Chilone
Chilone di Sparta (Sparta, 620 a.C. circa – Pisa, 520 a.C. circa) fu uno dei sette savi[1]. Diogene Laerzio scrive nella Vita di Chilone che questi nacque a Sparta da Damageto (Damagetas), e che era già vecchio durante la 52ª Olimpiade (572-69 a.C.), tanto che morì nella città greca di Pisa dopo aver abbracciato il figlio (Chilone di Patrasso) vincitore nella gara di pugilato a Olimpia. Erodoto ne parla come un contemporaneo di Ippocrate di Atene, padre di Pisistrato: ancora Diogene Laerzio scrive che fu eletto Eforo di Sparta durante la 56ª Olimpiade (556-55 a.C.). Alcidamante riporta che fu giudice e che fece parte dell'assemblea di Sparta. Sulla sua tomba sarebbe stato inciso l'epigramma: «Incoronata di lance, Sparta generò questo Chilone PensieroGli si attribuisce il merito di aver contribuito a rovesciare la tirannia nella città di Sicione, che diventò in seguito alleata di Sparta. La sua influenza fu anche decisiva per la svolta nella politica isolazionista di Sparta che portò alla formazione della lega del Peloponneso nel VI secolo a.C. Contribuì a isolare Argo politicamente e militarmente, preparando così le future vittorie contro di essa. Uomo di poche parole, sosteneva di non mai aver commesso nulla di illegale nella sua vita, ma di avere dei dubbi riguardo a un episodio: quando era giudice, nel segreto della sua coscienza, applicando correttamente la legge giudicò colpevole di pena capitale un amico imputato di gravissimo delitto, ma convinse gli altri due giudici ad assolvere l'imputato, in modo che fossero salvi tanto il dovere del giudice quanto quello dell'amico. L'episodio viene citato da Aulo Gellio che racconta di averlo letto in una biografia su Chilone.[1] Si dice anche che, parlando dell'isola di Citera, desiderasse che quell'isola non fosse mai esistita, o che il mare l'avesse sommersa, prevedendo che sarebbe stata la rovina degli Spartani. In effetti in seguito l'ex re di Sparta Damarato, esiliato dopo la destituzione e rifugiatosi in Persia, consigliò al re persiano Serse, durante la seconda guerra persiana, di fare dell'isola una base navale da cui attaccare la Grecia. Molti anni dopo, durante la guerra del Peloponneso, gli ateniesi, guidati da Nicia, conquistarono Citera, che usarono come caposaldo per rivolgere ulteriori attacchi agli Spartani. MassimeDello spartano Chilone si tramandano alcuni detti: (GRC)
«Χείλων Δαμαγήτου Λακεδαιμόνιος ἔφη• (IT)
«Chilone, figlio di Damageto, da Sparta, disse: (LA)
«i) Nolo minor me timeat despiciatque maior. (IT)
«1. "Non voglio che il piccolo mi tema, né che il grande mi disprezzi." Note
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