Cesáreo Castro
Cesáreo Castro Villarreal (Cuatrociénegas, 1856 – Città del Messico, 1944) è stato un generale e politico messicano che partecipò alla rivoluzione messicana. BiografiaMaderismoNacque a Cuatrociénegas, Coahuila, nel 1856, figlio di Pablo Castro e Isabel Villarreal, e fratello del rivoluzionario Celso Castro. Orientato verso l'opposizione, fin dall'inizio aderì al movimento maderista, e partecipò come delegato alla Convenzione del Partito Nazionale Antirielezionista nell'aprile 1910, al quale aderì.[1] Assecondò il Piano di San Luis Potosí e si alzò in armi il 20 novembre 1910 nella sua terra. Difese Francisco Madero contro la divisione di Pascual Orozco e le sue forze, con il grado di capitano nelle forze irregolari. Alla fine della rivolta si stabilì a Torreón. Era sposato con Esperanza Aranda Castillo. CostituzionalismoA causa dell'usurpazione di Victoriano Huerta riprese le armi e fu uno dei firmatari del Piano di Guadalupe, già con il grado di colonnello. Vicino a Venustiano Carranza e Pablo González Garza, da allora fu un importante tassello del costituzionalismo. Operò a Nuevo León e Tamaulipas. Durante l'attacco a Matamoros nel giugno 1913, fu promosso colonnello, comandante del reggimento dei Regionali di Coahuila, con 355 uomini entrò in avanguardia prendendo l'Impianto di Luce e Forza Motrice.[2] Nell'ottobre 1913 partecipò all'attacco a Monterrey, anche se non fu nominato generale se non fino all'aprile 1914 quando riuscì a conseguire una posizione così importante. Servì come mediatore prima dell'intensificazione del conflitto tra Pancho Villa e Venustiano Carranza nel cosiddetto Patto di Torreón. Alla rottura tra le due parti, rimase dalla parte del Carranzismo. Partecipò alla campagna del Bajío contro Villa, distinguendosi nei combattimenti a Celaya e León come capo della cavalleria sotto il comando del generale Álvaro Obregón. Dal 1916 al 1917 servì come governatore di Puebla.[3] In seguito ricoprì diversi quartier generali militari, portando avanti tenaci campagne di pacificazione. Durante il frangente della metà degli anni 1920, che si concluse con il rovesciamento di Venustiano Carranza e il trionfo dell'Obregonismo, emigrò negli Stati Uniti d'America. Ricomparve sulla scena politica nel 1929, aderendo alla ribellione escobarista. Tornò in politica durante la presidenza di Abelardo Luján Rodríguez e fu capo del registro civile. Nel 1940 tornò nell'esercito e due anni dopo fu promosso generale di divisione. Morì a Città del Messico nel 1944 e le sue spoglie furono depositate nella Rotonda delle Persone Illustri[senza fonte]. Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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