De causis corruptae eloquentiae
De causis corruptae eloquentiae (Sulle cause della corruzione dell'eloquenza) è un'opera perduta dello scrittore latino Quintiliano. Dato che l'opera non è giunta fino a noi, non possiamo affermare con sicurezza quale ne fosse il contenuto, tuttavia, date le idee che l'autore manifesta nella sua opera maggiore, l'Institutio oratoria, si può tentare di ricostruire il suo pensiero. Il temaNel corso del I secolo d.C. si pose all'attenzione dei letterati latini un problema scottante: la grande oratoria, quella che aveva reso famosa l'aula del senato di Roma al tempo di Cicerone, sembrava ormai solo un ricordo del passato. Differenti analisi e soluzioniLe posizioni dei letterati latini sulle ragioni della decadenza dell'eloquenza si possono così sinteticamente riassumere:
La prima linea di pensiero può essere ricondotta proprio a Quintiliano che, infatti, venne scelto dai Flavi per compiere quella che, modernamente, si potrebbe definire una riforma radicale del sistema scolastico, dei programmi di insegnamento e delle linee pedagogiche della scuola statale (come è testimoniato dall'Institutio). La seconda, invece, fa capo a Tacito e ne è prova il Dialogus de oratoribus.
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