CereoI cerei o candelore, sono delle opere d'arte lignee di varie dimensioni ed altezze, portate a spalla da alcuni portantini durante le festività dei santi patroni. Sono dei doni della cittadinanza al patrono/a della città in segno di devozione. Esse derivano dall'offerta della cera: con il passare dei secoli le grosse candele di cera offerte diventavano sempre più grandi e decorate, fino a far scomparire la cera stessa sostituita da una struttura barocca o rococò in legno riccamente decorato e dorato, ornata da angeli, statue e adornata di fiori. Sono solitamente 8 i portantini che ne reggono il grande peso, anche se ci sono delle eccezioni. Esse sono concentrate nella provincia di Catania, presenti in diversi comuni, e a Licata nell'agrigentino. Ogni candelora appartiene solitamente ad una categoria (mestiere o artigianato), quartieri, o associazioni che ne curano la manutenzione, l'adornamento e la sfilata. Catania e provinciaI cerei, o cannalori[1], sono quattordici e rappresentano le corporazioni delle arti e dei mestieri della città e alcune i quartieri e rioni della città. Si tratta di grosse costruzioni in legno riccamente scolpite e dorate in superficie, costruite, generalmente, nello stile del barocco siciliano, e contenenti al centro un grosso cero (da qui il nome "cerei"). Sono decorate con putti, statue di santi e immagini della Santa, della sua vita e del suo martirio e nei giorni della festa vengono agghindate con ghirlande e composizioni floreali; nei tempi antichi, all'imbrunire, venivano illuminate con candele e lucerne oggi sostituite da lampade elettriche alimentate da accumulatori. Queste macchine devozionali, dal peso che oscilla fra 400 e 900 chili, vengono abilmente portate a spalla da un gruppo costituito da 4 a 12 uomini (a seconda del peso della stessa), che le fanno avanzare sincronizzando il passo con una andatura caracollante molto caratteristica, detta "annacata", termine che in lingua siciliana identifica l'ancheggiamento tipico della camminata femminile da cui scaturisce da il detto tipicamente catanese "t'annachi comu 'na cannalora" (ancheggi come una candelora) riferendosi a chi, uomo o donna, cammina con tale andatura. Le cannalore, oltre ad aprire il 3 febbraio di ogni anno la processione della "offerta della cera" da parte di tutte le componenti civili, religiose e culturali della città e precedere la processione del fercolo con le reliquie di sant'Agata nei giorni 4 e 5 febbraio, già 10 giorni prima iniziano a girare per la città portandosi presso le botteghe dei soci della corporazione a cui sono legate, scortate da una banda che suona allegre marcette. I quattordici cerei hanno, nel corso della processione alla quale partecipano, una posizione ben codificata sancita dalla data di realizzazione del cereo. Fanno eccezione, per tradizione e perché rappresentano due istituzioni che concorrono nella organizzazione della festa (il Vescovo e il Circolo Sant'Agata), la prima e l'ultima candelora tra queste:
Al di fuori dei periodi di festa (20 gennaio/5 febbraio e il 17 agosto) le candelore vengono conservate alcune all’interno della chiesa annessa al grande monastero benedettino di San Nicolò l’arena ed altre presso alcune chiese della città dove vengono anche manutenute e restaurate a cura delle corporazioni di riferimento o di benefattori privati ad esse appartenenti che solitamente vengono ricordati nelle numerose bandiere e nei gagliardetti che adornano le stesse. Fanno eccezione alcune candelore per le quali non esistono più categorie di riferimento (es. quella degli osti) i cui costi di manutenzione e di partecipazione alle celebrazioni (come ad esempio il pagamento dei portatori) sono a carico del comitato dei festeggiamenti. Offerta alla Madonna del Carmelo
Offerte a Santa Venera, patrona della città e della Diocesi di Acireale.
A queste ve ne è stata aggiunta una quinta nel 2000: degli Artigiani della Cartapesta. Le candelore acesi si distinguono dalle altre, che sono nella provincia, per le forme particolari, ovvero che non tendono a stringersi nella parte superiore, ma hanno la corona a forma principalmente ottagonale, che riprende le stesse misure della parte sottostante. Molto particolare è il Cereo dei Calzolai, che diversamente delle altre candelore ricoperte di oro zecchino, essa è quasi totalmente dipinta a mano. Offerte a Sant'Antonio abate, patrono del paese Etneo.
