Chiesa di San Sebastiano (Dignano, Italia)
La chiesa di San Sebastiano Martire è la parrocchiale di Dignano, in provincia ed arcidiocesi di Udine[1]; fa parte della forania del Friuli Collinare. StoriaL'originaria chiesa di San Sebastiano venne costruita a partire dal 1401, forse come voto al santo invocato contro la peste, la quale nel secolo precedente aveva mietuto molte vittime anche in Friuli[1]. All'inizio del XVIII secolo venne inoltrata la richiesta di poter ampliare la chiesa e nel 1718 l'abbazia di Moggio Udinese concesse l'autorizzazione ad iniziare i lavori di rifacimento[1]; nel 1720 grazie all'interessamento del pievano Petrei cominciò la costruzione della nuova chiesa, portata a termine nel 1727[1]. Verso la fine del Settecento, a causa dell'aumento della popolazione, la chiesa non era più sufficiente a soddisfare i bisogni dei fedeli e, quindi, nel 1772 la vicinia deliberò assieme al pievano don Andrea Giuliani di riedificare l'edificio[1]; l'architetto tolmezzino Domenico Schiavi fu incaricato di redigere il progetto[2][3] e il 30 maggio 1776 l'arcivescovo di Udine Giovanni Girolamo Gradenigo diede l'autorizzazione a benedire la prima pietra[1]. Il terremoto del Friuli del 1976 danneggiò l'edificio, che tra il 1982 e il 1984 dovette essere ristrutturato su progetto dell'architetto Celso Proietti[1]. DescrizioneEsternoLa facciata della chiesa è preceduta dal pronao tetrastilo le cui colonne, dotate di capitelli dorici, sorreggono la trabeazione e il timpano di forma triangolare[1]. Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una serliana ed è coperta dalla cupoletta poggiante sul tamburo. InternoL'interno si compone di tre navate, separate da sei pilastri con pianta cruciforme caratterizzati da delle lesene e sorreggenti degli archi a tutto sesto, sopra i quali corre il cornicione[1]. Opere di pregio qui conservate sono un altare realizzato nel XVIII secolo dal gemonese Giacomo Pischiutti ed impreziosito da due statue ritraenti i Santi Antonio Abate e Sebastiano, scolpite verso il 1749 dal padovano Giacomo Contiero[2][3], e i due dipinti raffiguranti i santi Gallo ed Urbano, collocati su un altarolo costruito nel 1564 da Bernardino Blaceo[4]. Note
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