Corps expéditionnaire français en Italie
Il corpo di spedizione francese in Italia (in lingua francese corps expéditionnaire français en Italie, abbreviato CEF) fu un contingente militare dell'esercito francese, composto in maggioranza da truppe dell'Armée d'Afrique di nazionalità marocchina e algerina, organizzato dalla Francia libera per partecipare, durante la seconda guerra mondiale, alla campagna d'Italia; il suo comandante fu il generale Alphonse Juin. Prese parte a diversi scontri, come la battaglia di Montecassino, e i combattimenti all'ingresso della Toscana, sulle linee del Trasimeno, dell'Orcia, e per la liberazione di Siena. Poco dopo, fu trasferito per riorganizzarsi ed essere sbarcato sul fronte meridionale francese. Divenne noto per le cosiddette "marocchinate". ComposizioneI componenti dei reparti nordafricani erano detti goumier poiché avvolti in barracani e vestiti in "bourms" (mantello di lana con cappuccio) e turbante e perché non erano organizzati in compagnie regolari, bensì in goums, ossia gruppi composti da una settantina di uomini, molto spesso legati tra loro da vincoli di parentela ed arruolati con un contratto. Infatti il termine goum, deriva dalla traslitterazione fonetica francese del termine arabo "qum", che indica una banda o uno squadrone. La caratteristica di queste truppe coloniali era l'eccellente addestramento nei combattimenti montani, dove riuscivano a muoversi in silenzio e con agilità. I goums erano al comando del generale francese Augustin Guillaume.[senza fonte] OrganiciEra composto da circa 120.000 unità, di cui il 60 % marocchini, algerini, tunisini e senegalesi; tra questi i goumier, marocchini di etnia berbera, nativi delle montagne dell'Atlante, che costituivano le truppe coloniali irregolari francesi appartenenti ai Goums Marocains, un reparto delle dimensioni approssimative di una divisione ma meno rigidamente organizzato, ed erano parte del C.E.F. insieme ad altre quattro divisioni:
Le violenze sulla popolazioneI goumier si resero responsabili di molte atrocità sulla popolazione italiana con stupri e saccheggi. «Ad Ausonia decine di donne furono violentate e uccise, e lo stesso capitò agli uomini che tentavano di difenderle. Dai verbali dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra risulta che anche “due bambini di sei e nove anni subirono violenza”. A S. Andrea, i marocchini stuprarono 30 donne e due uomini; a Vallemaio due sorelle dovettero soddisfare un plotone di 200 goumiers; 300 di questi invece, abusarono di una sessantenne. A Esperia furono 700 le donne violate su una popolazione di 2.500 abitanti. Anche il parroco, don Alberto Terrilli, nel tentativo di difendere due ragazze, venne legato a un albero e stuprato per una notte intera. Morirà due giorni dopo per le lacerazioni interne riportate. A Pico, una ragazza venne crocifissa con la sorella. Dopo la violenza di gruppo, verrà ammazzata» NoteBibliografia
Voci correlate
|
Portal di Ensiklopedia Dunia