Damiano Ciancilla
Damiano Ciancilla (Bono, 1894 – Cirmù, 22 maggio 1939) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle operazioni militari in Africa Orientale Italiana. BiografiaNacque a Bono, in provincia di Sassari, nel 1894, figlio di Francesco Michele e Giovanna Mula.[1] Emigrato giovanissimo in Tunisia, dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia si arruolò nel Regio Esercito, combattendo nelle file del 151º Reggimento fanteria della Brigata Sassari dal mese di agosto del 1915.[1] Promosso caporale nel giugno 1916, divenne caporale maggiore nel 1917. Caduto prigioniero di guerra degli austro-ungarici,[2] rientrò in patria a guerra finita, venendo congedato nel corso del 1919.[1] Arruolatosi volontario nella Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale con il grado di caposquadra, nel 1924 partì per la Libia, assegnato alla 1ª Coorte della 2ª Legione.[1] Partecipò alla operazioni di riconquista della Tripolitania fino all'ottobre del 1925, quando venne posto in congedo e rimpatriato.[1] Nel 1935, assegnato al VI Battaglione mitraglieri della 114ª Legione, fu mobilitato e il 14 dicembre partì per l'Africa Orientale Italiana per prendere parte alla guerra d'Etiopia in forza alla 6ª Divisione CC.NN. "Tevere".[1] Dopo la fine delle ostilità rimase in Etiopia, partecipando alle grandi operazioni di polizia coloniale contro la guerriglia etiope, assegnato, dal gennaio 1937, alla 119ª Legione "Impero".[1] Promosso primo caposquadra, nel gennaio 1939 fu assegnato in servizio a una banda irregolare operante nello Scioa.[1] Cadde in combattimento a Cirmù il 22 maggio 1939 e, per onorarne il coraggio, gli fu assegnata la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1] Una caserma della MVSN di Sassari ha portato il suo nome, così come lo portano una via di Sassari e una di Bono.[2] Onorificenze«Combattente della grande guerra e volontario in A.O., partecipava a numerose azioni di grande polizia coloniale confermando le sue preclari doti di combattente ardito e coraggioso. Al comando di una banda irregolare di nuova formazione, durante un aspro combattimento prodigava tutte le sue energie per mantenere la posizione occupata. Ferito gravemente mentre, con pochi uomini, fronteggiava il nemico, sostituendosi al tiratore di una mitragliatrice posto fuori combattimento, impavido al suo posto rifiutava ogni soccorso ed incitava con la parola gli uomini alla lotta fino a quando non si abbatteva al suolo, immolando gloriosamente la vita sul campo. Cirmù, 22 maggio 1939.[3]»
— Regio Decreto 21 agosto 1940.[4] «Volontario in A.O., partecipava a una spedizione di soccorso a un presidio e di un treno attaccati ed assediati dai ribelli, distinguendosi per calma e sprezzo del pericolo. In terreno scoperto e battuto, alla testa della sua squadra, si lanciava arditamente contro le posizioni nemiche che occupava inseguendone quindi arditamente i difensori. Esempio di alte virtù militari. Les Addas, 7 luglio 1936.»
NoteAnnotazioni
FontiBibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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