Chiesa di San Tommaso di Canterbury (Dervio)
La chiesa di San Tommaso di Canterbury è un luogo di culto cattolico situato a Dervio, in provincia di Lecco, parrocchiale della frazione di Corenno Plinio. La parrocchia è parte della Comunità Pastorale San Carlo Borromeo in Alto Lario nel decanato Alto Lario dell'arcidiocesi di Milano. StoriaDedicata a Tommaso Becket,[1] la chiesa è attestata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani (fine del XIII secolo)[2] la chiesa è citata come segue:[3] (LA)
«In plebe derui, loco cortono, ecclesia sancti thome martyris» (IT)
«Nelle pieve di Dervio, località Corenno, chiesa di San Tommaso Martire» La chiesa divenne parrocchiale con atto del 3 novembre 1566, a seguito della separazione dalla parrocchia di Dervio per volere dell'arcivescovo Carlo Borromeo. Il fatto che la chiesa sia dedicata a Tommaso di Canterbury è piuttosto raro, ed è proprio grazie a questo dato che è stato possibile ricondurre la costruzione dell'edificio a una fase tardo-romanica. [4] È considerabile di patronato degli Andreani, antica famiglia feudataria della zona, il cui castello comitale è affiancato alla chiesa stessa. DescrizioneEsternoLa chiesa presenta all'esterno una facciata a capanna dal portale modanato. Sul sagrato della chiesa sono collocati tre monumenti funebri, le Arche degli Andreani. Prima del 1820 vi si trovava il cimitero di Corenno Plinio.[5] Due si trovano ai lati del portale, il terzo addossato alla parete del castello comitale.[6] Il portale d'ingresso, dotato di decorazioni in serizzo, risale al 1698.[7] Nel 1795, la chiesa fu sottoposta a un intervento di ristrutturazione che comportò un allungamento e un innalzamento della navata, nonché la realizzazione di una copertura a botte.[8] InternoLa chiesa è costituita all'interno da campate di volte a vela e da una parte absidale, ingrandita nel 1795. [4] L'altare maggiore, in marmi policromi, è sormontato da un tempietto in marmo nero.[8] Dello stesso colore sono le colonne in marmo di Varenna che ornano l'ancona dell'altare laterale della Madonna (1703)[8]. Decorazioni pittoricheAll'interno della chiesa, durante un restauro promosso nel 1966 da don Giuseppe Tocco[9],[8] sono stati rinvenuti alcuni degli affreschi descritti nel seguito. Lungo la navata meridionale si trovano il Santo vescovo e una Teoria di apostoli con il Maestro,[10] racchiusa entro fasce goticheggianti[9]. Invece nei pressi dell'abside, incorniciati da un motivo geometrico, ci sono San Gottardo e Santa Apollonia. Sulla parete opposta sono collocati, uno di fianco all'altro, gli episodi di San Cristoforo e di San Francesco che riceve le stimmate. Sotto a queste scene, la raffigurazione di un frate, inginocchiato verso un santo vescovo.[11] In prossimità dell'abside è presente una particolarmente dettagliata Adorazione dei Magi,[11] descritti minuziosamente sia negli abiti che nei tratti somatici. È nella parte inferiore di questa scena che troviamo rappresentati, su uno strato di intonaco posteriore, altri episodi religiosi parzialmente lacunosi, tra i quali si riescono ad individuare la Madonna del latte[11] e San Leonardo di Nobiliacum, il protettore dei carcerati. La parete opposta ospita i resti delle raffigurazioni di un Papa con tiara e di un Paggio in vesti bianco-rosse[10]. Secondo studi recenti, tutti i dipinti, fatta esclusione per Santa Apollonia e San Gottardo, la cui collocazione, data la plasticità delle forme e l'alto verismo espressivo, è databile agli anni Quaranta o Cinquanta del Trecento, sarebbero da ricondurre ad una campagna decorativa di metà del XIV secolo.[12] A un'epoca più tarda risale invece l'affresco che, sul lato destro, raffigura la Madonna incoronata col Bambino e Angeli, opera datata 1538.[9][10] Note
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