Comitato Provvisorio di ComoCon Comitato Provvisorio di Como (1849) si intende la seconda (abbozzata) insurrezione della città di Como, alla ripresa della prima guerra di indipendenza, nel marzo 1849. AntefattiFra il 18 ed il 22 marzo 1848, alla notizia dell'inizio delle Cinque giornate di Milano, la città e la provincia di Como si erano ribellate alla guarnigione austriaca e, sole in tutto il Lombardo-Veneto l'avevano per intero costretta alla resa (Cinque giornate di Como). Nell'ottobre 1848 ebbe luogo, in tutta la allora Provincia di Como, un complesso di eventi insurrezionali (tutti falliti), ed in particolare la Insurrezione della Val d'Intelvi, che portò alla fucilazione del mazziniano Andrea Brenta e di molti altri. DebuttoIl 12 marzo 1849 il Regno di Sardegna denunciò l'armistizio di Salasco. Radetzky evacuava le sue truppe dall'intera Provincia (Como, Varese e Lecco), confluite en masse sul fiume Ticino (frontiera tra Piemonte e Lombardo-Veneto). Il clima era simile a quello dell'anno precedente, benché gran parte dei più animosi fossero espatriati in Piemonte o all'estero. Nella confusione generale, si rincorrevano voci di colonne di volontari dirette dalla provincia a Milano. Rapida conclusioneIl 20 marzo 1849 gli austriaci passarono a sorpresa in Piemonte per ottenere un grande vittoria, il 23 marzo, alla battaglia di Novara. A Brescia, invece, la notizia giunse alcuni giorni più tardi, non venne creduta e la giunta insurrezionale combatté una lunga e gloriosa battaglia (Dieci giornate di Brescia), seguite da un atroce saccheggio comandato dallo Haynau. EsitoA Como, tornati gli Austriaci, il Raimondi aveva assunto “sopra sé solo la responsabilità degli atti di quel governo di otto giorni”, ed era fuggito nella sua vicinissima villa di Coldrerio, in Canton Ticino. Fatti successiviNel settembre 1850, l'imperatore Francesco Giuseppe giungeva in visita ufficiale in città (prima aveva visitato Milano e Monza): nelle tre città l'accoglienza fu tale che la visita si tradusse in un palese ed imbarazzante fallimento. Radetzky, infuriato, non tardò a vendicarsi: il 9 ottobre 1851 sciolse d'autorità il Consiglio Municipale di Como. Qualche giorno autorizzava la brutale impiccagione del Dottesio, l'11 ottobre 1851 in Venezia. |
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