Costantino Palmieri
Costantino Palmieri (Leonessa, 18 marzo 1894 – Monte San Marco, 1º novembre 1916) è stato un militare italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale. BiografiaNacque a Leonessa di Rieti il 18 marzo 1894, figlio di Mariano e Vittoria Iacorossi, all'interno di una famiglia di agricoltori.[2] Dopo avere frequentato la scuola elementare esercitò il mestiere del padre fino al settembre 1914, quando venne arruolato nel Regio Esercito per svolgere il servizio militare obbligatorio.[2] Assegnato come soldato all'83º Reggimento fanteria, fu mandato in Libia dove ottenne la promozione a caporale nel febbraio 1915, e a caporale maggiore nel maggio successivo.[2] All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 dello stesso mese, fu trattenuto in servizio a seguito della mobilitazione generale, e ritornato in Patria fu assegnato al 143º Reggimento fanteria della Brigata Taranto.[2] In forza a questo reggimento raggiunse la zona di operazioni sull'Isonzo, davanti alla città di Gorizia.[2] Comandante di un plotone della 3ª Compagnia del I Battaglione si distinse nel corso delle operazioni belliche.[2] L'11 agosto, anche se rimasto ferito due volte in combattimento, prese parte all'occupazione di una posizione fortemente difesa, venendo decorato con una Medaglia d'argento al valor militare.[2] Promosso sergente venne assegnato ad un altro reparto, ma poco tempo dopo ritornò alla 3ª Compagnia, riassumendo il comando del suo plotone.[2] Il 1 novembre partecipò ad un attacco contro quota 171 del Monte San Marco di Gorizia.[3] Primo ad uscire dalle linee italiane superò i reticolati che difendevano una trincea, penetrando in essa.[4] Catturati alcuni prigionieri, andò all'attacco di una seconda trincea che fu occupata e poi difesa dal contrattacco del nemico con i pochi soldati superstiti del suo plotone, difendendosi con un fitto lancio di bombe a mano.[4] Ferito gravemente all'addome, rifiutò di essere trasferito al posto di medicazione fino a che il nemico non rinunciò ad attaccare.[4] Si spense poco tempo dopo.[4] Per onorarne il coraggio, con Decreto Luogotenenziale del 13 dicembre 1917 fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare.[3] La località dove aveva perso la vita fu intitolata Bosco Palmieri, e inoltre il suo nome non venne mai cancellato dal ruolino della compagnia.[3] Onorificenze«Sempre primo dove più ferveva la mischia, fulgido esempio di eroismo, dopo conquistata una trincea nemica e fattone prigionieri i difensori, si spingeva ancora avanti col suo plotone per occupare un’altra posizione potentemente difesa. Contrattaccato e circondato da forze superiori con i pochi uomini superstiti del suo reparto, in piedi tenne lontani gli assalitori col lancio di bombe a mano. Gravemente ferito, rimaneva sul posto incitando i suoi al grido di: “Viva l’Italia! Viva il Re!” Esausto di forze ed invitato ad allontanarsi, si rifiutava nobilmente e rimaneva sul posto, finchè con l’arrivo dei rinforzi veniva consolidata la posizione. Morente, prima di esalare l’ultimo respiro rivolgeva ai suoi uomini le parole: “Giovanotti, muoio contento di avere compiuto il mio dovere”. San Marco, 1º novembre 1916.[5]»
— Decreto Luogotenenziale del 13 dicembre 1917 NoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
Collegamenti esterni
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