Il nome del genere deriva da alcune parole greche il cui significato è "con naso aperto", infatti “chaeno” = aperto, spalancato e “rhin” = naso e fa riferimento alla particolare forma della corolla di queste piante definita anche "personata".[3]
Il nome scientifico del genere è stato definito inizialmente dal botanico e micologo svizzero Augustin Pyrame de Candolle (Ginevra, 4 febbraio 1778 – Ginevra, 9 settembre 1841), perfezionato successivamente dal botanico, ornitologo e illustratore tedesco Heinrich Gottlieb Ludwig Reichenbach (8 gennaio 1793 – 17 marzo 1879) nella pubblicazione "Conspectus Regni Vegetabilis per gradus naturales evoluti. Lipsiae - 123" del 1828.[4]
Descrizione
Il portamento delle specie di questo genere può essere erbaceo (annuale o perenne) o suffrutescente. Le piante possono essere sia glabre che pubescenti-ghiandolose.[5][6][7][8]
La parte aerea del fusto è eretta, ascendente e, in alcune specie, ramosa fin dalla base.
Foglie
Le foglie inferiori lungo il caule sono disposte in modo opposto (alternato sopra); possono essere sia sessili che picciolate. La lamina è gradualmente attenuata nel picciolo ed ha delle forme da lanceolate-lineari a ovoidi; raramente la forma può essere oblanceolata. I bordi sono interi e l'apice è smussato. A volte le foglie inferiori possono formare delle pseudo-rosette.
Infiorescenza
Le infiorescenze sono formate da fiori solitari su sottili peduncoli posizionati all'ascella delle foglie superiori.
Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[6]
Il calice, tuboloso-campanulato, più o meno attinomorfo e gamosepalo, è diviso sino alla base in 5 lacinie con forme lineari-spatolate. In genere il calice è più grande del frutto.
La corolla, gamopetala e tubolare del tipo bilabiato con lobi patenti, è rigonfia nella parte basale. Il labbro superiore è verticale e bilobato; quello inferiore è trilobato. Un rigonfiamento (sperone) è presente all'altezza delle fauci della gola della corolla in posizione abassiale; la forma è più o meno da cilindrica a conica con lunghezze fino a 5 volte il diametro. Il palato non è occluso. Il colore della corolla è bianco, rosa o blu-lillaceo; normalmente il palato è giallo.
Il frutto è una capsula con pareti regolarmente bollose. All'interno i semi sono numerosi, con forme ovali e con la testa alveolata raramente reticolata (normalmente non sono presenti creste longitudinali). Al momento della maturazione i semi fuoriescono da due fori che si aprono nella parte superiore del frutto (capsula porocida).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Tutte le specie di Chaenorhinum presente sul territorio italiano si trovano anche sulle Alpi. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione delle specie alpine[2].
Substrato: con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili).
Zona alpina: vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province). Comunità vegetali: 2 = comunità terofitiche pioniere nitrofile; 3 = comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni; 4 = comunità pioniere a terofite e succulente.
Ambienti: B1 = campi, colture e incolti; B2 = ambienti ruderali, scarpate; B9 = coltivi umani; C2 = rupi, muri e ripari sotto roccia; C3 = ghiaioni, morene e pietraie; F1 = praterie rase xerofile mediterranee.
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questo genere (Plantaginaceae) comprende 113 generi con 1800 specie[6] (oppure secondo altri Autori 114 generi e 2400 specie[7], o anche 117 generi e 1904 specie[12] o 90 generi e 1900 specie[13]) ed è suddivisa in tre sottofamiglie e oltre una dozzina di tribù. Il genere di questa voce appartiene alla sottofamiglia Antirrhinoideae (tribù Antirrhineae) e si compone di una ventina di specie.[5]
All'interno della tribù Antirrhineae il genere di questa voce appartiene al gruppo Chaenorhinum composto dai seguenti generi: Chaenorhinum, Albraunia Speta, 1983 e Holzneria Speta, 1982 con distribuzione nel Vecchio Mondo. Questo gruppo, la cui posizione da un punto di vista filogenetico è abbastanza vicina al "core" della tribù (dalle analisi di tipo cladistico del DNA delle varie specie risulta "gruppo fratello" del gruppo Anthirrhinum), è caratterizzata di seguenti numeri cromosomici: 2n = 14 - 42.[14]
All'interno del genere, ultimamente (2016)[15], sono stati individuati due cladi più o meno corrispondenti alle due sezioni tradizionalmente descritte: Albraunia e Holzneria.
Specie spontanee italiane
Per meglio comprendere ed individuare le varie specie del genere (solamente per le specie spontanee della flora italiana) l’elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue una specie dall'altra)[16].
Gruppo 1A: il ciclo biologico delle piante è perenne; la corolla è lunga 10 - 12 mm;
Gruppo 1B: il ciclo biologico delle piante è annuo; la corolla è lunga 3 - 9 mm;
Gruppo 2A: le foglie inferiori lungo il caule sono disposte in modo opposto; lo sperone della corolla è più o meno cilindrico, ed è lungo 1 - 2 volte il diametro;
Chaenorhinum minus (L.) Lange, 1870 - Linajola comune: l'altezza varia da 5 a 30 cm; il ciclo biologico è annuo; la forma biologica è terofita scaposa (T scap); il tipo corologico è Euri-mediterraneo; l'habitat tipico sono gli incolti aridi, i bordi delle vie e le zone sabbiose; sul territorio italiano si trova ovunque (Sicilia esclusa) fino ad una altitudine di 1200 ms.l.m..
Gruppo 2B: le foglie inferiori sono riunite in una pseudo-rosetta; lo sperone della corolla è conico, ed è lungo 2 - 5 volte il diametro;
Chaenorhinum rubrifolium (DC.) Fourr., 1869 - Linajola arrossata: l'altezza varia da 1 a 2 dm; il ciclo biologico è annuo; la forma biologica è terofita scaposa (T scap); il tipo corologico è Euri-mediterraneo; l'habitat tipico sono i muri e gli incolti rocciosi; sul territorio italiano si trova al Centro e in Sardegna fino ad una altitudine compresa tra 300 e 1500 ms.l.m..
D. C. Albach, H. M. Meudt and B. Oxelman, Piecing together the “new” Plantaginaceae, in American Journal of Botany, vol. 92, n. 2, 2005, pp. 297-315 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.