Concordanza dei tempiLa concordanza dei tempi, corrispondente a grandi linee alla consecutio temporum della grammatica latina, è l'insieme di regole che stabiliscono l'uso – nella lingua italiana – dei tempi e dei modi della frase principale e della frase subordinata. CaratteristicheLa concordanza dei tempi descrive solamente il rapporto temporale tra principale e subordinata. Il rapporto temporale tra le diverse frasi principali è invece una questione di coesione del testo, un problema più di correttezza stilistica che strettamente sintattico e grammaticale. Per determinare la forma nella subordinata, è necessario sapere:
Le varie combinazioni si riassumono in quattro schemi (vedi sotto). Si tratta soprattutto di definire i concetti di contemporaneità, anteriorità e posteriorità indicati dalle varie forme dei tempi. Nell'esempio che segue il trapassato prossimo (era morto) può indicare, nella subordinata, anteriorità temporale rispetto ad un secondo evento:
In questo caso l'anteriorità si riferisce al momento indicato dalla forma dell'imperfetto nella principale (ero tristissima). Concordanza dei tempi dell'indicativoQueste regole stabiliscono l'uso dei tempi all'indicativo nella frase subordinata e rispecchiano le caratteristiche fondamentali dei tempi (ad esempio, il trapassato indica un passato nel passato, oppure il condizionale passato può indicare il futuro nel passato). L'insieme di queste regole è tra l'altro fondamentale per la formazione del discorso indiretto. Nonostante la rigidità logica della concordanza dei tempi, è possibile una vasta gamma di variazioni, dovuta alle diverse funzioni che possono assumere i vari tempi e modi a seconda del contesto. Ci sono inoltre variazioni dovute al registro linguistico, che può essere più o meno sorvegliato: logicamente, si avranno differenze tra parlato di tutti i giorni e lingua scritta. Tutto ciò fa sì che la concordanza dei tempi, intesa come costrutto di regole, in italiano abbia un valore descrittivo e normativo notevolmente inferiore rispetto a quello che caratterizzava la consecutio temporum in latino. Proposizione principale al presente
La tabella indica gli usi più frequenti. In quanto segue si propongono alcune precisazioni ed approfondimenti:
Proposizione principale al passatoSe il verbo della frase principale è al passato (passato prossimo e remoto, imperfetto, trapassato), le forme verbali della subordinata si riferiscono al momento indicato dalla principale e vengono quindi adattate. Il presente della subordinata si trasformerà in imperfetto, il passato diventerà trapassato eccetera:
Vi sono ad ogni modo diverse particolarità:
Concordanza dei tempi del congiuntivoSpesso la frase principale contiene un verbo che richiede l'uso del congiuntivo nella secondaria:
Altre volte, l'uso del congiuntivo è dettato dal tipo di frase secondaria, spesso indicato da una congiunzione (nell'esempio che segue si tratta di una proposizione concessiva):
Nonostante l'uso del congiuntivo, la scelta del tempo verbale segue regole simili a quelle sopra descritte. Il presente indicativo della subordinata sarà sostituito dal congiuntivo presente; il passato prossimo, dal canto suo, verrà sostituito dalla forma corrispondente, quella del congiuntivo passato; al trapassato prossimo subentrerà il congiuntivo trapassato. Proposizione principale al presente
Proposizione principale al passatoSe il verbo della frase principale è al passato, le forme verbali della secondaria andranno adattate a quella della principale:
Se la frase subordinata è al congiuntivo, anche il condizionale presente nella principale vale spesso come forma verbale del passato (per esempio in enunciati che indicano desideri):
Questa particolarità del condizionale spiega l'uso (poco trasparente) dei tempi nel periodo ipotetico dell'irrealtà o della possibilità:
Fra l'altro, anche il periodo ipotetico reale si forma con le stesse regole che determinano l'uso dei tempi nella concordanza dei tempi. Spesso si può sostituire il congiuntivo con il tempo infinito, posizionato e strutturato correttamente (subordinazione implicita):
Bibliografia
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