Chiesa di San Giorgio Martire (Bagolino)
La chiesa di San Giorgio Martire è la parrocchiale di Bagolino, in provincia e diocesi di Brescia[1]; fa parte della zona pastorale dell'Alta Val Sabbia. Viene definita Cattedrale in montagna per le sue dimensioni (terza chiesa come superficie coperta di tutta la provincia di Brescia) e i suoi aspetti monumentali e di grande rilievo artistico. StoriaNel 1501 venne costruito il portale d'ingresso della primitiva chiesa e nel 1590 fu realizzato l'organo, opera forse degli Antegnati[1]. Nella prima metà del XVII secolo il comune di Bagolino, di comune accordo con il prevosto don Serafino Borra, decise di far edificare una nuova parrocchiale; il progetto venne affidato all'architetto Giovanni Battista Lantana, che progettò una chiesa simile a quella bresciana di San Domenico, disegnata a sua volta da Pier Maria Bagnadore[1]. Nel 1681 venne eretto il campanile, la cui guglia, distrutta durante un incendio nel 1779, non fu poi ricostruita[2], e sul finire del XIX secolo l'organo fu oggetto di un restauro, per poi venir ampliato nel 1932 dalla ditta Frigerio[1]. DescrizioneEsternoLa chiesa sorge su un rilievo roccioso al centro del paese e presenta una facciata a capanna. L'ordine inferiore è anticipato da una serliana che protegge il portale d'ingresso. L'ordine superiore presenta tre ampie finestre. Quella centrale più ampia e voltata a tutto sesto, quelle laterali minori e rettangolari.[1]. Interno![]() ![]() L'interno è a navata unica con nicchioni laterali dotati di altari. La volta a botte è arricchita da affreschi seicenteschi opera di Tommaso Sandrino[3] Il presbiterio è leggermente rialzato ed a pianta quadrangolare. Ai suoi lati due cantorie, e in quella di destra si trova l'organo a canne. L'abside ha base semicircolare[1]. Qui sono conservate diverse opere artistiche, tra le quali la pala che raffigura la Santissima Trinità e San Giorgio che uccide il drago, eseguita da Andrea Celesti[2], la tavola della Madonna di San Luca, forse risalente al XV secolo[2], alcuni affreschi di Jacopo Palma il Giovane e dipinti di Tiziano Vecellio e del Tintoretto[2]. Note
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
|
Portal di Ensiklopedia Dunia