Il Coniaciano fu definito dal geologo francese Henri Coquand nel 1857 e deriva il suo nome dalla città di Cognac, in latino Coniacum, nel dipartimento della Charente, in Francia.
La base del Coniaciano è fissata alla prima comparsa negli orizzonti stratigrafici del bivalve inoceramide Cremnoceramus rotundatus.
Il limite superiore, nonché base del successivo piano Santoniano, è definito dalla prima comparsa del bivalve Cladoceramus undulatoplicatus.
In Germania il Coniaciano si sovrappone allo piano regionale Emscheriano, all'incirca coevo con il Coniaciano e il Santoniano.
In magnetostratigrafia, il Coniaciano fa parte della cronozona magnetica C34, detta zona magnetica calma del Cretaceo, un periodo relativamente lungo di stabilità della polarità.
Dopo il picco raggiunto all'inizio del Turoniano nell'altezza del livello medio delle acque marine, il Coniaciano fu caratterizzato da un graduale abbassamento. Il ciclo è considerato di primo ordine nella stratigrafia di sequenza. Verso la metà del Coniaciano ci fu breve innalzamento, classificato di secondo ordine, con la conseguente trasgressione marina. La successiva fase di regressione (Co1, a 87,0 Ma) separa il Coniaciano medio da quello superiore. Un ancora più breve evento del terzo ordine causò una nuova trasgressione nel Coniaciano superiore.
All'inizio del Coniaciano medio, un evento anossico (OAE-3) nell'Oceano Atlantico provocò una deposizione su larga scala di argille nere in tutto il dominio atlantico. L'evento durò fino al Santoniano medio (da 87,3 a 84,6 Ma) ed è l'ultimo e più lungo degli eventi anossici del Cretaceo.[3]
Suddivisioni
Il Coniaciano è a volte ulteriormente suddiviso in tre sottopiani: inferiore, medio e superiore.
Aveva una lunghezza di sei metri e un'altezza di due metri in posizione da quadrupede, con un peso tra 1100 e 1500 kg. Come altri adrosauri poteva muoversi anche come bipede.
^ab Commissione internazionale di stratigrafia, International Chronostratigraphic Chart, su stratigraphy.org, Unione internazionale di scienze geologiche. URL consultato l'8 marzo 2024.
^Meyers, P.A.; Bernasconi, S.M. & Forster, A.; 2006: Origins and accumulation of organic matter in expanded Albian to Santonian black shale sequences on the Demerara Rise, South American margin, Organic Geochemistry 37, pp 1816-1830.