È una specie coloniale, che forma ampie colonie arborescenti che possono superare il metro di diametro.[2]
I coralliti hanno morfologia variabile, e raramente superano i 4 cm di altezza, con un diametro del calice sino a 2 cm. I setti sono irregolarmente disposti in 4-5 cicli, talora incompleti.[2]
La specie è presente nelle acque fredde di tutti gli oceani, con l'eccezione dei mari polari. Il maggior numero di popolazioni conosciute si concentra nell'oceano Atlantico nord-occidentale.[5][6][7][8]
Colonie di D. pertusum si ritrovano a profondità comprese tra i 39 m nel fiordo di Trondheim e gli oltre 3600 m sulla dorsale medio atlantica.[9] La maggior parte delle colonie note si trovano tra i 200 e i 1000 m di profondità, ove concorrono alla formazione di habitat di barriera corallina di acque profonde.[3] Il più grande complesso corallino di profondità realizzato da Desmophyllum pertusum sorge a 300-400 m di profondità a ovest dell'isola di Røst, nell'arcipelago delle Lofoten, in Norvegia: la biocostruzione, nota come barriera corallina di Røst, è lunga circa 4 km e copre un'area di oltre 100 km2.[10]
Tassonomia
Nel 2016 il genere Lophelia, di cui Lophelia pertusa era l'unica specie, è stato posto in sinonimia con Desmophyllum.[2] Lo studio del DNA mitocondriale ha infatti dimostrato che, nonostante le differenze morfologiche ed ecologiche (Desmophyllum comprende specie solitarie mentre Lophelia è coloniale), i due generi condividono il 99,8 % del patrimonio genetico.
Alcuni autori hanno espresso perplessità sulla opportunità di tale cambio di nomenclatura, considerando che Lophelia pertusa è una delle scleractinie più studiate, citata con la vecchia denominazione in centinaia di pubblicazioni scientifiche.[11]
^ab(EN) Fosså J.H., Mortensen P.B., Furevik D.M., The deep-water coral Lophelia pertusa in Norwegian waters: distribution and fishery impacts, in Hydrobiologia, vol. 471, 2002, pp. 1–12.
^(EN) Lophelia pertusa (PDF), in Deep Sea Corals. URL consultato il 14/3/2020.
^(EN) Waller R.G., Tyler P.A., The reproductive biology of two deep-water, reef-building scleractinians from the NE Atlantic Ocean, in Coral Reefs, vol. 24, 2005, pp. 514–522.
^(EN) The Røst Reef (PDF), su mobil.wwf.de. URL consultato il 15/3/2020 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2020).