Decadenza (film)
Decadenza è un film del 1976 diretto da Antonio Maria Magro. TramaAntonio Novelli, giovane attore, decide, alcuni giorni prima di uno spettacolo teatrale, di recarsi nella propria casa di Riccione per riposare. Nel breve tragitto in taxi è colpito da alcune banali frasi dell'autista sulla vecchiaia. Alla stazione scende dall'auto un anziano signore che ha il suo stesso nome, attore come lui: è sé stesso in un ipotetico futuro nella medesima situazione sia fisica sia spirituale. Il contatto con la stazione di Riccione lo riporta ai tempi di una trascorsa giovinezza, alle splendide giornate passate con Alessandra, probabile primo amore, fatto di baci, carezze e sogni. L'ambiente raccolto della piccola villa, dove stabilisce un singolare quartier generale delle sue sensazioni, lo costringe all'incontro con la maturità e la realtà fatta ancora di incognite, ma già piena di una vita vissuta intensamente; il che non lo esenta dal domandarsi se in futuro non rimpiangerà gli anni trascorsi, se avrà o meno sprecato il tempo passato. Dopo le vacanze marine, egli contempla con la vivacità dei tempi del liceo, un'altra fetta di vita che fugge. Il desiderio di gloria lo costringe alla solitudine, nonostante i sogni rimasti irrealizzati e il desiderio di un disperato contatto umano. Sogno e realtà si confondono e appare una giovane donna dai capelli rossi che gioca con un bimbo a risvegliare inconsapevolmente un probabile complesso edipico di moglie, amante e madre. Intanto il tentativo di dialogo tra il vecchio e il giovane nella villa sotto la tempesta rimane vano: anzi, in un immaginario processo in riva al mare, sotto violente sferzate di vento, il giovane giudica e condanna impietosamente sé stesso anziano per non aver saputo vivere compiutamente. Maria Helèna, la donna della maturità, lo distoglie momentaneamente con la rievocazione del primo incontro e dell'amore a prima vista. Gli avvenimenti incalzano e l'incubo in cui intravede una parte di verità in uno squallido luogo dove un ubriaco poeta lo porta a considerare i dolori che, non solo pesano su di lui, ma sull'intera condizione umana lo trascinano a intravedere la propria fine. Dopo avere compreso, in una immaginaria visita al paese natale alla nonna morta, l'impossibilità di stabilire con questa qualsiasi dialogo e avere assistito al parto simbolico del primo amore Alessandra, non gli rimane dunque che la morte. Critica
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