Centro piacentinianoIl Centro piacentiniano è un complesso architettonico urbano di Bergamo posto nella parte bassa della città. È stato progettato nel 1907 come centro direzionale e terziario per ospitare istituzioni finanziarie, esercizi commerciali e uffici amministrativi. Prende il nome dal suo principale progettista, l'architetto romano Marcello Piacentini. Parte dell'architettura fu realizzata da architetti locali, tra cui Luigi Angelini, Giovanni Muzio ed Ernesto Suardo.[1] Il centro è diventano uno snodo economico e finanziario importante nonché un punto turistico di rilievo. StoriaI vari uffici pubblici amministrativi che si trovavano nella parte alta della città, per esigenze di viabilità, e di vicinanza alle necessità nate delle modernità del Novecento, chiedevano di essere trasferiti in una nuova ubicazione perché potessero essere maggiormente accessibili dalla cittadinanza. La zona che era anticamente destinata alla fiera alessandrina, ormai in disuso, si trovava in uno stato di degrado, dava la possibilità di sviluppare un nuovo centro urbano moderno di notevole importanza. Per questo motivo l'amministrazione comunale di Bergamo nel 1906 indisse un concorso che riqualificasse l'antica zona fieristica. Il primo concorso non portò progetti soddisfacenti e l'anno successivo, il 4 febbraio, ne fu indetto un secondo al quale parteciparono ben ventisette progettisti. Il concorso fu assegnato al piano definito Panorama presentato dall'architetto Marcello Piacentini e dall'ingegnere Giuseppe Quaroni.[2] Non fu da subito ben accolto dall'opinione pubblica fu però pubblicato nel 1908 un articolo di Luigi Angelini che ne diventerà poi il direttore dei lavori:
Dal 1906 al 1914 il comune acquistò i terreni e i casotti che erano sull'antico prato della fiera.[3] Il 20 luglio 1918 si costituì la S. A. Società per la Riedificazione della Fiera e da atto costitutivo ebbe come scopo l'edificazione dei palazzi che avrebbero poi ospitato le principali attività commerciali che nel 1926 risultavano essere già 150 e tutte locate. La società ebbe come presidente Luigi Radici e tra i soci vi erano la Banca popolare di Bergamo, il Piccolo credito e il Credito Italiano, e i maggiori esponenti dell'imprenditoria del territorio bergamasco tra questi l'onorevole Antonio Pesenti. Nel 1930 la società assunse il nuovo nome di S.A. Immobiliare della fiera. Fu poi l'imprenditore Francesco Perolari ad acquistare il maggior numero di azioni della società e a divenire presidente. La famiglia continua a essere la maggiore azionista della società in nome dei suoi eredi.[1] Il progetto del comune era stato diviso in più lotti, il primo portò all'edificazione nel 1915 del palazzo della Banca d'Italia.[4] Il secondo lotto previde la costruzione del palazzo di Giustizia entrambi del Piacentini che fu terminato nel 1927. Contemporaneamente furono sviluppati i lotti che prevedevano la formazione della parte commerciale posta lungo il quadriportico del Sentierone, questo progettato del Piacentini fu definito da Luigi Angelini. A seguire furono costruiti nel 1924 la torre dei caduti e il Credito Bergamasco entrambi su progetto del Piacentini, e il palazzo della Camera di Commercio su progetto di Luigi Angelini, la Banca Bergamasca anche questa progettata dal Piacentini che poi fu affidata al Murzio, nel 1927 il e quello delle poste entrambe opere del Piacentini. Dell'antica struttura fieristica progettata nel Settecento da Giovan Battista Caniana restava solo la fontana della fiera. Nel 2017, dopo ben centodieci anni, l'amministrazione comunale ha bandito un nuovo concorso europeo atto a riqualificare l'area in seguito alle nuove esigenze. Il concorso ha visto la partecipazione di architetti e ingegneri sia nazionali che internazionali, scegliendo il progetto del gruppo Flânerie guidato dall'architetto e paesaggista Luigino Pirola, composto dagli architetti: Gianluca Gelmini, Maria Claudia Peretti, Simone Zenoni, Carlo Peretti e Elena Franchioni. Il progetto comprende la riqualificazione non solo del centro piacentiniano ma di buona parte del centro urbano della parte bassa della città.[5] Descrizione«Rimasi li incantato; era un lembo dell'Italia più bella, una delle molte piccole sorprese di godimento per cui vale la pena di viaggiare» Il centro piacentiniano racchiuso tra piazza Vittorio Veneto, piazza Dante, il Sentierone, fino a piazza della Libertà, conserva la parte architettonica più rilevante del Novecento cittadino.
Note
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