Cefalo (mitologia)
Cefalo (in greco antico: Κέφαλος?, Kèphalos) è un personaggio della mitologia greca, figlio di Deioneo e di Diomeda, sposo di Procri, figlia di Eretteo.[1] È considerato l'eponimo del demo di Cefale e dell'isola di Cefalonia.[2] MitologiaCefalo era un uomo di grande bellezza, e questo fece innamorare la dea dell'aurora Eos, che lo rapì mentre stava cacciando. A questa evidenza Cefalo abbandonò la moglie per cadere fra le braccia di Eos. Secondo Esiodo da questa unione nacque Fetonte, da non confondere con l'omonimo Fetonte,[3][4] nato da Elios e Climene. Procri in seguito tornò da Cefalo, e i due si riconciliarono andando a caccia insieme. Sfortuna volle però che Cefalo, pensando di mirare ad un animale nascosto tra i rami, colpì mortalmente Procri, e per quest'atto involontario fu condannato all'esilio. Giunse così a Tebe, dove regnava Anfitrione, che lo accolse e gli fece omaggio di un'isola che da allora venne chiamata Cefalonia. Altre versioni e discendenzaVersioni minori ne fanno il figlio di Erse e Ermes dicendo che fu rapito da Eos e che da lui ebbe il figlio Titoneo in Siria. Una versione etrusca del mito, identifica Cefalo come un dio, nominato per l'appunto Dio Cefalo, re dei musici e del pescato fresco, il cui tempio si presumeva sorgere imponente fra le colline dell'attuale Toscana e gli abissi del mar Tirreno. Di notevole interesse, inoltre, i riti che gli adepti al sacro culto del Dio Cefalo praticavano in eventi comuni, spesso accompagnati da musica, bevande alcoliche e cibarie (fra le quali una sorta di tortell primordiali ripieni di carne di rabiro), secondo le fonti e le testimonianze riportate dai contemporanei. Note
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