Cedogno
Cedogno è una frazione del comune di Neviano degli Arduini, in provincia di Parma. La località dista 5,87 km dal capoluogo.[1] Geografia fisicaCedogno sorge alla quota di 355 m s.l.m.[1] sul fianco sud del Monte Farneto,[3] sul versante sinistro della Val d'Enza.[4][5] Origini del nomeIl toponimo della località, nota in epoca altomedievale come Cedonio, deriva probabilmente dal latino cydonium, in riferimento al cotogno.[6] StoriaIl territorio di Cedogno risultava probabilmente abitato, seppur sporadicamente, già nel neolitico, come dimostrato dal ritrovamento di alcuni reperti a valle della località.[7] Un piccolo insediamento stabile sorse in zona in età romana, probabilmente intorno al I secolo a.C., e sopravvisse fino al V o VI secolo d.C.[8] Il borgo fu fondato in epoca altomedievale; la più antica testimonianza della sua esistenza risale al X secolo, quando la corte di Citonio fu citata in un inventario del monastero di San Tommaso di Reggio, da cui all'epoca la zona dipendeva.[6][9][10] Cedonio fu menzionata nuovamente il 20 novembre 995, in un atto di donazione di alcune terre da parte del vescovo Sigifredo II al Capitolo della Cattedrale di Parma.[4][6][9] A presidio del territorio fu edificata una torre difensiva, su uno sperone di roccia a sud dell'abitato;[11] a servizio del borgo fu inoltre eretta una cappella, menzionata per la prima volta nel 1230.[6][9] Il territorio all'epoca dipendeva dal Comune di Parma: nel 1475 gli Anziani, su indicazione del duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, incaricarono l'ufficiale Giovanni Francesco Bergonzi di custodire per loro conto i centri di Cedogno, Ceretolo, Mediano, Sasso, Lodrignano e Provazzano.[12] Monumenti e luoghi d'interesseChiesa dell'Assunzione di Maria VergineMenzionata per la prima volta nel 1230, la cappella originaria fu distrutta da una frana nella prima metà del XVI secolo e nel 1563 fu ricostruita in stile rinascimentale ai margini del borgo; elevata a sede parrocchiale autonoma nel 1564, fu dotata del campanile nel 1726; restaurata verso la metà del XX secolo, fu internamente decorata tra il 1940 e il 1945 da Emanuele Quintavalla. L'edificio, sviluppato su un impianto a navata unica affiancata da due cappelle per lato, presenta una facciata a capanna, con lesene e frontone triangolare in pietra; all'interno l'aula è coperta da un soffitto settecentesco a cassettoni lignei dipinti con simboli biblici.[4][9][13] Casa torre dei RossiCostruita nel XV secolo, la casatorre appartenne inizialmente alla famiglia Rossi; il massiccio edificio in pietra, elevato su quattro livelli, conserva alcuni elementi a testimonianza delle originarie funzioni difensive, tra cui alcune feritoie; all'interno il piano terreno è coperto da una volta a botte.[6][14] CulturaMuseo storico dei lucchettiAperto al pubblico nel 2001 su iniziativa di Vittorio Cavalli, il museo espone una collezione di oltre 4000 lucchetti di ogni epoca e forma, provenienti da tutto il mondo.[15][16] Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
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