VI secolo, Fondata dal generale bizantino Belisario nota come Santa Maria dell'Annunciata della Pinta. Luogo di culto di epoca bizantina, ubicato nel piano del Palazzo, di cui recentemente, nel corso dei lavori di rifacimento di Piazza Indipendenza, sarebbero stati trovati dei resti.[1]
1583, Nota per il ciclo pitture decorative (che le valgono l'appellativo di La Pinta) e per la sacra rappresentazione La creazione del mondo o l'Incarnazione del Verbo, scritta dal monaco Teofilo Folengo, chiamato anche L'Atto della Pinta, titolo attribuito per la caratteristica della chiesa cara all'autore, priore di alcuni monasteri palermitani.[4][5]
1670, L'edificio di culto assunse il nome della preesistente chiesa per far posto alla «Porta di Castro» da cui prese il nome l'omonimo Vicolo che si apre di fronte al prospetto sinistro dell'attuale chiesa. Il luogo di culto occupa parzialmente l'area del cortile ove sorge l'Oratorio di San Mercurio.
2006, Avviati i lavori di restauro, successivamente interrotti. Recentemente il monumento è stato posto sotto sequestro preventivo e sono stati apposti i sigilli. Vibrazioni imputabili a lavori di urbanizzazione e eventi sismici nel tempo, hanno reso inagibile l'edificio seicentesco.
Il portale è caratterizzato da lesene scanalate sormontate da artistici capitelli e architrave arricchito con volti di due putti. La decorazione è completata da un timpano arcuato e spezzato con lunetta intermedia. L'ingresso è sormontato da un finestrone centrale con decorazioni e timpano triangolare.
Interno
L'interno, a navata unica con brevi altari laterali, è impreziosito dagli stucchi di Giuseppe Serpotta fratello del più famoso Giacomo, dal pavimento d'epoca e da affreschi decorativi, molti dei quali opere di Pietro Novelli.[8]
Sul retroprospetto della Chiesa si apre un piccolo cortile che conduce all'Oratorio di San Mercurio, esempio del genio decorativo Serpottiano.
Altare maggiore: quadro su tavola della Santissima Annunziata ricalcante lo stile di Polidoro da Caravaggio.[9]
Cappella di Sant'Anna: Altare di Sant'Anna. Quadro di Sant'Anna del 1641.[9]
Cappella di Santa Barbara: Altare di Santa Barbara. Statua di Santa Barbara.[11]
Navata sinistra:
Cappella del Santissimo Crocifisso: Altare del Santissimo Crocifisso. Affresco del Santissimo Crocifisso.[9]
Cappella della Madonna della Grazia: Altare della Madonna della Grazia. Nell'edicola è collocato il quadro raffigurante la Madonna della Grazia o della «Candellara» ritratta con Santa Lucia a destra, e Sant'Agata a sinistra, affine allo stile del Perugino.[9] Il dipinto è attribuito a Benedetto Da Pesaro, confrate del sodalizio attestato nel tempio.[6]
Arciconfraternita della Pinta
Arciconfraternita della Pinta.
Confraternita del Santissimo Crocifisso alla Pinta
1894, Confraternita del Santissimo Crocifisso alla Pinta. Fondazione del sodalizio.
Monastero della Pinta
Monastero della Pinta.
Chiesa di Santa Barbara la Soprana
1547, Prime documentazioni scritte sul luogo di culto di rito latino.[7]
?, Confraternita di Santa Barbara degli Stagnatari.[13]
Chiesa di Santa Barbara la Sottana
chiesa di Santa Barbara la Sottana luogo di culto di rito greco.
1582 16 maggio, L'area della chiesa di Santa Barbara la Sottana, detta anche di San Teodoro, con annesse fabbriche e giardino, ubicata dietro il costruendo palazzo arcivescovile fu scelta per istituire il nuovo Seminario. L'istituzione ebbe per cappella proprio la chiesetta di Santa Barbara.
^Pagina 481, Tommaso Fazello, "Della Storia di Sicilia - Deche Due" [1]Archiviato il 29 novembre 2015 in Internet Archive., Volume uno, Palermo, Giuseppe Assenzio - Traduzione in lingua toscana, 1817.