Coleanthinae

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Coleanthinae
Coleanthus subtilis
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Monocotiledoni
(clade)Commelinidi
OrdinePoales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPooideae
TribùPoeae
SottotribùColeanthinae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
SottoclasseCommelinidae
OrdineCyperales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPooideae
TribùPoeae
SottotribùColeanthinae
Rouy, 1913
Generi

Coleanthinae Rouy, 1913 è una sottotribù di piante spermatofite monocotiledoni appartenente alla famiglia delle Poacee (o Graminaceae, nom. cons.) e sottofamiglia Pooideae.[1]

Etimologia

Il nome della sottotribù deriva dal suo genere tipo Coleanthus Seidl., 1817 la cui etimologia deriva da due parole greche koleos (= guaina) e anthos (= fiore) e fa riferimento alle guaine delle foglie superiori che avvolgono l'infiorescenza.[2]

Il nome scientifico della sottotribù è stato definito dal botanico francese Georges Rouy (Parigi, 2 dicembre 1851 – Asnières-sur-Seine, 25 dicembre 1924) nella pubblicazione Flore de France (14: 28, 55. Apr 1913) del 1913.[3]

Descrizione

Il portamento
Phippsia algida
Le foglie
Catabrosa aquatica
Infiorescenza
Puccinellia nuttaliana
I fiori
Puccinellia distans
Spighetta generica con tre fiori diversi
  • Il portamento delle specie di questo gruppo in genere è prevalentemente cespuglioso con forme biologiche tipo emicriptofita cespitosa (H caesp) e cicli biologici annuali o perenni. Alcune specie sono rizomatose, altre stolonifere. I culmi sono cavi a sezione più o meno rotonda. In queste piante non sono presenti i micropeli. Nel genere Phippsia alcune specie formano dei bassi tappeti.[1][4][5][6][7][8][9][10]
  • Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.
  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto (spesso è completamente chiusa o con i margini parzialmente fusi) e in genere è priva di auricole. In Catabrosella le guaine sono persistenti (a consistenza fibrosa o reticolare) e formano delle strutture a bulbo. In Pseudosclerochloa le guaine sono aperte.
  • Ligula: la ligula è membranosa e a volte è cigliata.
  • Lamina: la lamina ha delle forme generalmente lineari e piatte (e a volte ripiegate).
  • Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, ascellari e terminali, in genere sono ramificate e sono formate da molte spighette (a volte formano dei grappoli capitati) ed hanno la forma di una pannocchia aperta (o raramente contratta). La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. I rami sono papillosi. I pedicelli delle spighette sono corti.
  • Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, compresse lateralmente, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da uno o più fiori (massimo 10). Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sotto ogni fiore. L'estensione della rachilla in genere è assente.
  • Glume: le glume, disuguali, generalmente più corte dei fiori, hanno gli apici ottusi (o troncati) e venature prominenti, prossimalmente parallele senza però raggiungere l'apice (in Phippsia le venature sono assenti). Le glume possono essere membranose; in Coleanthus sono assenti; in Phippsia può essere assente quella inferiore.
  • Palea: la palea è un profillo con due venature; può essere cigliata.
  • Lemma: il lemma, con forme da ovate a oblunghe e con apici ottusi, acuti o arrotondati e talvolta dentati, può essere pubescente; le venature sono 3 - 5 e sono prominenti, prossimalmente parallele senza però raggiungere l'apice. In Sclerochloa il lemma è indurito e si presenta con 7 - 9 vene prominenti;
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono membranose e non vascolarizzate; inoltre possono essere piccole e bilobate. In Coleanthus le lodicule sono assenti.
  • I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è puntiforme. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono. In Phippsia il frutto alla maturità si estende oltre il fiore.

Biologia

Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).

Distribuzione e habitat

La distribuzione delle specie di questo gruppo è relativa soprattutto all'Emisfero boreale (zone montagnose e/o aree fredde, quasi artiche)

Tassonomia

La famiglia di appartenenza di questa sottotribù (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500[7]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie, la sottotribù Coleanthinae fa parte della sottofamiglia Pooideae.[1][4]

Filogenesi

La sottotribù Coleanthinae, più precisamente, fa parte della tribù Poeae R.Br., 1814 (quest'ultima è compresa nella supertribù Poodae L. Liu, 1980). La tribù Poeae (formata da diverse sottotribù suddivise in alcune supersottotribù) è l'ultimo nodo della sottofamiglia Pooideae ad essersi evoluto (gli altri precedenti sono la tribù Brachyelytreae, e le supertribù Nardodae, Melicodae, Stipodae e Triticodae).

La sottotribù Coleanthinae appartiene al gruppo con le sequenze dei plastidi di tipo "Poeae" (definito "Poeae chloroplast groups 2 "[11]) ed è circoscritta nel clade "PPAM" composto dal "gruppo fratello" formato dalla supersottotribù Poodinae e dalla sottotribù Coleanthinae; quest'ultima dalle analisi di tipo filogenetico risulta essere sicuramente monofiletica.[12] In alcuni studi Coleanthinae risulta "gruppo fratello" con la sottotribù Avenulinae. Ulteriori studi sono necessari per avere informazioni più dettagliate e precise.[13]

In passato le specie del genere Hyalopoa erano descritte all'interno del genere Colpodium; recenti studi le mettono in correlazione alle specie dei generi Catabrosa, Paracolpodium e Catabrosella. Le due specie del genere Pseudosclerochloa sono state segregate dal genere Puccinellia in base ai lemmi cigliati. Alcuni studi mostrano che Paracolpodium è filogeneticamente distinto da Colpodium e potrebbe essere "gruppo fratello" di Catabrosella. Le specie di Phippsia sembrano essere allopoliploidi e spesso di ibridano con le specie del genere Puccinellia. In Puccinella i lemmi arrotondati sul dorso lo distinguono dalla maggior parte degli altri generi i cui i lemmi sono generalmente carenati. Il gruppo Colpodium + Zingeria forma un clade monofiletico ben supportato (le checklist più aggiornate considerano il genere Zingeria sinonimo di Colpodium[14]). Il genere Zingeria è un allopoliploide con un genoma derivato dalla specie Colpodium versicolor.[1]

Le seguenti sinapomorfie sono relative a tutta la sottofamiglia (Pooideae):[1]

  • la fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli;
  • le spighette sono compresse lateralmente;
  • i margini embrionali della foglia non si sovrappongono;
  • l'embrione è privo della fessura scutellare.

