Chiesa di San Maurizio (Monza)
La chiesa di San Maurizio in Santa Margherita, presso la già chiesa di Santa Margherita è un edificio religioso di Monza, in piazza Santa Margherita. StoriaL'attuale costruzione sorge sul luogo del precedente monastero di Santa Margherita, fondato dagli Umiliati nel XIII secolo e occupato dalle monache dell'ordine che passò in data imprecisata (forse la seconda metà del XV secolo) ad osservare la regola benedettina sotto il titolo di Santa Margherita.[1] Agli inizi del XVIII secolo le condizioni statiche della chiesa risultano essere divenute via via talmente precarie che nel 1736 si rende necessario operare il suo totale rifacimento del quale viene incaricato l'architetto milanese Giacomo Antonio Quadrio[2]. Nel 1785 il monastero è soppresso mentre la chiesa è sconsacrata[3]. I vari edifici del complesso vengono venduti e seguono diverse vicende.
DescrizioneLa chiesa presenta un'alta facciata in barocchetto lombardo, a due ordini divisi da un alto cornicione e scandita da lesene e timpano alla sommità. Nell'ordine superiore si apre un ampio finestrone vetrato. L'insieme è reso pittoricamente vivace dal contrasto di colore del cotto del rivestimento e dei marmi delle sculture e dei capitelli corinzi. Sul fastigio del timpano è la statua di Santa Margherita che impugnando la Croce calpesta il drago, mentre ai due estremi sono le statue di angeli. Molto bella è la ricca decorazione scultorea in marmo del portale dove, su modanature curviinee, due statue di oranti accompagnano un ovale che racchiude il busto della Santa.
L'interno è a navata unica e un tempo era diviso da un muro trasversale per separare lo spazio riservato alle monache da quello pubblico. L'apparato decorativo dell'aula è costituita dal ciclo di affreschi di Carlo Innocenzo Carloni (1740-42) sulle prime tre campate della volta mentre riquadri di Giuseppe Castelli e del Perrucchetti[5] integrano la decorazione. Alle pareti si conservano tele di Antonio Maria Ruggeri, Ambrogio Brambilla, del monzese Giambattista Gariboldi e di Francesco Corneliani[6]. Dietro l'altare è un ritratto di San Carlo Borromeo. Sulla parete in controfacciata è installato un importante organo a mantice del XVIII secolo, il più antico della città.
All'esterno, a sinistra della facciata, è ancora visibile il portale d'ingresso dell'antico convento con il vano che ospitava la ruota degli esposti dove venivano lasciati i neonati abbandonati. Note
Bibliografia
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