Il nome generico (Clematis) viene normalmente attribuito a Dioscoride e deriva dalla radice greca klema (= “viticcio” o anche =“pianta volubile” o anche ="legno flessibile"). L'epiteto specifico (alpina) deriva dalle zone dove normalmente vive questa pianta.[2]
Uno dei primi studi sulla specie è stato fatto dal biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 – Uppsala, 10 gennaio 1778); studio ripreso e completato dal botanico scozzese Philip Miller (Chelsea, 1691 – Chelsea, 1771) e pubblicato nel 1768 nell'ottava edizione del suo Dictionnaire.
Gli inglesi chiamano questa pianta Alpine Clematis; i tedeschi Alpenrebe; mentre i francesi la chiamano Clématide des alpes.
Descrizione
Queste piante arrivano ad altezze di 2 metri (dimensioni usuali: da 30 a 60 cm) arrampicandosi su diverse superfici quali rocce, muschio, arbusti e tronchi in posizioni fresche ed ombreggiate. La capacità di “arrampicarsi” è data dalla particolare sensibilità al tatto della parte basale del picciolo fogliare; in questo modo riescono a girare una o due volte attorno all'ostacolo che urtano inavvertitamente (fusto “scandente”). Se la clematide è molto rigogliosa e il supporto non è il tronco di un grosso albero, a volte ostacola la crescita della pianta di sostegno arrivando fino a soffocarla.
La forma biologica della pianta è fanerofita lianosa (P lian), ossia sono piante perenni e legnose, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo maggiore di 30 cm con portamento rampicante.
Radici
L'apparato radicale è fascicolato.
Le radici mostrano capacità pollonifera cioè sono in grado di riprodurre altre piante dalla radice stessa.
Fusto
Il fusto è lianoso, legnoso con portamento volubile e rampicante (sarmentoso-aggrappante) di colore verde da giovane e bruno-purpureo con l'invecchiamento, a sezione angolosa (approssimativamente esagonale). La corteccia è fibrosa e si distacca in lamelle.
Foglie
Le foglie sono disposte con fillotassi opposta o verticillata.
Sono foglie pinnato-composte a 3+3 segmenti lanceolati con lobi acuti.
Sono sorrette da lunghi, esili e flessuosi piccioli che si sviluppano dai nodi del fusto. Il margine della lamina è irregolarmente seghettato-dentato. Il colore è verde chiaro e sono glabre. Dimensione del picciolo: 4–7 cm; dimensione dei segmenti: larghezza 1–3 cm, lunghezza 2–7 cm.
Fiore
I fiori sono singoli, a forma di campanella, portati da un lungo peduncolo e compaiono sul ramo della stagione precedente in posizione ascellare. Dimensione dei peduncoli: 5–12 cm.
Il fiore è costituito da un solo verticillo di sepali petaloidei che simulano una corolla.
Le tonalità dei sepali variano dall'azzurro al viola scuro.
I petali sono trasformati in nettari, sono di color bianco crema che, contrastando il blu viola del verticillo esterno di sepali, aumentano il valore ornamentale di questa pianta.
Il ricettacolo è convesso-allungato. Dimensione totale del fiore: 6–8 cm.
I fiori possono odorare lievemente di miele.
Corolla: la corolla è ridotta a molti (da 10 a 20) petali rudimentali (vedi il paragrafo “Sistematica”) di colore bianco o roseo e di forma acuta. Il petalo è da tre a quattro volte più piccolo dei sepali.
Androceo: gli stami sono numerosi; il filamento è piumoso.
Gineceo: il numero dei carpelli è elevato (diverse decine) e ognuno è “monospermo” (porta un solo ovulo), sono inoltre liberi tra di loro (ovarioapocarpico) portati in modo spiralato; gli stili sono lunghi e persistenti simili a setole. Gli stigmi maturano prima delle antere (questo perché l'impollinazione della pianta è ad opera del vento).
Fioritura: la fioritura avviene in primavera (tra maggio e luglio), ma le piante possono produrre anche qualche fiore occasionale in estate mescolandosi alle tipiche infruttescenze arruffate di filamenti d'argento.
Frutti
Il frutto è un achenio sormontato da un'appendice piumosa (per favorire la disseminazione). Derivando da un ovario supero pluricarpellare, gli acheni (fino a un centinaio) sono riuniti in una infruttescenza. Ogni frutto ha un solo seme. Dimensione dell'appendice piumosa: 2 – 3 cm.
Riproduzione
La riproduzione di questa pianta avviene attraverso l'impollinazione del vento (anemofila); comunque questi fiori sono frequentati anche da diversi insetti (api e vespe) per appropriarsi del polline, per cui non è esclusa anche una quota di impollinazione entomofila.
Habitat: queste piante si possono trovare nelle boscaglie e boschi montani e subalpini (abetine, lariceti, peccete e faggete); ma anche nei mugheti e rupi. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo, con pH neutro-basico, bassi valori nutrizionali e con terreno a media umidità.
Distribuzione altitudinale: la specie è robusta e resistente e riesce a sopportare anche temperature di −20 °C per cui si può trovare anche a quote elevate fino a 2400 ms.l.m.; quote medie: da 800 ms.l.m. a 1900 ms.l.m., frequenta quindi i piani montani e subalpini.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:
Formazione: comunità vegetali
Classe: Vaccinio-Piceetea excelsae
Ordine: Piceetalia excelsae
Alleanza: Piceion excelsae
Tassonomia
Il genereClematis comprende oltre 200 specie (otto delle quali sono spontanee dei nostri territori) appartenenti sia dell'emisfero boreale che quello australe. La famiglia delle Ranunculaceae invece comprende oltre 1500 specie distribuite su circa 35 generi.
All'interno del genere la specie di questa scheda fa parte della sezione Atragene (L.) DC. (tipica sezione delle “Clematidi alpine”) caratterizzata dall'avere diversi petali rudimentali: questi sono abbastanza simili ai petali veri e propri in quanto hanno una forma lamellare (vengono definiti anche “petaloidi staminoidi”).[2]
All'interno della famiglia il genere di questa pianta è posizionato nella sottofamiglia delle Ranunculoideae e nella tribù delle Anemoneae[3]
Variabilità
Nell'elenco che segue sono indicate alcune varietà e sottospecie (l'elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie):
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Farmacia
La pianta contiene alcaloidi molto velenosi; anche esternamente può essere irritante e vescicante.
Secondo la medicina popolare la pianta è rubefacente (richiama il sangue in superficie, alleggerendo la pressione interna) e cicatrizzante.
Giardinaggio
È impiegata nel giardinaggio alpino e quello roccioso; ma è anche utilizzata come pianta da vaso.
Galleria d'immagini
Note
^(EN) Clematis alpina (L.) Mill., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 6 febbraio 2021.
AA.VV., Flora Alpina. Volume primo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 152.
Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
Clarence Bicknell, Flora of Bordighera and San Remo or a catalogue of the wild plants growing in western Liguria in the area bounded by the outer watersheds of the Arma and Nervia torrents, Bordighera, Pietro Gibelli, 1896, p. 1.
Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 325, ISBN978-88-299-1824-9.