Cristóvão FerreiraCristóvão Ferreira (Torres Vedras, 1580 – Nagasaki, 5 novembre 1650) è stato un gesuita e missionario portoghese, celebre per avere commesso apostasia dopo essere stato torturato durante la grande persecuzione anticristiana in Giappone. BiografiaNato nel 1580 a Torres Vedras in Portogallo, Ferreira entrò nella Compagnia di Gesù nel 1596. Dopo un noviziato di due anni, pronunciò i primi voti a Coimbra il 25 dicembre 1598.[1] Il 4 aprile 1600 partì da Lisbona con altri 19 confratelli, tra i quali il futuro martire Diogo Carvalho, diretto verso il Giappone, sotto la direzione del p. Pedro de Almeida.[1] Dopo avere raggiunto Goa il 1º maggio 1601, quelli destinati alla Cina e al Giappone proseguirono il viaggio verso Macao. A Macao Ferreira studiò presso il seminario dei gesuiti Madre de Deus destinato ai missionari inviati in Cina e in Giappone. Nel 1608 fu ordinato sacerdote. Il 16 maggio 1609 Ferreira si imbarcò per il Giappone e raggiunse Nagasaki il 29 giugno. Venne inviato al seminario di Arima per imparare la lingua giapponese, che arrivò a padroneggiare perfettamente. In Giappone Ferreira divenne ben presto una figura di spicco della comunità cattolica, un punto di riferimento per i cattolici giapponesi al tempo delle persecuzioni dello shogunato Tokugawa. Dopo l'arresto del Provinciale gesuita P. Sebastião Vieira, avvenuto nel 1633, Ferreira gli succedette nella carica.[1] In quello stesso anno, Ferreira fu catturato e il 18 ottobre abiurò la fede cristiana dopo essere stato torturato per cinque ore. Divenne il più noto dei "sacerdoti caduti" e visse da allora in Giappone con il nome Sawano Chuan (in giapponese: 沢野忠庵?). Si iscrisse a un tempio buddista, secondo la legge giapponese, e si definì "un seguace della corrente Zen", anche se nei suoi scritti, si dimostra piuttosto seguace di una forma di giusnaturalismo.[2] Dopo la sua apostasia, Ferreira sposò una donna giapponese e partecipò a processi governativi contro gesuiti catturati e cristiani giapponesi.[3] Scrisse diversi libri, specialmente di astronomia e medicina. Particolarmente importante fu la sua opera astronomica Kenkon Bensetsu (乾坤弁説?, Discussioni sui Cieli e sulla Terra con commenti critici), pubblicata nel 1650, con una prefazione del medico e astronomo Mukai Genshō, che contribuì a diffondere la filosofia naturale europea in Giappone.[4] Tradizionalmente è considerato anche l'autore di un libro dal titolo L'inganno svelato (顕偽録?), scritto nel 1636, in cui confutò i precetti della religione cattolica; tuttavia la paternità dell’opera rimane controversa.[2] Ferreira morì a Nagasaki nel 1650.[5] Poco prima di morire, tornò alla fede cattolica, fu torturato e morì martire.[2] Nella cultura di massaLa personalità di Padre Fereira ha ispirato diverse opere. Nella letteratura
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Note
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