Il territorio si estende su 8.048 km² ed è suddiviso in 265 parrocchie, raggruppate in 6 arcipresbiterati: Alberche, città di Avila, Avila rural, Barco-Piedrahita, Moraña, Tiétar.[1]
Storia
Una tradizione, non anteriore al XVI secolo, lega l'evangelizzazione del territorio di Avila a san Secondo, uno dei sette viri apostolici inviati da san Pietro ad annunciare il vangelo nella Hispania romana. Questa tradizione è puramente leggendaria ed il culto a San Secondo è attestato ad Avila solo a partire dal 1564. Altrettanto dubbia è la passio dei santi Vincenzo, Sabina e Cristeta, che avrebbero subito il martirio ad Avila durante la persecuzione ordinata dall'imperatore Diocleziano.
La diocesi fu eretta probabilmente nell'ultimo quarto del IV secolo, quando si trova traccia del vescovo eretico Priscilliano, giustiziato a Treviri nel 385. Tuttavia non si conoscono più nomi di vescovi per i due secoli successivi e nessun vescovo di Avila fu presente ai primi concili visigotici. Il primo vescovo noto è Giustiniano, che prese parte al concilio di Toledo del 610. Anticamente la sede di Avila era suffraganea dell'arcidiocesi di Augusta Emerita, sede metropolitana della provincia romana della Lusitania. Con l'inizio dell'VIII secolo, la regione subì l'invasione e l'occupazione araba: fino alla Reconquista si perdono le tracce della presenza cristiana ad Avila.
Sul finire dell'XI secolo, la città ed il suo territorio furono riconquistati dai cristiani e colonizzati da popolazioni cristiane provenienti da nord. Nel 1100 la diocesi è affidata, con quelle di Zamora e di Salamanca, al vescovo di Valencia, perché ne curi la riorganizzazione ecclesiastica. La diocesi fu ben presto ricostituita ed il primo vescovo noto è Jerónimo, presente sulla sede di Avila nel 1103. Con la sua restaurazione, la diocesi entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Santiago di Compostela.
Nel XII secolo fu terminata la costruzione del modesto edificio della primitiva cattedrale; successivamente vennero costruite alcune grandi chiese romaniche e i primi monasteri. Nello stesso periodo viene delimitato il confine diocesano, stabiliti da papa Innocenzo II nel 1138.
Dal XII al XVI secolo, la città e la diocesi vissero l'epoca di massimo splendore, testimoniato dai numerosi monumenti sia civili che religiosi che arricchiscono ancora oggi la città. L'inquisizione spagnola fu molto attiva ad Avila e diversi furono gli autodafé e le condanne al rogo eseguite, soprattutto nel XV secolo. Avila è nota poi per la presenza di santa Teresa, riformatrice, assieme a san Giovanni della Croce, dell'Ordine Carmelitano nel XVI secolo. Nel 1568, durante l'episcopato di Álvaro Hurtado de Mendoza, fu istituito il seminario diocesano.
Una grave crisi colpì la diocesi nella prima metà del XIX secolo. Dopo aver subito i danni delle guerre napoleoniche, fu privata della presenza di tutti gli ordini religiosi maschili, i cui beni furono espropriati dallo stato e si vide spogliata di gran parte del suo patrimonio economico, artistico e culturale.
Durante la guerra civile del 1936 furono distrutti edifici e archivi religiosi e morirono di morte violenta trenta sacerdoti diocesani: per cinque di questi è in corso il processo di canonizzazione. Negli anni successivi la ricostruzione della diocesi fu abbastanza rapida.
Tra il 1954 ed il 1955, facendo seguito al concordato del 1953 che stabiliva di far coincidere i limiti delle diocesi con quelli delle province civili, il territorio di Avila ha subito delle modifiche: la diocesi ha ceduto 23 parrocchie all'arcidiocesi di Valladolid, 31 a quella di Toledo e 9 alla diocesi di Segovia; e ha acquisito due parrocchie dalla diocesi di Segovia e una dall'arcidiocesi di Toledo.
Cronotassi dei vescovi
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
^La sede risulta essere vacante il 17 settembre 1240.
^Lambert attribuisce al vescovo Pedro il cognome Cortés de Medina del Campo; potrebbe trattarsi in effetti di due vescovi distinti, Pedro Cortés (1293-1302) e Pedro González (1302-1312).
^Quando fu nominato dalla Santa Sede, era già deceduto da cinque giorni.