Cáceres (Spagna)
Cáceres (in estremegno Caçris) è una città di 96068 abitanti della Spagna centro-occidentale, capoluogo dell'omonima provincia[1], in Estremadura, all'altitudine media di 430 metri, fra la Sierra de la Mosca e la Serrilla. Per estensione è il comune più grande della Spagna. È il centro di architettura civile e religiosa più importante per lo stile rinascimentale spagnolo, che ha anche elementi del Rinascimento italiano, ma è un misto di gotico fiorito e di plateresco. La città vecchia (o Ciudad Monumental) conserva ancora le sue mura; questa parte della città è anche famosa per la sua moltitudine di nidi di cicogne. Il suo centro storico nel 1986 è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO con la motivazione che, "cinto da mura, è ricco di palazzi in pietra che formano un tessuto urbano perfettamente conservato". Caceres è sede dell'Università dell'Estremadura ed è sede vescovile insieme a Coria. StoriaInsediamenti nei pressi di Cáceres esistevano già in tempi preistorici nel periodo paleolitico superiore. Prove di ciò si possono trovare nelle pitture rupestri delle grotte di Maltravieso ed El Conejar. La città venne fondata nel 104 a.C. dal console romano Lucio Cornelio Balbo, che assegnò le terre ai veterani (operazione detta centuriazione abituale dei Romani per fondare le colonie). A questa colonia fu dato il nome di Norbensis Caesarina. Per Norbensis passava la grande strada, costruita durante i regni di Traiano e Adriano, che univa le attuali Gijon e Siviglia detta oggi la Ruta de la Plata dal nome datale dagli Arabi che se ne servirono, di balat, cioè strada lastricata, come erano le strade romane con lastre di pietra opportunamente sistemate. Dell'epoca romana si ha in città una testimonianza architettonica di fianco alle mura con una porta detta Arco del Cristo o anche Puerta del Rio; anche le mura della città hanno basamento romano. La città fu poi conquistata dagli Arabo-berberi e nel XII secolo si ripetono più volte le lotte fra Mori e Cristiani. Nel 1169 le truppe cristiane di Ferdinando II di León conquistarono la città e nel 1170 fu fondato l'ordine cavalleresco dei Frati de Cáceres con la missione di difendere la fortezza della città. Nel 1173 gli Almohadi guidati da Abu Ya'qub Yusuf I conquistarono di nuovo Cáceres e ricostruirono le mura innalzate dai Romani. Di questo periodo restano la Torre de Bujaco, la Torre de la Yerba e la Torre del Horno. Nel 1229 il re Alfonso IX la tolse agli Arabi[2] e la incorporò definitivamente nel Regno di León. Monumenti e luoghi d'interesse
PatrimonioIl centro storicoLa «Ciudad Monumental de Cáceres» (città monumentale) è stata dichiarata dal Consiglio Europeo come il Terzo Complesso Monumentale d'Europa nel 1968 (dopo Praga e Tallinn) e patrimonio dell'umanità secondo l'UNESCO nel 1986. Cáceres vanta inoltre altri riconoscimenti: il Pomme d´Or[3] al "Mérito turístico", concesso dalla Federazione Internazionale dei Giornalisti e Scrittori di Turismo nel 1996; Les Etoiles d´Or du Jumelage[4], assegnato dalla Commissione Europea nel 1999; il premio Archival concesso dalla Associazione per il Recupero dei Centri Storici nel 2004 e il premio Ciudadanos 2008. La “Ciudad Monumental”, delimitata dalle muraglie concentra la maggior parte degli edifici storici del Centro Storico della città e si può differenziare in differenti zone che condizionarono l'evoluzione della vita cittadina all'interno delle mura. Organizzazione del centro storicoIl centro storico di Cáceres è delimitato da due grandi parti di muraglia: all'interno delle mura e fuori dalle mura. Il recinto all'interno delle mura è quello che è conosciuto come "Ciudad Monumental" (città monumentale) o "Parte Antigua" (parte antica) ed è il più conosciuto, mentre la parte della città al di fuori delle mura è meno conosciuta. Tutto il centro storico, dal medioevo in poi, è stato diviso in quattro parrocchie, proprio secondo questa divisione si è configurata la struttura della città, Le quattro parrocchie sono: Santa María, San Mateo, Santiago e San Juan, Le prime due sono all'interno delle mura cittadine e le seconde due sono all'esterno delle mura stesse. Note
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