Chiesa di Sant'Antonio Abate (Ferla)
La chiesa di Sant'Antonio Abate è un luogo di culto ubicato in via Vittorio Emanuele nella zona denominata i Quattro Canti di Ferla.[1][2] Sotto il profilo artistico è la più articolata tra le chiese cittadine, appartenente all'arcidiocesi di Siracusa, vicariato di Palazzolo - Floridia sotto il patrocinio di ?, arcipretura di Ferla, Parrocchia San Giacomo Maggiore Apostolo. StoriaEpoca spagnolaIl tempio primitivo era ubicato nella parte bassa dell'abitato, eretto di fronte alla chiesa del Carmine, il terremoto del Val di Noto del 1693 lo distrusse interamente. La ricostruzione avvenne nell'attuale sito, nel cuore del nuovo centro abitato, nel settore sud - ovest dei quattro canti. La chiesa fu progettata dal frate - ingegnere Michele La Ferla[2] con elementi architettonici innovativi, facciata e impianto caratterizzati dal nascente e diffuso stile barocco ibleo con vaghi accenni decorativi d'impronta rococò. La costruzione si protrasse per oltre mezzo secolo. Epoca contemporaneaIn seguito al terremoto del 1908 crollò la cupola a bulbo e rovinò per intero il corpo della torre campanaria sinistra, coinvolgendo parzialmente la porzione di prospetto corrispondente. Il sisma fu avvertito in buona parte della Sicilia orientale, provincia di Siracusa compresa, arrecando danni alle strutture dei principali monumenti. Una targa marmorea ne attesta l'appartenenza al novero dei monumenti nazionali di particolare pregio storico - artistisco. FacciataL'esterno contempla una sinuosa e articolata facciata in stile barocco ibleo[3] costituita da tre corpi concavi disposti lungo gli assi verticali, su quello centrale insiste il portale, i due laterali si contraddistinguono per la presenza di nicchie in ricche cornici e altrettante celle campanarie. La tripartizione dei primi due ordini è effettuata per mezzo di colonne ioniche con capitelli corinzi, collocate su massicci plinti, nella partizione centrale il movimento e la prospettiva concava è accentuata da coppie di colonne disposte ad emiciclo, peculiarità quest'ultima che caratterizza sia il vano del portale, sia l'area della grande nicchia a livello intermedio. Il portale, unico varco d'accesso del prospetto, è inserito nella concavità centrale fra la coppia interna di colonne, presenta un ornamento superiore a cortina sovrastato da timpano ad arco. Tanto i vani in prospetto, quanto le porzioni di catino esterne, ospitano nicchie contenute in ricche cornici adorne di volute, conchiglie nella calotta, sormontate da timpano ad arco spezzato e coppia di putti sulla stele intermedia. Un variegato cornicione - marcapiano dalla articolata modanatura, decorato nella trabeazione da rilievi raffiguranti motivi geometrici, fitomorfi e antropomorfi, separa i primi due ordini. Al centro la grande nicchia con cornice, sulla superficie interna presenta riquadri e spicchi, in alto è sormontata da timpano ad arco spezzato. Chiude la prospettiva un grande timpano concavo sovrapposto e spezzato sovrastato da due imponenti pinnacoli a coppa o vasi fiammati acroteriali. Sulla sommità un grande pinnacolo piramidale recante decorazioni con volute, al vertice una grande croce apicale con raggiera in ferro battuto. Ai lati due grandi volute a ricciolo con festoni. Le celle campanarie presentano monofore sui lati, quella destra è ancora completata da una cupoletta a bulbo squadrato con cuspide e vertici smussati, sul corpo del tamburo oculi per quadranti, quello in corrispondenza dell'ingresso presenta un orologio meccanico. Il cornicione corrispondente è arricchito da due pinnacoli a coppa. Il corpo sinistro gemello è rovinato a causa del terremoto di Messina del 1908. InternoL'interno presenta un impianto a croce greca[2] di 33 metri per asse, con cappelle radiali - tre sui bracci, quattro sfalsate alle precedenti e disposte sulle bisettrici. Altre due cappelle con altrettanti altari, e due Oratori completano l'elenco degli ambienti interni. La crociera è sormontata da una cupola ottagonale decorata internamente con la raffigurazione del Trionfo di Sant'Antonio nei quattro continenti della Terra, apparato pittorico costituito da un sontuoso affresco realizzato da Giuseppe Crestadoro[2] ripartito in quattro spicchi incorniciati da fregi e stucchi policromi attribuiti ad artista orbitante nella scuola del Serpotta, ornamenti plastici raffiguranti come soggetti principali i Quattro Evangelisti. Gli ambienti dell'aula presentano: un notevole apparato decorativo in stucco, un ricco ciclo pittorico costituito da affreschi e dipinti e un esemplare ciclo statuario in stucco accompagnato da preziose statue lignee. Sono 14 sculture in stucco raffiguranti allegorie delle virtù cardinali (Fortezza, Giustizia, Prudenza e Temperanza), virtù morali e virtù teologali (Carità, Fede e Speranza), di scuola serpottiana. Otto di esse sono collocate nell'aula sotto la cupola, tre coppie delimitano gli altari in ogni braccio.
AbsideL'arco trionfale è sovrastato dalla composizione barocca costituita da angeli e putti che reggono un grande cartiglio, l'iscrizione recita: "FECITO TIBI NOMEN: GRANDE, IVXSTA NOMEN MAGNORVM, QVI SVNT IN TERRA (XI Reg., Cap. XII, Num IX°.)".
Ambienti prossimi all'ingresso:
Opere
OratoriNote
Bibliografia
Voci correlatePoli monumentali ricostruiti con lo stesso impianto a croce greca in stile barocco siciliano, riedificazioni post terremoto del Val di Noto del 1693:
Altre chiese improntate allo stesso impianto:
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