Chiesa di San Michele (Felino, San Michele Tiorre)
La chiesa di San Michele è un luogo di culto cattolico dalle forme barocche, situato in piazza Pontirol Battisti 7 a San Michele Tiorre, frazione di Felino, in provincia e diocesi di Parma; fa parte della zona pastorale di Calestano-Felino-Sala Baganza. StoriaL'originaria cappella fu edificata entro l'XI secolo e intitolata, unitamente all'intera valle del Cinghio, all'arcangelo Michele dai benedettini dell'abbazia di San Benedetto in Polirone, ai quali fu donata dal papa Pasquale II nel 1105 e fu confermata dall'imperatore del Sacro Romano Impero Enrico IV di Franconia l'anno seguente.[1] I frati edificarono accanto al luogo di culto un chiostro, che affidarono a un gruppo di monaci guidato da un priore.[1] L'esistenza della cappella è testimoniata anche da un documento del 1230,[2] quando l'"Ecclesia di Sancti Michaelis de Toliorio" dipendeva dalla pieve di San Martino di Arola;[3] il Prior Sancti Michaelis de Toiorio fu menzionato anche nella Ratio Decimarum del 1299.[1] Tra il 1699 e il 1700 l'antico edificio fu quasi completamente ricostruito in stile barocco su iniziativa dell'abate Andrea Rainieri; all'epoca la chiesa risultava dipendente dalla badia di Santa Maria della Neve di Torrechiara.[1] I benedettini mantennero il controllo del luogo di culto fino alla soppressione degli ordini religiosi sancita da Napoleone agli inizi del XIX secolo.[1] Il 15 luglio del 1971 la chiesa fu profondamente danneggiata da un forte terremoto, che ne causò la chiusura al culto; in seguito l'edificio fu consolidato e ristrutturato sia negli esterni che negli interni, ove furono rimossi gli altari laterali e le cantorie barocche; i lavori furono conclusi verso la fine del 1974 e il tempio fu solennemente inaugurato dal vescovo di Parma Amilcare Pasini.[1] Il 23 dicembre del 2008 la chiesa fu nuovamente danneggiata da scosse sismiche; i lavori di restauro, avviati l'anno seguente, furono portati a termine nel 2014.[1] DescrizioneLa chiesa si sviluppa su un impianto a navata unica, affiancata sul lato sud da una cappella laterale in aggetto.[1] La simmetrica facciata a salienti, intonacata, è caratterizzata dalla presenza del portale d'accesso centrale raggiungibile attraverso una scalinata di alcuni gradini; ai lati su trovano due nicchie rettangolari, mentre sopra l'ingresso è collocato un altorilievo in cotto; più in alto si apre una bifora ad arco ogivale, sormontata da una nicchia circolare. Il prospetto sud, rivestito inferiormente in pietra, è caratterizzato dalla presenza della cappella in aggetto, illuminata da due finestre a croce greca.[1] Il presbiterio, anch'esso rivestito in pietra, è rinforzato sul fianco meridionale da un ampio contrafforte, mentre a nord, accanto agli edifici parrocchiali, si innalza il campanile, la cui cella campanaria si affaccia sui quattro lati attraverso bifore ad arco a tutto sesto. All'interno la navata, coperta da volta a botte lunettata, è decorata lateralmente da una serie di lesene coronate da capitelli dorici, a sostegno della cornice perimetrale in aggetto; sui fianchi si aprono le ampie arcate a tutto sesto delle antiche cappelle, private degli altari nel 1974; vi si trovano alcune opere di pregio, tra cui un dipinto cinquecentesco raffigurante la Vergine col Bambino e i santi Michele e Antonio, realizzato da Girolamo Mazzola Bedoli, un confessionale ligneo settecentesco e una vasca battesimale in marmo rosso di Verona.[1] La cappella a sud, ricavata nel 1974 nell'ex sagrestia, accoglie l'antico altare maggiore in legno dorato e intagliato risalente al XVII secolo, ivi collocato in seguito ai restauri.[1] NoteBibliografia
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