Collegiata della Santissima Trinità (Genzano di Roma)

Collegiata Parrocchiale della Santissima Trinità
Particolare della facciata (agosto 2020).
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàGenzano di Roma
Coordinate41°42′23.33″N 12°41′20.04″E
Religionecattolica
TitolareSantissima Trinità
Sede suburbicaria Albano
Consacrazione1808
ArchitettoGiuseppe e Giulio Camporese
Stile architettonicoNeoclassico
Inizio costruzione1781
Completamento1808
La facciata del Duomo vista da Piazza San Sebastiano (Piazza IV Novembre). In primo piano, la fontana di San Sebastiano, simbolo di Genzano, realizzata nel 1776.
Parte absidale esterna
San Tommaso di Villanova
Grande navata centrale
Cupola e pennacchi con gli Evangelisti
Pulpito ligneo (XVII secolo)
Particolare del soffitto della prima cappella laterale di sinistra

La Collegiata parrocchiale della Santissima Trinità (ovvero di San Tommaso di Villanova) è una chiesa cattolica di Genzano di Roma, in città metropolitana di Roma Capitale e sede suburbicaria di Albano. Aperta al culto nel 1808, è parrocchia dal 1820.[1]

Storia

La Collegiata è chiamata dai genzanesi "Chiesa nuova" (o "Duomo nuovo"), in contrapposizione al "Duomo vecchio", la chiesa di Santa Maria della Cima. La contrapposta denominazione "nuovo" / "vecchio" deriva dalle grandi differenze, di natura economica, urbanistica e culturale in senso lato, esistenti fra i periodi storici in cui sono sorti i due edifici.

Genzano Vecchio e Santa Maria della Cima

Genzano di Roma è nato in epoca medievale come castello fortificato a picco sul lago di Nemi e, ancora ai primi del XVII secolo, aveva l'aspetto di un borgo medievale (Genzano Vecchio) sviluppato, tutto all'interno delle cinta del castello, attorno all chiesa dedicata alla Beata Vergine[2]. Sebbene la chiesa di Santa Maria della Cima appaia attualmente come un edificio barocco —a causa di un rifacimento avvenuto nella prima metà del XVII secolo— la sua fondazione risale infatti probabilmente al XIV secolo ad opera dei Cistercensi dell'Abbazia di Sant'Anastasio alle Acque Salvie[3].

Genzano nuovo e la costruzione della Chiesa Nuova

Nel periodo in cui vennero eseguiti i lavori di rifacimento del "Duomo vecchio" (1636-1650) iniziò la trasformazione urbanistica di Genzano da borgo a paese. Infatti, nel 1643 iniziò la costruzione del convento dei Cappuccini, vennero intrapresi i lavori di ampliamento del Palazzo Baronale Sforza-Cesarini, e vennero tracciate le olmate, gli stradoni ombreggiati da quattro filari di olmi che collegavano i suddetti edifici[4]. Successivamente, nel 1677, anche la chiesa di Santa Maria della Cima venne integrata, dal punto di vista prospettico, nel nuovo assetto urbanistico essendo stata unita, attraverso la nuova via Livia (attuale via Italo Belardi), alla Chiesa di san Sebastiano (sciaguratamente distrutta nel 1916 dall'amministrazione comunale dell'epoca; era situata nel luogo dell'attuale Piazza San Sebastiano).

L'evento più importante, per lo sviluppo di Genzano, fu l'apertura della Via Corriera (o Via Postale), diretta a Napoli nel 1780. Venne in tal modo rotto l'isolamento geografico di Genzano, con evidenti vantaggi economici, e venne rafforzato il processo di spostamento del nucleo urbano dal vecchio borgo, posto in alto, verso la pianura sottostante. L'anno successivo iniziò pertanto l'edificazione della nuova chiesa dedicata alla Santissima Trinità e in seguito al patrono San Tommaso di Villanova.

L'opera, in stile neoclassico, unica tra le chiese dei Castelli Romani con questo stile, venne aperta al culto il 9 aprile 1808. Più che a un unico progettista o direttore dei lavori, l'opera è stata attribuita di volta in volta ad alcuni dei numerosi architetti facenti parte della famiglia Camporese. È certo tuttavia che i principali autori sono stati Giuseppe Camporese e il suo fratello maggiore Giulio.

Architettura

La pianta della chiesa è a croce latina, con tre navate, abside semicircolare, undici altari, uno maggiore centrale e dieci laterali (cinque per ciascun lato).

