Clemens von Ketteler

Clemens August Freiherr von Ketteler

Il barone Clemens August Freiherr von Ketteler (Münster, 22 novembre 1853Pechino, 20 giugno 1900) è stato un diplomatico tedesco, ucciso durante la ribellione dei Boxer.

Biografia

Ketteler proveniva da una nobile famiglia del Münsterland. Dopo la laurea a Münster e Coesfeld nel 1873, Ketteler entrò nell'esercito prussiano e vi rimase in servizio finché non gli fu permesso di entrare nel corpo diplomatico tedesco nel 1882. Tra il 1880 e il 1889 fu interprete presso i consolati tedeschi di Canton (Guangzhou) e Tientsin. Dopo aver lavorato nel Ministero tedesco per gli Affari Esteri per un breve periodo, venne inviato a Washington, D.C. dal 1892 al 1896 e poi in Messico dal 1896 al 1899.

La morte a Pechino

Tornò in Cina nel 1899 in qualità di plenipotenziario tedesco a Pechino, da dove tentò invano di sottolineare quanto fosse pericolosa la situazione per gli europei.[1] Il 12 giugno 1900, quando i Boxer si mossero verso il centro della città e bruciarono le chiese cristiane, Ketteler reagì ordinando alle guardie dell'ambasciata tedesca di dar loro la caccia. Il 14 giugno i soldati della Marina tedesca respinsero i Boxer che tentavano di sfondare le barricate, e uccisero una ventina di loro.

Per volere della Germania fu eretto, fra il 1901 e il 1903, nel luogo dell'assassinio, a Pechino, un arco di trionfo (in foto: Ketteler-Denkmal) con le scritte in latino, tedesco e cinese in ricordo del barone von Ketteler. Poco prima che la Germania firmasse l'armistizio al termine della Grande Guerra il monumento fu abolito, ricollocato in nuova sede e rinominato Arco per la protezione della Pace. Attualmente è ancora esistente e visibile.

Il 17 giugno il Kansu Braves, un corpo di truppe cinesi musulmane, attaccò Ketteler e i suoi marinai tedeschi alle Legazioni. Dopo che alcune pietre vennero lanciate contro i tedeschi dai cinesi musulmani, Ketteler disse ai suoi uomini di sparare alle truppe musulmane.[2][3] Ketteler attaccò inoltre brutalmente un civile cinese senza alcuna ragione, e colpì un ragazzo che era con lui dopo averlo portato alle Legazioni; Ketteler poi sparò al ragazzo, uccidendolo.[4]

Il 18 giugno, le truppe tedesche catturarono un civile cinese sospettato di essere un boxer nel centro della città e lo portarono al Quartiere delle Legazioni, dove venne imprigionato. La folla che si raccolse più tardi per chiedere il rilascio dell'uomo venne fatta disperdere dal fuoco delle guardie austro-ungariche: furono molti i feriti. Il 19 giugno, ricevuta la notizia dell'attacco ai Forti di Taku da parte dell'Alleanza delle otto nazioni, l'imperatrice cinese Cixi ordinò immediatamente alle legazioni che i diplomatici e tutti gli altri stranieri avrebbero dovuto abbandonare Pechino sotto la scorta dell'esercito cinese entro 24 ore.[5]

Nella mattina del 20 giugno, Ketteler, insieme al suo interprete e ad altre persone, si diresse verso il Yamen Zongli (il Ministero degli Affari Esteri), accompagnato da una scorta armata. All'estremità occidentale dello Xizongbu Hutong, a solo un isolato di distanza dal ministero, il gruppo venne attaccato. Ketteler morì nel successivo scontro a fuoco, ucciso deliberatamente dal capitano manciù En Hai per vendicare il ragazzo assassinato da Ketteler.[6] En Hai si consegnò alle forze alleate di occupazione, e venne decapitato a Pechino il 31 dicembre 1900.[7]

Note

  1. ^ (DE) Brockhaus Geschichte (Second Edition)
  2. ^ Richard O'Connor, The spirit soldiers: a historical narrative of the Boxer Rebellion, illustrated, Putnam, 1973, p. 96. URL consultato il 1º settembre 2011.
    «Unperturbed by what he regarded as the unmanly queasiness of his colleagues, Baron von Ketteler late that day ordered his marines to open fire on a detachment of General Tung Fu-hsiang's Kansu cavalry. The Moslems had thrown some stones at the Germans; the latter replied with rifle fire. The British minister had not joined in reproving the baron over the Tatar Wall incident earlier in the day, but now he sent a note over to the German»
  3. ^ Richard O'Connor, The Boxer Rebellion, illustrated, reprint, Hale, 1973, p. 96, ISBN 0-7091-4780-5. URL consultato il 1º settembre 2011.
    «marines to open fire on a detachment of General Tung Fu-hsiang's Kansu cavalry. The Moslems had thrown some stones at the Germans; the latter replied with rifle fire. The British minister had not joined in reproving the baron over the Tatar Wall incident earlier in the day, but now he sent a note over to the German»
  4. ^ Robert B. Edgerton, Warriors of the rising sun: a history of the Japanese military, W. W. Norton & Company, 1997, p. 70, ISBN 0-393-04085-2. URL consultato il 28 novembre 2010.
  5. ^ Tan, p. 75
  6. ^ Robert B. Edgerton, Warriors of the rising sun: a history of the Japanese military, W. W. Norton & Company, 1997, p. 82, ISBN 0-393-04085-2. URL consultato il 28 novembre 2010.
  7. ^ Franciszek Przetacznik, Protection of officials of foreign states according to international law, BRILL, 1983, p. 229, ISBN 90-247-2721-9. URL consultato il 28 giugno 2010.

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