Le sinapomorfie relative alla tribù Poeae sono:[1]

Per la sottotribù Coleanthinae sono descritte le seguenti sinapomorfie:[1]

  • sinapomorfie per tutto il gruppo:
    • le venature delle glume sono prominenti (o nascoste), sono più o meno parallele e si congiungono all'apice;
    • le venature del lemma sono più o meno parallele e si congiungono all'apice;
  • sinapomorfie relative al singolo genere:
    • Coleanthus: le glume sono assenti; le lodicule sono assenti; gli stami sono due;
    • Phippsia: le glume sono prive delle venature; la gluma inferiore a volte è assente; gli stami sono uno o due; il frutto alla maturità si estende oltre il fiore.
    • Puccinellia: le vene laterali dei lemmi sono poco appariscenti;
    • Sclerochloa: le infiorescenze non sono ramificate e sono unilaterali; l'internodo della rachilla prossimale è notevolmente più spesso di quelli distali; la base dello stilo è persistente e nella fruttificazione forma un becco;
    • Zingeria: le spighette sono dorsoventralmente compresse.

Il cladogramma seguente, tratto dallo studio citato[13], mostra una possibile configurazione filogenetica della sottotribù.

Catabrosa

Hyalopoa

Paracolpodium

Catabrosella

Phippsia

Coleanthus

Puccinellia

Sclerochloa

Colpodium

Hyalopodium

Generi della sottotribù

La sottotribù si compone di 10 generi e circa 150 specie:[1][13][15][16][17]

Genere Specie Numeri cromosomici Distribuzione e habitat
Catabrosa
P. Beauv., 1812
3[1] / 7[16] / 4[17] 2n = 20 e 30 Regioni temperate dell'emisfero Nord e Cile
Catabrosella
(Tzvelev) Tzvelev, 1965
7[1] / 8[16] / 0[17] 2n = 10 Dall'Europa all'Himalaya
Coleanthus
Seidl, 1817
Una specie:
Coleanthus subtilis (Tratt.) Seidel ex Roem. & Schult.
2n = 14 Asia settentrionale e America settentrionale
Colpodium
Trin., 1820
13[1] / 4[16] / 22[17] 2n = 4 , 8 e 20 Asia e Africa (zone montagnose)
Hyalopoa
(Tzvelev) Tzvelev, 1965
4[1] / 7[16] / 0[17] 2n = 28 e 42 Asia centrale
Phippsia
(Trin.) R. Br., 1823
3 2n = 28 Zone fredde e artiche dell'Emisfero Settentrionale
Pseudosclerochloa
Tzvelev, 2004
2[1] / 0[16] / 2[17] 2n = 28 e 42 Dal Caucaso all'Himalaya
Puccinellia
Parl.1848
Oltre 110 2n = 14, 21, 28, 42, 56 e 77 Regioni temperate su substrato salato.
Sclerochloa
P. Beauv., 1812
2[1] / 3[16] / 2[17] 2n = 28 e 42 Europa meridionale e Medio Oriente
Zingeria
P. A. Smirn., 1946
5 2n = 4, 8 e 12 Caucaso, Anatolia, Iraq e Iran del nord.

Note:

  • il numero delle specie per genere varia secondo le checklist indicate nelle note;
  • in questo gruppo è descritto anche l'ibrido xPucciphippsia Tzvelev;
  • secondo le ultime ricerche in questo gruppo è stato definito un nuovo genere: Hyalopodium Röser & Tkach, 2019 (comprende una sola specie Hyalopodium ararticum (Lipsky) Röser & Tkach).[18]

Specie della flora italiana

Nella flora spontanea della penisola italiana sono presenti i seguenti generi/specie di questo gruppo:[19]

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n Kellogg 2015, pag. 251.
  2. ^ Etymo Grasses, p. 75.
  3. ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato il 17 gennaio 2020.
  4. ^ a b c Judd 2007, p. 311.
  5. ^ Pignatti 1982, vol. 3, p. 451.
  6. ^ Motta 1960, vol. 2, p. 346.
  7. ^ a b Strasburger 2007, p. 814.
  8. ^ Pasqua 2015, p. 467.
  9. ^ Flora of China, su efloras.org, eFloras. URL consultato il 17 gennaio 2020.
  10. ^ Kew - GrassBase - The Online World Grass Flora, su powo.science.kew.org. URL consultato il 17 gennaio 2020.
  11. ^ PeerJ 2018, p. 22.
  12. ^ Tkach et al. 2019, riga 931.
  13. ^ a b c Tkach et al. 2019.
  14. ^ Tkach et al. 2019, riga 1654.
  15. ^ Soreng et al. 2017, p. 285.
  16. ^ a b c d e f g KEW science-Plants of the World online, su powo.science.kew.org. URL consultato il 19 gennaio 2020.
  17. ^ a b c d e f g The Plant List, su theplantlist.org. URL consultato il 19 gennaio 2020.
  18. ^ Tkach et al. 2019, riga 547.
  19. ^ Conti et al. 2005.

Bibliografia

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