Le maestose opere, hanno varie particolarità e bellezza. Uno sguardo particolare lo si ha sicuramente per il Cereo dei Contadini, detto più comunemente "U tronu" per via della sua grandezza e maestosità. Offerta alla Madonna delle Grazie, col titolo di "Cereo della devozione Giovanile a Maria SS.ma". Realizzata nel 2018, da un gruppo di giovani, in stile barocco moderno, adornata di dipinti e gagliardetti e dalle statue raffiguranti la Madonna delle Grazie, San Giuseppe(Sposo di Maria), San Martino(patrono del Pese) e Santa Venera(Patrona della Diocesi di Acireale). Offerta a Sant'Antonio di Padova
Offerte a San Giuseppe
Offerte a Sant'Antonio abate I quattro Cerei (o "varette" nel dialetto misterbianchese) rappresentano le seguenti categorie (rispettivamente secondo l'ordine di sfilata nella processione in onore di Sant'Antonio Abate)
Offerte a Sant'Anastasia
Offerte a santa Barbara
Essi sono stati realizzati nel corso del XVIII secolo, inoltre sono delle vere e proprie opere d'arte in legno scolpito e indorato, che nel tempo sono diventati parte integrante della festa. Paternò vanta di avere il maggior numero di cerei in tutta la provincia dopo Catania. Offerte a Maria SS. Annunziata.
Sfilano in ordine di grandezza "A nica" o dei bambini è la candelora più piccola di tutta la provincia di Catania, non ha uno stile ben preciso in quanto varia ogni anno, la candelora ha il compito di avvicinare di più le famiglie alla festa patronale della Madonna. "A signurina" è la candelora più bella e più ricca di decorazioni, il suo nome deriva da un episodio accaduto nei primi anni della sua ristrutturazione, " si narra che un autobus pieno di turisti diretti all'hotel Bonaccorsi di Pedara, passava da corso ara di Giove trovando molto traffico, i portatori del cereo decisero di intrattenere i turisti ballando con la candelora di fianco all'autobus." "A minzana" in italiano "la media", è la candelora che grazie al suo andamento fine e allegro ricorda molto la figura della Vergine Maria, la candelora è costituita da 4 ordini barocchi, nel primo sono collocati 4 angeli che salutano e invitano all'allegria, nel secondo ordine sono presenti dei quadretti che raffigurano i simboli Mariani, nel terzo sono presenti altri 4 angeli che sorreggono dei mazzi di fiori. Nella sommità c'è il mazzo e le bandiere di colore blu scuro. "A rossa" quest'ultima apparteneva alle candelore di Sant'Agata all'interno della stessa è stata trovata una targhetta riportando la data 1810; fu acquistata dal presidente Domenico Pappalardo della confraternita Maria SS. Annunziata nel 1927, è la candelora più antica e più grande. La candelora è costituita da 4 ordini barocchi Con piccole dorature e 4 angeli che sorreggono dei Gigli, le bandiere sono tutte di colore azzurro chiaro con il nome del donatore giallo oro. La candelora è molto conosciuta nel paese per la sua semplicità. Uscirono per la prima volta in processione nel 1931 durante la festa detta "do Miricanu" cioè di un Pedarese che tornato dall'America aveva fatto fortuna, e donò del denaro per fare la festa al meglio. La piccola e la media portata in 4, e la più grande portata in 6, erano i Catanesi col sacco di Sant'Agata a portarle in processione, fino al 1973. Nel 1974 la piccola e la media la portarono i Pedaresi, e nel 1975 anche la "grossa fu portata dai Pedaresi, fino ai giorni nostri. Offerta a San Giovanni Evangelista.
Offerte ai Santi Alfio, Filadelfo e Cirino. Sono presenti due candelore recentemente restaurate, che rappresentano i circoli religiosi del paese, entrambe gestite dall'Associazione cattolica e culturale “Cereo SS. MM. Alfio Filadelfo Cirino”. Ogni candelora è trasportata da 8 portantini di "chiumma":
Agrigento e provinciaOfferte a Sant'Angelo Carmelitano, patrono cittadino. In origine, come da regolamento del 1751, i giudici per disciplinare i dissidi tra corporazioni, regolamentavano l'ordine di precedenza nel seguente modo:
Ciascuna ricalca lo stile classico o barocco o gotico. Dal 2012, dopo l'interruzione dovuta ad un incidente nel 1999, le quattro macchine sono affiancate da altrettante riproduzioni realizzate in materiale più leggero. Sono ospitate sotto la seconda e quinta arcata di ciascuna navata laterale del Santuario di Sant'Angelo. Note
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