionali, originando due vescovi di nome Fernando e Vivián.
  35. ^ Ricevette la consacrazione episcopale solo dopo il suo trasferimento a Astorga. Governò la diocesi tramite dei delegati, tra cui probabilmente anche il vescovo Blasio (Blas), spesso menzionato nei documenti dell'epoca, e che alcune cronotassi inseriscono tra i vescovi di Calahorra. Alamo, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, col. 297
  36. ^ Eubel, sulla scia di Gams, pone la morte di Rodrigo Ordóñez nel 1305 e lo fa seguire da Juan Muñoz, trasferito dalla sede di Cartagena. Ma le informazioni e la cronologia non concordano con quelle che lo stesso Eubel riporta nella voce relativa a Cartagena, e con le informazioni di Alamo («Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. XI, coll. 298 e 306).
  37. ^ Secondo Eubel (vol. II, p. 114, nota 4), Pedro de Aranda sarebbe stato degradato, per presunta eresia, il 16 novembre 1498.
  38. ^ Arcivescovo di Burgos.
  39. ^ Vescovo titolare di Milasa.
  40. ^ a b Vescovo titolare di Ippo.
  41. ^ Nominato vescovo titolare di Sululi.
  42. ^ Dal 15 settembre 2003 al 29 maggio 2004, giorno della presa di possesso di Juan José Omella, fu amministratore apostolico Fernando Sebastián Aguilar, C.M.F., arcivescovo metropolita di Pamplona e vescovo di Tudela.

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