Crudeltà«Bene per male è carità, male per bene è crudeltà.» La crudeltà è un tratto della personalità definito come la tendenza a infliggere dolore e sofferenza a umani e animali senza motivo o per proprio piacere, ma anche inazione alla sofferenza di un altro quando c'è un chiaro rimedio.[1] Il suo opposto è la compassione.[2] Sebbene l'intenzione di infliggere sofferenza sia spesso calcolata e talvolta prolungata nel tempo, può anche essere commessa per negligenza passiva, come mancanza di cure o educazione nei confronti della persona o dell'animale vulnerabile, che può mantenere un trauma duraturo. È generalmente accettato che l'individuo crudele sia una persona deviante e che provi sentimenti nei confronti delle sue vittime che vanno dall'indifferenza al piacere sadico. La crudeltà è considerata un segno di disadattamento psicologico dall'American Psychiatric Association. I modi crudeli di infliggere sofferenza possono coinvolgere la violenza, ma ci sono altri metodi che non la riguardano (per esempio, se una persona sta annegando e chiede aiuto, non soccorrerla ma guardarla divertendosi è un atto di crudeltà, ma non violenza). La persona crudele ha solitamente una supremazia sulla persona più debole. La più alta forma di crudeltà si manifesta nel terrorismo. Uso in dirittoIl termine crudeltà è spesso usato in diritto e criminologia per quanto riguarda il maltrattamento di animali, bambini, coniugi e prigionieri. Quando si parla di crudeltà verso gli animali, spesso ci si riferisce a sofferenze inutili. Nel diritto penale, si riferisce a punizioni, torture e vittimizzazione. Nei casi di divorzio, molte giurisdizioni consentono una causa di azione per trattamento crudele e disumano. Note
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