Chiesa dei Santi Faustino e Giovita (Botticino)
La chiesa dei Santi Faustino e Giovita è la parrocchiale di Botticino Mattina, frazione-capoluogo del comune sparso di Botticino, in provincia e diocesi di Brescia[1]; fa parte del zona pastorale di Rezzato. StoriaNella seconda metà del XVI secolo la popolazione di Botticino Mattina aumentò considerevolmente e fu necessario costruire una nuova chiesa, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, che nel 1578 fu descritta come sede di parrocchia[2]. Nel XVIII secolo il primitivo edificio non venne più ritenuto adeguato e il progetto per un nuovo luogo di culto venne affidato nel 1740 all'architetto Giovanni Battista Marchetti, che aprì il cantiere ed in seguito venne affiancato e sostituito dal figlio Antonio[2]. Il disegno originale prevedeva un edificio con pianta a croce greca, ma nel 1742 fu modificato in modo da eliminare il transetto[2]. La chiesa fu restaurata nel 1931[1] e nel 1932 venne consacrata dal vescovo di Alatri Mario Toccabelli[2]. DescrizioneEsternoLa facciata della chiesa è spartita da una cornice marcapiano aggettante in due registri, entrambi scanditi da lesene corinzie; l'ordine inferiore, più largo, presenta il portale d'ingresso e due nicchie, mentre quello superiore, coronato dal timpano triangolare, è caratterizzato da un finestrone[1]. Accanto alla chiesa sorge il campanile, suddiviso da cornici marcapiano; il basamento è caratterizzato da un timpano triangolare su ogni lato, mentre la cella presenta quattro monofore. InternoL'interno dell'edificio si compone di una sola grande navata, sulla quale si aprono le cappelle laterali, ciascuna caratterizzata dalla presenza di due altari, e le cui pareti presentano una cornice sopra la quale si imposta la volta a vela[1]. Opere di pregio qui conservate sono la pala dell'altare maggiore, dipinta nel 1797 da Felice Campi, le tele cinquecentesche ritraenti la Deposizione dalla Croce e la Trionfo di San Michele sul demonio[2], l'affresco con soggetto l'Annunciazione, eseguiti tra il 1931 e il 1932 dalla bottega del torinese Luigi Morgari[2], la tela di San Pietro liberato dal carcere, realizzata nel 1828 da Giulio Motta[2], il settecento organo, costruito da Antonio di Venezia, e gli affreschi realizzati da Pietro Scalvini e quelli eseguiti forse da Carlo Rosini[2]. NoteVoci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
|
Portal di Ensiklopedia Dunia