Sintetizza così l'erudito Gaetano Moroni nel Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica:

«La vasta e principale chiesa dedicata alla ss. Trinità, decorata del titolo di collegiata, con capitolo di canonici e dignità d'arciprete, fu edificata nei primi anni del corrente secolo, con disegno dell'architetto Giulio Camporesi; è della forma di quella di s. Andrea della Valle di Roma, se si eccettui la cupola alla quale altra se n' è sostituita in forma di catino. La facciata esterna è ornata di due ordini di colonne ai lati dell'ingresso, quattro grandi che servono di basamento, e quattro sopra più piccole che sostengono la cimasa. Sopra la porta vi è lo stemma della comune, rappresentato da una colonna con una mezza luna sopra; vuolsi che la colonna derivi dagli antichi Colonnesi signori di Genzano, e la mezza luna dalla falsa tradizione, che ivi fosse venerata Diana chiamata anche Cinzia donde il castello fu detto Cynthianum; qui inoltre noteremo, che il medesimo stemma che adorna la mentovata fonte, ha nella colonna scolpite all'intorno varie viti cariche di grappoli d'uva, per indicare il principale prodotto di Genzano. L'interno della chiesa ha tre navi, essendo la maggiore quella di mezzo per vastità , oltre la nave traversa che dà a questo interno la forma di croce. Sono rimarchevoli le cappelle della Beata Vergine e del ss. Crocefisso; abbiamo le Constitutiones capitulares ecclesiae Cynthiane, Romae 1833.»

Esterno

La facciata è a due ordini: tuscanico nella parte inferiore, ionico nella superiore.

  • Nell'ordine inferiore, un portale molto grande, con due porte di ingresso a destra e a sinistra. Il portale, posto tra le due grandi colonne tuscaniche centrali, ha un timpano curvo che poggia su mensole; al di sopra del timpano, lo stemma di Genzano incoronato da ambo i lati (una colonna sormontata da una mezzaluna).
  • Nell'ordine superiore si alzano quattro colonne di ordine ionico con trabeazione, a sostenere il basamento del timpano a cornice dentata. Al centro dell'ordine superiore, una finestra rettangolare con cimasa a forma di timpano; a ciascuno dei due lati, fra due colonne, una nicchia con sopra un motivo decorativo vegetale.
  • A destra e a sinistra dell'edificio sono visibili due contrafforti esterni alla navata e alla parete del transetto. Infine, dal lato opposto della facciata, la zona absidale esterna è chiusa.
  • Vi sono indizi e testimonianze iconografiche dell'esistenza, in passato, di due campanili[5]. Attualmente esiste un unico campanile a monofore sul lato destro: è il rifacimento del primitivo campanile di destra crollato ai primi del '900. Non si sa quale destino abbia avuto il campanile di sinistra.

Interno

Note

  1. ^ Alberto Galieti, Chiese della Diocesi di Albano nel sec. XVI, in Contributi alla storia della diocesi suburbicaria di Albano Laziale, Città del Vaticano, Tipografia Poliglotta Vaticana, 1948, pp. 147-8.
  2. ^ «Il Duomo Vecchio, sullo sfondo di Strada Livia, ha avuto nel corso dei secoli vari titoli mariani: "Santa Maria de Monte", "Santa Maria di Castri", "Santa Maria della Cima". Un'antica tradizione popolare vuole che ai primordi di Genzano i devoti venerassero, nello stesso luogo, una immagine di Maria posta in cima a un albero (quercia, o castagno, od olmo: non è precisato) e il titolo Santa Maria della Cima ha soppiantato gli altri. O, più semplicemente, secondo gli eruditi, è stato ispirato dal trovarsi la chiesa in cima al colle». Mario dell'Arco, Storia di Genzano, di Nicola Ratti, trascritta e ampliata da Mario dell'Arco, Marino: Stamperia Santa Lucia, 1976, p. 32.
  3. ^ Nicola Ratti, Storia di Genzano, con note e documenti, Roma: Nella Stamperia Salomoni, 1797, Cap. II, pag. 13
  4. ^ "Gli stradoni olmati partono da un punto centrico [la "Catena", NdR], e divergendo, quello a destra è la strada corriera che guida alla città, quello di mezzo il più lungo e piano conduce al palazzo Cesarini, e l'altro a manca porta al convento de' cappuccini"
    Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastico da S. Pietro sino ai nostri giorni, specialmente intorno ai principali Santi, Beati, Martiri, Padri; compilazione del cavaliere Gaetano Moroni Romano, in Venezia: dalla Tipografia Emiliana, 1840, Vol. XXIX, p. 27 [1]
  5. ^ Renato Torti, "La chiesa di SS. Trinità di Genzano e i suoi due campanili", Castelli Romani, XXXVII, 23, 1997.
  6. ^ Commenta il critico Mariano Apa: «Nel profondo e nel complesso risulta che la chiesa della SS. Trinità — ovvero di S. Tommaso di Villanova — è un esempio importante di linguaggio e di cultura neoclassica, dalla architettura alle decorazioni, eccetto taluni documenti che si sono notati come provenienti da altre chiese precedentemente edificate, creando così, da una parte talune discrepanze linguistiche, dall'altra una sorta di riassunto generale delle "fasi" e delle "culture artistiche" presenti a Genzano».
    Mariano Apa, Tracce di memoria, Op. cit., p. 182.

Bibliografia

  • Mariano Apa, Santa Maria della Cima, in Tracce di memoria, Arte e Cultura a Genzano di Roma, con un saggio introduttivo di Marcello Fagiolo, Genzano di Roma: Comune di Genzano, 1982, pp. 176–222.

Voci correlate

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