Cavallino (pellame)Il cavallino è la pelle naturale, non candeggiata e completa di pelo della mucca, mantiene in genere la colorazione originale dell'animale ed è un sottoprodotto dell'industria alimentare dai bovini. Il suo nome deriva dalla somiglianza col pelo del puledro.[1] ![]() LavorazioneUna volta che l'animale è stato abbattuto, la pelle viene rimossa. Viene quindi selezionata allo stato grezzo, nel momento in cui viene salata, quindi organizzata per taglio secondo dimensione e colore. Viene poi utilizzato un metodo tradizionale di concia del pelo per garantire che la pelle sia morbida e meno suscettibile di odore e muta, il che assicura che il materiale duri più a lungo. Viene quindi asciugato naturalmente e le migliori pelli vengono separate dal resto, mentre quelle che non possono essere utilizzate intere (ad esempio quelle con danni dovuti a tagli e altre lesioni alla pelle durante la vita dell'animale, che provocano la rottura della pelle dopo l'asciugatura) vengono utilizzate per la produzione di tappeti patchwork. UtilizzoIl cavallino può essere tinto per somigliare a pelli come quelle della tigre o della zebra, ma la tintura è solitamente riservata alle pelli bovine di bassa qualità. Le migliori pelli vengono solitamente presentate nei loro colori naturali, che si basano sulla razza del bovino. ModaIl cavallino è di norma utilizzato per produrre calzature, borse e tappeti, anche di lusso. Cultura NguniTra la popolazione Zulu dell'Africa meridionale, la pelle di mucca è stata storicamente impiegata in vari modi, fino a quando in tempi recenti è stata relegata all'uso cerimoniale. Essa era ad esempio utilizzata per creare gli scudi nguni e la gonna tradizionale chiamata isidwaba. Gli uomini indossavano un lembo di pelle di vitello, l'ibeshu, per coprire i glutei, e il lembo di umutsha era legato al corpo con una cintura di pelle di mucca. L'iphovela era un copricapo fatto di pelle di mucca, e l'ishoba o umshokobezi era un codino trapuntato usato come decorazione di braccia o gambe.[2] Note
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