Decamerone '300
Decamerone '300 è un film del 1972 diretto da Renato Savino, accreditato come Mauro Stefani. È un film di genere del filone del cinema erotico concernente i racconti del Decameron di Giovanni Boccaccio. TramaDopo un'estenuante trattativa con la sensale, i messeri Giovanni Attellano e Beniamino Rampaldi riescono finalmente a combinare le nozze dei rispettivi figli che nemmeno si conoscono: l'irrequieto Antonello detto Falcotto, e l'algida Fiordalba. Uniche condizioni per la celebrazione del matrimonio, e relativo sostanzioso pagamento della combine, è che Fiordalba giunga illibata alle nozze, e che Antonello, sempre impegnato ad insidiare le contadinelle della zona, si trattenga dal tradire la fidanzata fino alla cerimonia. Per essere sicuri che tali clausole siano rispettate, vengono subito inviate missive sull'argomento ai due ragazzi. Falcotto non si degna nemmeno di aprirle, mentre Fiordalba, ospitata dalla cugina e tutrice Fenicia e dal servitore/amante Toro, viene informata di tutto. Ma, proprio mentre leggono la lettera, Fenicia scopre il dramma: la pulzella è già spulzellata, circostanza che renderebbe vano il pagamento. Subito dopo piomba in casa loro Falcotto, amico di Toro, come al solito in fuga dai contadini in cerca di vendetta; trova la soluzione indicando il cerusico Porcellio, capace di rendere di nuovo pulzella la ragazza. Durante il viaggio, Toro, leggendo integralmente la clausola e si rende conto che il promesso sposo è proprio l'amico Falcotto, ma decide di non rivelare nulla, continuare a chiamarlo con il soprannome, e godersi lo spettacolo. Produzione«Rosalba Neri era molto bella e si sapeva comportare. In questo caso, per esempio, ho fatto un film divertente, bello perché è vero. Sembra di stare in compagnia del Boccaccio. Sono riuscito a scriverlo nel dialetto di allora, infatti, dopo che l'ho presentato me ne hanno chiesto subito un altro e gli ho tirato fuori Mamma... li turchi!» RipreseLe riprese esterne furono girate: a San Gimignano nel palazzo comunale; a Ceri (Cerveteri) per la scena della casa di messer Incardona; presso le cascate di Monte Gelato vicino a Roma[3]; a Calcata, in provincia di Viterbo.[4] Colonna sonora
DistribuzioneCensuraLa Commissione di revisione cinematografica fece rimuovere o modificare 7 scene per un totale di 30 metri di pellicola[5]:
Con questi tagli, il film fu distribuito nei cinematografi nel settembre 1972 col divieto di visione ai minori di 18 anni "per le numerose scene di eccessivo realismo sessuale, per le continue esibizioni di nudi femminili, il tutto controindicato alla sensibilità dei minori".[6] Il 12 ottobre, su ordine della Procura della Repubblica, il film fu sequestrato per il «carattere osceno» che la magistratura ravvisò in alcune sequenze della pellicola.[7] Nel 1973 fu distribuito anche in Francia col titolo Plaisirs charnels du nouveau Décaméron.[8] AccoglienzaCritica«[...] Il filmetto non va oltre l'aspetto più volgare e pruriginoso degli illustri (e di ben altra consistenza) modelli, sciorinando la solita sfilza di gesti osceni, di male parole e, naturalmente, di nudi. [...]» «Ormai qualsiasi «novella» è decameronabile a fini di lucro, persino certi racconti dell'Aretino o del Bandello, mentre i «soggetti» relativi possono anche essere stilati da altri autori meno noti, come accade, per esempio, con Decamerone '300, diretto a colori da Mauro Stefanini e interpretato, si fa per dire, da Osvaldo Ruggieri e Rosalba Neri. [...] Dir quanto sia volgare il gusto del regista qui non è mestieri. Tra peti e amplessi, il «viaggio» è un pretesto per mettere quanta più carne al fuoco sia possibile, e non tutta di prima scelta. Pensiamo ai pasoliniani Racconti di Canterbury, così presto cestinati, e pensiamo quindi alla predilezione della nostra censura per la pornografia e al suo odio per l'arte, la cultura, le idee e anche, perché no, per l'erotismo.» «[...] Ruspante e divertente [...] con le volgarità in adeguata dose e l'aulica letterarietà dei dialoghi di cui Savino menava giusto vanto, Decamerone '300 non contravviene neppure alla regola della canzonetta memorabile di cui nessun decamerone potrebbe fare a meno: qui il pezzo forte (molto beat) è cantato da certa Maria Teresa, che possiede un'estensione vocale tale di far pensare addirittura a Mina.» Note
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