Chiesa di San Biagio (Vivaro Romano)

Chiesa di San Biagio V.M.
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLazio
LocalitàVivaro Romano
IndirizzoLargo Cardinal Di Pietro
Coordinate42°05′57.96″N 13°00′25.49″E
Religionecattolica di rito romano
TitolareBiagio di Sebaste
DiocesiTivoli
Consacrazione1910
ArchitettoCostantino Sneider
Stile architettonicoromanico rivisitato
Inizio costruzione1505 (prime note storiche)
1908 (ricostruzione)
Completamento1910 (ricostruzione)

La chiesa di San Biagio Vescovo e Martire è la parrocchiale di Vivaro Romano, città metropolitana di Roma Capitale. Fa parte della quarta vicaria nella diocesi di Tivoli.

Storia

La Chiesa medioevale ormai non più esistente era certamente a una navata, con altare maggiore e ai lati di questo gli altari della Madonna e di S. Biagio; erano presenti inoltre il pulpito, due confessionali e il fonte battesimale di pietra, con coperchio a piramide di legno - questo ancora presente nella Chiesa.

Intorno alla meta del XVII secolo con l'accrescimento del beneficio della Chiesa si attuò un primo allargamento della Chiesa. Da una lettera del 9 febbraio 1681 dell'arciprete di Vivaro Domenico Abbatangelo indirizzata al Vescovo di Tivoli[1] sappiamo non solo il numero di abitanti del paese, pari a circa 439 persone, ma anche della presenza, all'interno della Chiesa di tre cappelle "recentemente" restaurate: una per S. Biagio all'altare maggiore, una per SS. Rosario (a cura della Confraternita omonima) e una a S. Rocco; all'epoca la Parrocchia contava di una rendita di 34 scudi più quelli della Chiesa di S. Maria Illuminata.

Nel 1908 circa la Chiesa ormai fatiscente fu demolita e il 5 agosto 1910, nel giorno della festa patronale a Maria Santissima Illuminata, si procedette alla consacrazione da parte del vescovo Prospero Scaccia della nuova Chiesa[2], opera dell'ingegnere Costantino Sneider e costruita grazie al contributo del Cardinale Angelo Di Pietro[3].

Descrizione

La nuova Chiesa è a tre navate a croce latina, in uno stile romanico rivisitato - dalla trifora in facciata al posto del tipico rosone ai pilastri interni a sostegno degli archi a tutto sesto tra le navate.

L'affresco sul portale principale.

Esterno

La facciata a capanna della chiesa, rivolta a est, è suddivisa in due registri: quello inferiore presenta centralmente il portale maggiore sovrastato da un finto balconcino, un affresco nella lunetta superiore di Madonna col Bambino a cui il Cardinale Angelo Di Pietro dona la nuova Chiesa ricostruita[4], mentre quello superiore è caratterizzato da una trifora, centrata sul finto balconcino.

Ai lati della facciata principale sono presenti due facciate retrocesse su cui si aprono i due ingressi secondari, sulla navate laterali. Alla fine della navata destra si alza sull'abitato un campanile, con orologio e tre campane, due originali e una terza elettrica aggiunta l'8 dicembre 1983.

Interno

Internamente la Chiesa si distingueva per gli importanti effetti chiaroscurali derivanti dalla pittura murale a fasce orizzontali bianche e nere, più recentemente riviste in un più tenue bianco-crema, illuminata da un doppio ordine di finestre.

Sull'altare maggiore si innalza un trittico ligneo tricuspide con colonnine e pinnacoli con raffigurati, dai pittori Silvio Galimberti ed Eugenio Cisterna che si occuparono anche delle pitture murali[4], S. Biagio assiso in trono e alla sua destra S. Antonio Abate e S. Antonio da Padova; alla sua sinistra invece S. Rocco e S. Francesco di Paola[5]. Nel 2010 il trittico è stato sottoposto a un intervento di restauro sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per il Lazio.[6]

La navata sinistra ha un trittico alla Madonna del Rosario con ai suoi lati S. Michele Arcangelo e S. Giuseppe; di particolare interesse è poi la grande macchina, dono dei vivaresi d'America per esporre l'immagine di Maria Santissima Illuminata. Sul trittico della navata destra infine l'Immacolata con S. Sebastiano e S. Lucia.

Amministrazione parrocchiale

Della Parrocchia sono documentati i seguenti parroci:

  • Arciprete Domenico Abbatangeli † (1679 - dopo il 1681)[1]
  • Arciprete Angelo Alessandri da Vallinfreda † (menzionato del 1789)[7]
  • Camillo Di Pietro † (menzionato nel 1867)[8]
  • Angelo Matini † (menzionato nel 1962)[9]
  • Marco Badiglio (menzionato nel 1984)[10]
  • José Pantano (incerto - in carica)

Note

  1. ^ a b Gabriele Alessandri, Vivaro alla fine del XVII secolo. (PDF), in Il foglio di Lumen, n. 36, Pietrasecca di Carsoli, Associazione Lumen (onlus), agosto 2013, pp. 11-12.
  2. ^ Vivaro Romano (RM) | Chiesa di San Biagio, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web. URL consultato il 3 settembre 2024.
  3. ^ Presutti, 1929-1930, p. 271.
  4. ^ a b Vivaro Romano - Chiesa di San Biagio su italiavirtualtour, su italiavirtualtour.it. URL consultato il 1º ottobre 2024.
  5. ^ I dipinti di Silvio Galimberti nella chiesa parrocchiale di San Biagio a Vivaro Romano e il loro restauro., su www.lerma.it. URL consultato il 23 agosto 2023.
  6. ^ 2010 Vivaro Romano (RM), Chiesa di San Biagio – C.B.Art, su consorziocbart.com. URL consultato l'8 ottobre 2024.
  7. ^ Presutti, 1929-1930, p. 254.
  8. ^ Gigi Huetter, Pio IX e il mistero di Vivaro (PDF), in Strenna dei Romanisti 1965, Roma, 21 aprile 1965, p. 242.
  9. ^ Feste e tradizioni a Vivaro Romano., su digilander.libero.it. URL consultato il 9 ottobre 2024.
  10. ^ Giuseppe Chiapponi, Vivaro. È il terzo colpo - Rubato in una Chiesa un quadro del Duecento, in Il Messaggero di Roma, 29 marzo 1984.

Bibliografia

  • Giuseppe Presutti, Vivaro, in Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d'Arte, vol. IX-X, Subiaco, Tipografia dei Monasteri, 1929-1930, pp. 248-271.

Voci correlate

Collegamenti esterni

 

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